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la civiltà nuragica - Sardegna Cultura

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Fig. 157. Brocca askoide in bronzo dal nuraghe Ruju,<br />

Buddusò (SS)<br />

zanni, Genna Maria, Brunku Màdugui, Antigori<br />

e altri. Tuttavia, e in più, in qualche<br />

aggregato abitativo interviene un cambiamento<br />

qualitativo non irrilevante, che trova<br />

spiegazione nel trascorrere del tempo e nell’evoluzione<br />

del costume col contatto esterno,<br />

anche se resta un fondo formale dei modi<br />

di vivere, di produrre e di pensare del passato.<br />

Sono le stratificazioni del Nuragico I<br />

superiore e del Nuragico II del vil<strong>la</strong>ggio di<br />

Fig. 158. Brocca askoide da Desulo (NU)<br />

Su Nuraxi, a dare un’immagine sia pure limitata<br />

e incompleta, di questo mutamento che,<br />

a Barùmini, consente di suddividere <strong>la</strong> Fase<br />

IV in due sottofasi ben differenziate e con<br />

caratteri propri e significativi di sviluppo e<br />

progresso.<br />

La sessantina tra spazi e vani, costituenti<br />

il livello Nuragico I superiore di Barùmini,<br />

sono coordinati secondo <strong>la</strong> stesura tradizionale<br />

delle abitazioni a gruppi spaziati; e le<br />

dimore singole sono costruite con spesse<br />

murature a secco tendenti a disporre in fi<strong>la</strong>ri<br />

i grossi massi di basalto in parte simili, per<br />

forma e dimensioni, a quelli usati nell’antemurale<br />

recente e nel paramento esteriore<br />

del bastione ai quali, pertanto, gli ambienti<br />

abitativi sono contemporanei. Le capanne,<br />

rotonde e coperte al solito con tetto<br />

conico di legno e frasche, presentano nicchioni-giaciglio<br />

alle pareti, il foco<strong>la</strong>re segnato<br />

dal<strong>la</strong> terra arsa del pavimento e da ceneri<br />

e carboni, <strong>la</strong> o le macine a mano con i<br />

pestelli per temprarle. La vita animale è provata<br />

dai resti di pasto: ossa di bue, equini e<br />

suini, corna di cervo, molluschi di mare.<br />

Persiste l’industria litica: coti, lisciatoi,<br />

accette verdi, teste di mazza, utensili di ossidiana.<br />

In bronzo si hanno arnesi domestici di<br />

<strong>la</strong>voro (scalpelli, coltelli, aghi, punteruoli),<br />

elementi di acconciatura e monili vari (spilloni,<br />

forcelle, fibule a navicel<strong>la</strong>, anelli, grani<br />

di col<strong>la</strong>na), cose artistiche (navicelle e figurine).<br />

Copiosissime le ceramiche, di cui offro<br />

un campione ottenuto da un computo statistico<br />

su materiale dei vani e spazi 97, 103, 112,<br />

135-137, 144, 150, 152, 177, 182-184, 189<br />

(14 su 6023,3%).<br />

Si distinguono tre tipi ceramici: A=impasto<br />

nero o grigio compatto a grana fine ben<br />

depurato, superfici dagli stessi toni e lucidate<br />

a spato<strong>la</strong>; B impasto nerocarbonioso o strisciato<br />

con zona intermedia nera, meno compatto<br />

e talvolta friabile, superfici giallo ocra<br />

(passante al giallo bruno, rosso arancio),<br />

lucidate a spato<strong>la</strong> che rende consistente e<br />

bril<strong>la</strong>nte l’engobbio; C = impasto noccio<strong>la</strong> o<br />

rossastro compatto con inclusi medio e<br />

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