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la civiltà nuragica - Sardegna Cultura

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ce a collocare <strong>la</strong> cultura « gallurese » dei «<br />

tafoni » nel<strong>la</strong> Fase <strong>nuragica</strong> in argomento.<br />

Il contesto in genere di elementi archeologici<br />

e di consuetudini connesse con <strong>la</strong> religione<br />

dei morti, si pone nello stesso quadro<br />

nuragico nel quale trovano giusto posto prodotti<br />

di vita materiale presenti in altre tombe<br />

di giganti (Leporeris e Masta<strong>la</strong>Fonni, Curtu-<br />

Nuoro, Su Monte e s’Ape, Li Lolghi e<br />

Coddu Vecchiu-Arzachena, Biristeddi-<br />

Dorgali), e in vil<strong>la</strong>ggi e nuraghi, come abbiamo<br />

detto sopra. Si tratta di un tempo nuragico<br />

in cui <strong>la</strong> cultura di Bonnànnaro ha<br />

chiuso sostanzialmente il suo lungo sviluppo,<br />

così che i luoghi citati non ne presentano<br />

più traccia. Anzi col revival decorativo,<br />

seppur rude e severo come <strong>la</strong> vita, manifestato<br />

diffusamente nel<strong>la</strong> produzione ceramica<br />

(ma anche nelle stele a dentelli e nei<br />

betili), si annunzia il ritorno proprio d’un<br />

valore - quello estetico - che le comunità di<br />

Bonnánnaro avevano rimosso in quanto non<br />

congeniale al<strong>la</strong> loro natura e al tenore di un<br />

vivere civile e sociale basato sul concreto e<br />

sul pragmatico che non consentiva evasione<br />

di sorta. Ciò non significa tuttavia che il<br />

mutamento materiale esteriore fosse stato<br />

Fig. 113. Gesturi, loc. Brunku Madugui: pianta di capanne<br />

nuragiche<br />

frutto d’una rottura spirituale e di una catastrofe<br />

politica.<br />

Il cambiamento si individua bene in un<br />

tipo singo<strong>la</strong>re di architettura religiosa, diverso<br />

da quello prevalente, già conosciuto,<br />

del tempio a pozzo. Dico del tempio a megaron,<br />

ossia di uno schema di edificio rettango<strong>la</strong>re<br />

con partizioni o meno all’interno<br />

e all’esterno prolungato in ante. Si tratta di<br />

una novità venuta da fuori perché, a parte<br />

l’apparente coincidenza dell’impianto<br />

rettilineo ortogonale con quello di pseudonuraghi<br />

e prima ancora del monumento di<br />

Monte d’Accoddi, l’insieme non ha alcuna<br />

diretta re<strong>la</strong>zione con tali costruzioni indigene,<br />

mentre rive<strong>la</strong> una propria autonoma<br />

individualità di origine esterna. Il tipo architettonico<br />

mostra un’applicazione sinora<br />

assai modesta, limitato com’è nel<strong>la</strong> collocazione<br />

geografica a pochi luoghi del centronord<br />

dell’iso<strong>la</strong>, presso taluni gruppi iso<strong>la</strong>ti,<br />

perché le restanti comunità nuragiche più<br />

estensivamente preferivano il consuetudinario<br />

pozzo sacro con il conseguente aspetto<br />

di religione delle acque. Eccetto i « megara<br />

» sacri di Serra Orrios-Dorgali, inseriti<br />

organicamente nel tessuto urbanistico del<br />

vil<strong>la</strong>ggio, quelli di Sos Nurattolos-Alà dei<br />

Sardi e di Cuccureddì-Esterzili si iso<strong>la</strong>no in<br />

luoghi montani, in vicinanza di poche altre<br />

strutture funzionali al servizio religioso.<br />

I due templi in antis di Dorgali - uno<br />

grande e uno piccolo - sono situati al centro<br />

e nel<strong>la</strong> periferia del borgo, il primo riservato<br />

forse ai soli abitanti del modesto centro di<br />

vita, il secondo piuttosto di fruizione pubblica<br />

intertribale in occasione del<strong>la</strong> festa, quando<br />

convenivano molti pellegrini forestieri.<br />

Difatti quest’ultimo edificio è circondato da<br />

un vasto recinto di m. 35 x 40 di diametro,<br />

con due ingressi. Il maggiore, limitato da un<br />

temenos ristretto, presenta <strong>la</strong> cel<strong>la</strong> rettango<strong>la</strong>re<br />

provvista di sedili al<strong>la</strong> base delle pareti<br />

e mostra una bozza simbolica sul<strong>la</strong> fronte<br />

d’un’anta, all’esterno.<br />

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