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Discussioni del Parlamento europeo - Europa

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IT<br />

<strong>Discussioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong><br />

Véronique Mathieu (PPE-DE), per iscritto. – (FR) Come evidenziato dalla relazione, a<br />

questo punto è necessaria una riforma profonda <strong>del</strong>la strategia per l’allargamento<br />

<strong>del</strong>l’Unione europea.<br />

In primo luogo, è fondamentale fornire ai paesi candidati a membri, effettivi e potenziali,<br />

strumenti pre-adesione adeguati per le sfide che dovranno affrontare: consolidamento<br />

<strong>del</strong>lo stato, <strong>del</strong>le autorità, riforme socio-economiche, eccetera.<br />

In secondo luogo, la relazione sottolinea la necessità di rivedere il nostro approccio alla<br />

politica europea di vicinato, che i paesi terzi non devono più considerare come un surrogato<br />

<strong>del</strong>l’adesione o un passaggio nel cammino verso di essa.<br />

La costituzione di zone di libero scambio, sul mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>lo spazio economico <strong>europeo</strong><br />

allargato (SEE), ad esempio, rappresenta un primo passo nello sviluppo di relazioni più<br />

strette con questi paesi. Questa strategia porterà al potenziamento dei rapporti economici<br />

e degli scambi con questi stati e permetterà all’Unione europea di promuovervi i suoi ideali<br />

di democrazia, Stato di diritto e diritti umani.<br />

A questo punto il recente rilancio <strong>del</strong> processo di Barcellona, che si propone di istituire<br />

l’Unione per il Mediterraneo, è un segno incoraggiante e una mossa promettente per la<br />

costituzione di speciali partenariati con i nostri vicini meridionali.<br />

Marianne Mikko (PSE), per iscritto. – (ET) Onorevoli colleghi, non possiamo chiudere<br />

le porte a quei paesi che chiedono l’adesione, dal momento che i nostri trattati fondatori<br />

stabiliscono che qualsiasi stato <strong>europeo</strong> che lo voglia deve poter entrare a far parte<br />

<strong>del</strong>l’Unione europea.<br />

Le adesioni precedenti si sono dimostrate dei veri successi, e questa è la direzione da<br />

continuare a seguire. Non dobbiamo demotivare i paesi candidati. Non sta a noi decidere<br />

se vogliono diventare paesi completamente democratici, sebbene i tre criteri di Copenaghen<br />

debbano essere rispettati al 100 per cento.<br />

Poiché anch’io vengo dalla “nuova <strong>Europa</strong>”, ho visto di persona quanto è stato importante<br />

per noi avere l’opportunità di entrare nell’Unione europea, quanto ci ha ispirato a<br />

intraprendere le riforme e a raddoppiare gli sforzi. Non dovremmo negare alle repubbliche<br />

nate dalla ex Unione Sovietica l’opportunità di diventare stati europei a pieno titolo,<br />

governati dallo Stato di diritto. Mi riferisco in particolare ai nostri più stretti vicini, l’Ucraina<br />

e la Moldova.<br />

La credibilità <strong>del</strong>l’<strong>Europa</strong> e il futuro di questi paesi sono in gioco. E’ necessario aiutarli a<br />

rimanere sulla strada per l’<strong>Europa</strong>. L’Unione dovrebbe mantenere le promesse e continuare<br />

il naturale processo di allargamento. L’adesione, e non il rimanere immobili, porterà slancio.<br />

Tutte le discussioni sulla capacità di assorbimento sono mera ipocrisia per gettare il fumo<br />

negli occhi ai non eletti.<br />

Dumitru Oprea (PPE-DE), per iscritto. – (RO) In quanto membro <strong>del</strong> <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong><br />

per la Romania, recentemente annessa all’Unione europea, e in quanto ex-Rettore di una<br />

prestigiosa università <strong>del</strong> mio paese, vorrei sottolineare l’importanza degli scambi<br />

didattico-culturali tra i paesi candidati e gli Stati membri.<br />

In Romania, molti giovani che hanno usufruito dei programmi di mobilità all’interno<br />

<strong>del</strong>l’Unione europea (sia programmi quali SOCRATES-ERASMUS, MARIE CURIE, per la<br />

ricerca o LEONARDO, per la pratica) sono tornati in patria e hanno contribuito attivamente<br />

a quella che possiamo definire “europeizzazione”. Grazie a quanto hanno appreso e alla<br />

09-07-2008

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