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la civiltà nuragica - Sardegna Cultura

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Fig. 236. Sassari, Museo Archeologico Nazionale: Blue<br />

stante da Laerru (SS) loc. Monte Altanu. Alt. cm 5, lungh.<br />

cm 7,5<br />

Fig. 238. Sassari, Museo Archeologico Nazionale: muflone<br />

stante da Laerru (SS) loc. Monte Altanu. Alt. cm 4,6, lungh.<br />

cm 5,2<br />

Fig. 238. Sassari, Museo Archeologico Nazionale: muflone<br />

stante da Olmedo (SS) loc. Camposanto. Alt. cm 8, lungh.<br />

cm 13,7<br />

tra, il bronzo e <strong>la</strong> terracotta sono i materiali<br />

per cui concezioni e miti religiosi, suggestioni<br />

magiche, personaggi e segni del potere,<br />

forme artico<strong>la</strong>te del<strong>la</strong> società dell’economia,<br />

un certo paesaggio umano e animale e, in<br />

definitiva, <strong>la</strong> vita dei protosardi si traducono<br />

in immagini più o meno aderenti ai fantasmi<br />

e al<strong>la</strong> realtà che si volevano rappresentare.<br />

Altri materiali scolpiti artisticamente non<br />

ci sono rimasti o forse <strong>la</strong> terra non ce li ha<br />

ancora restituiti. Ma non si può escludere che<br />

l’artigianato dell’età dei nuraghi, come di<br />

consueto, sapesse e avesse prodotto in materiale<br />

deperibile andato consunto: cera, osso e<br />

soprattutto legno, di varie essenze arboree,<br />

ne] quale si realizzavano xoana aniconici e<br />

antropomorfi i cui riflessi stilistici sono<br />

avvertibili nelle statue in pietra e nelle piccole<br />

icone di bronzo. Va ricordato, al riguardo,<br />

che le tribù (civitates) interne dei Barbaricini,<br />

insieme alle pietre (<strong>la</strong>pides menhirs) adoravano<br />

« ligna », dove si potrebbero riconoscere<br />

alberi ma anche pali totemici o simu<strong>la</strong>cri<br />

scolpiti, e forse pure dipinti, nel<strong>la</strong> materia<br />

lignea (GREG. MAGNO, Epist., XXVII, 4).<br />

Nel campo del dipinto però, è meglio par<strong>la</strong>re<br />

di applicazioni di colore più che di vera e<br />

propria pittura, perché i sardi nuragici, a<br />

quanto sinora ne sappiamo, non l’avrebbero<br />

conosciuta. Cosa per riflesso confermata<br />

dal<strong>la</strong> estrema scarsità delle ceramiche cromiche,<br />

anch’esse, nei rari casi, più colorate che<br />

dipinte. E’ invece <strong>la</strong> scultura a dominare<br />

quasi incontrastata, congeniale, per così dire,<br />

a quegli antichissimi e abili artigiani.<br />

I differenti materiali nei quali si produce<br />

<strong>la</strong> statuaria in pietra, <strong>la</strong> bronzistica e <strong>la</strong> corop<strong>la</strong>stica,<br />

contribuiscono, insieme al<strong>la</strong> condizione<br />

sociale e all’educazione artistica, al<strong>la</strong><br />

diversità di linguaggio delle opere. Nel fare<br />

arte in differenti stili sono presenti elementi<br />

individuali che rispecchiano l’estro personale<br />

e <strong>la</strong> tradizione e le circostanze nelle quali<br />

si realizzarono i prodotti. Stanno pure<br />

davanti elementi superindividuali che risentono<br />

del<strong>la</strong> partecipazione degli artisti al<br />

clima culturale di aree geografiche ed etni-<br />

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