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Discussioni del Parlamento europeo - Europa

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IT<br />

<strong>Discussioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong><br />

commercio con i paesi <strong>del</strong>l’EFTA, strumenti che permetterebbero ai paesi partner di adottare<br />

il 30, 50 o 70 per cento <strong>del</strong> diritto e <strong>del</strong>la prassi comunitari riconosciuti.<br />

Ciò significa che i negoziati per una piena adesione potrebbero essere brevissimi. Svezia,<br />

Austria e Finlandia hanno intrapreso tale cammino, mentre paesi come la Svizzera, l’Islanda<br />

e la Norvegia hanno seguito un percorso diverso. Ma quanto sanno, oggi, che la Norvegia<br />

ha firmato gli accordi di Schengen e che la Svizzera contribuisce alla politica strutturale<br />

<strong>del</strong>l’Unione nei nuovi Stati membri? In altre parole, possiamo sviluppare relazioni molto<br />

strette e quindi può essere presa in ciascun caso la decisione se entrambe le parti intendono<br />

far continuare tale stretta collaborazione su base permanente o se vogliono che sia piuttosto<br />

un passaggio transitorio prima <strong>del</strong>la piena adesione.<br />

Di conseguenza, anche nei Balcani occidentali – sebbene non in Croazia, dove si tratterebbe<br />

di un passaggio totalmente illogico in questo momento – i paesi nei quali l’adesione sarebbe<br />

un processo più lento, potrebbero sfruttare questa fase transitoria, se lo desiderassero, per<br />

impiegarla come strumento. Deve essere data loro l’opportunità.<br />

Su questa base, onorevoli colleghi, credo che dovremmo essere in grado di rafforzare la<br />

prospettiva europea per usarla come strumento nella zona tra adesione e la politica di<br />

vicinato e così ampliare l’area di stabilità, pace e libertà in <strong>Europa</strong>, senza mettere a<br />

repentaglio il potenziale di sviluppo <strong>del</strong>l’Unione europea.<br />

Jean-Pierre Jouyet, Presidente in carica <strong>del</strong> Consiglio. − (FR) Signor Presidente, il Consiglio<br />

ringrazia il <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong> e in particolar modo l’onorevole Brok per la sua relazione<br />

sul documento di strategia <strong>del</strong> 2007 <strong>del</strong>la Commissione sull’ampliamento e coglie<br />

l’occasione per approvare il ruolo attivo svolto dal <strong>Parlamento</strong> e il suo inestimabile<br />

contributo al processo di allargamento.<br />

La relazione <strong>del</strong>l’onorevole Brok dimostra che l’ultimo allargamento è stato un successo<br />

sia per l’UE che per i paesi che vi hanno aderito.<br />

Crediamo che sia stato un successo per l’UE e che ha reso possibile superare la divisione<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Europa</strong> aiutando ad assicurare la pace e stabilità nel continente. Ha ispirato riforme, e<br />

ha rafforzato I principi fondamentali di libertà, democrazia, rispetto dei diritti <strong>del</strong>l’uomo<br />

e <strong>del</strong>le libertà fondamentali, lo stato di diritto e l’economia di mercato.<br />

L’ampliamento <strong>del</strong> mercato unico e l’espansione <strong>del</strong>la cooperazione economica hanno<br />

rafforzato la prosperità e competitività, che ha permesso all’Unione europea di migliorare<br />

la propria risposta alla sfida <strong>del</strong>la globalizzazione, e ha anche facilitato gli scambi con i<br />

nostri partner. L’allargamento ha indubbiamente conferito all’Unione europea maggior<br />

peso nel mondo rendendola un attore internazionale più forte.<br />

La nostra politica di allargamento è ben fondata e ha fatto proprie le lezione apprese dai<br />

precedenti allargamenti. Nel dicembre 2007, l’Unione ha concordato che la futura politica<br />

di ampliamento si basi sul consolidamento degli impegni, sulla condizionalità equa e<br />

rigorosa e sul miglioramento <strong>del</strong>la comunicazione. Ciò rimane la base <strong>del</strong> nostro<br />

atteggiamento verso l’allargamento.<br />

L’Unione ha concluso che, per poter mantenere la propria capacità di integrazione, I paesi<br />

candidati devono essere pronti ad accettare pienamente gli obblighi che derivano loro<br />

dall’adesione, e che l’Unione deve essere in grado di funzionare in modo efficace e di<br />

proseguire, come ha sottolineato l’onorevole Brok nel suo intervento.<br />

09-07-2008

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