Discussioni del Parlamento europeo - Europa
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09-07-2008<br />
IT<br />
<strong>Discussioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong><br />
Il Sudafrica deve fare di più. L’intero continente deve esprimere energicamente la propria<br />
condanna e dobbiamo spingerli, incoraggiarli e convincerli che questa è la cosa giusta da<br />
fare perché il nostro popolo conta sul fatto che noi interveniamo in modo definitivo in<br />
una situazione che è davvero sconvolgente.<br />
Luís Queiró (PPE-DE). – (PT) Ciò che sta accadendo attualmente nello Zimbabwe<br />
rappresenta una sfida per la nostra coscienza e per la nostra capacità di agire. Da una parte<br />
c’è un governo che usa la violenza contro il proprio stesso popolo, che è causa di infelicità<br />
e che ha tratto vantaggio dalla convivenza di altre dittature e dispotismi africani. Dall’altra,<br />
ci sono le forze che lottano pacificamente per la democrazia e per i diritti umani: la<br />
popolazione <strong>del</strong>lo Zimbabwe, la comunità internazionale e ovviamente l’Unione europea.<br />
Come è già stato detto qui, l’Unione europea potrebbe usare il proprio potere diplomatico,<br />
imporre sanzioni, rifiutare visti, sollecitare i poteri regionali ed appoggiare i difensori <strong>del</strong>la<br />
democrazia e dei diritti umani. Che cosa possiamo fare noi all’interno <strong>del</strong> <strong>Parlamento</strong><br />
<strong>europeo</strong>? In futuro possiamo sostenere la nostra risoluzione e raccomandare che la<br />
Commissione e il Consiglio prendano queste iniziative, ma possiamo fare ancora di più.<br />
Possiamo anche dimostrare che le nostre azioni sono coerenti con le nostre parole e offrire<br />
il premio Sacharov al leader <strong>del</strong>l’opposizione Morgan Tsvangirai. Sottoponiamo questa<br />
sfida ai nostri colleghi. In questo modo avremo l’opportunità di ricompensare qualcuno<br />
per la sua battaglia e al tempo stesso di contribuire al raggiungimento di una vittoria<br />
democratica e pacifica.<br />
Jean-Pierre Jouyet, Presidente in carica <strong>del</strong> Consiglio. − (FR) Signor Presidente, signor<br />
Commissario, signor Michel, onorevoli deputati, la discussione è stata perfettamente chiara<br />
e lo stesso vale per le conclusioni che ne dobbiamo trarre. Gli oratori hanno parlato in<br />
termini forti ed è così che dovrebbe essere, perché l’Unione europea può accettare soltanto<br />
una soluzione e cioè, il rispetto <strong>del</strong>la volontà <strong>del</strong>la popolazione <strong>del</strong>lo Zimbabwe, così come<br />
è stata espressa nel primo turno elettorale ed il risultato di quelle elezioni dovrebbero servire<br />
come base per qualsiasi accordo.<br />
Nel corso <strong>del</strong> prossimo vertice <strong>del</strong> Consiglio che si terrà il 22 luglio esamineremo la<br />
situazione <strong>del</strong>lo Zimbabwe insieme alla Commissione. Terremo conto <strong>del</strong>le opinioni<br />
espresse e dei suggerimenti avanzati, non alla Francia, signor Van Orden, ma alla Presidenza<br />
<strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong>l’Unione europea, poiché la Francia stessa non ha potere in quanto Francia,<br />
ma dispone semplicemente <strong>del</strong> mandato che le è stato conferito in questo contesto<br />
dall’Unione europea, compresa la vostra proposta che il Consiglio convochi una sessione<br />
straordinaria <strong>del</strong> Consiglio per i diritti umani di Ginevra, purché naturalmente sia possibile<br />
farlo.<br />
Seguiremo le raccomandazioni <strong>del</strong>l’onorevole Michel, sempre sagge e basate sull’esperienza,<br />
in merito alla prosecuzione dei nostri sforzi di mediazione. Ritengo che per quanto riguarda<br />
quegli sforzi non possiamo chiedere di più di quello che Tsvangirai stesso ha suggerito<br />
all’onorevole Michel durante il loro incontro e penso che questa sia la posizione che<br />
dovremmo adottare.<br />
L’Unione europea, il Consiglio e la Commissione devono rimanere in contatto con gli<br />
organismi coinvolti, la SADC, l’Unione africana e anche il Sudafrica – e ancora una volta<br />
vorrei dare il benvenuto alla <strong>del</strong>egazione sudafricana che è qui con noi oggi – e sicuramente<br />
nel lavoro che il Consiglio svolgerà dovremo anche prendere in considerazione la<br />
risoluzione che il <strong>Parlamento</strong> voterà domani.<br />
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