la civiltà nuragica - Sardegna Cultura
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economica, <strong>la</strong> povertà endemica-sarda che<br />
non è ancora cessata. In definitiva: una specie<br />
di arte « proletaria » in confronto a quel<strong>la</strong><br />
di «potere» che segna il filone « geometrico<br />
» delle statuine nuragiche.<br />
La bronzistica figurata protosarda, dei<br />
due stili, dimostra genuine caratteristiche<br />
d’una tradizione « nazionale ». Come il grande<br />
fenomeno architettonico dei nuraghi e<br />
degli altri monumenti megalitici, queste sculture,<br />
che sono modelli in piccolo del<strong>la</strong> possente<br />
statuaria in pietra, rappresentano il<br />
risultato ottimale d’un processo e d’un progresso<br />
civile aventi energia e sostanza nell’autonomia<br />
del<strong>la</strong> cultura <strong>nuragica</strong>, frutto,<br />
del resto, dell’autodeterminazione politica,<br />
del sentimento e del<strong>la</strong> pratica di nazione.<br />
L’originalità dei bronzetti (e in genere dell’arte<br />
protosarda) nasce dal<strong>la</strong> piena coscienza<br />
e realizzazione storica dell’identità sarda<br />
nei primi secoli del I millennio a.C. In essi si<br />
riflettono lo spirito d’un popolo, che si crede<br />
protagonista, l’indipendenza e <strong>la</strong> sovranità<br />
del Paese ed una forte base costituzionale ed<br />
economica entro un sistema moralmente unitario.<br />
Ciò nonostante, questi singo<strong>la</strong>ri prodotti<br />
artistici non si chiudono all’esterno. Se non<br />
tutti, molti risentono, in partico<strong>la</strong>ri iconografici,<br />
in modi stilistici e in contenuti, di stimoli<br />
e insegnamenti venuti da esperienze<br />
d’arte di altre aree, vicine e lontane, del Mediterraneo.<br />
Già da tempo è stata riconosciuta<br />
una certa influenza fenicia, cosa abbastanza<br />
naturale a tener conto del<strong>la</strong> presenza di questo<br />
popolo in <strong>Sardegna</strong>, a fini di commercio,<br />
almeno dal IX secolo a.C. Si spiega così<br />
anche l’apparire n alcuni bronzi, specie del<br />
gruppo «libero », di motivi siriaci e più in<br />
generale del Vicino Oriente. Peraltro, l’arte<br />
fenicia entra solo di riflesso. Manca al<strong>la</strong><br />
<strong>Sardegna</strong> <strong>nuragica</strong> una vera e propria voga<br />
estetica orientalizzante nel<strong>la</strong> quale si crede<br />
abbiano avuto gran parte i Fenici. La forte<br />
carica «orientale », intima a molti bronzetti<br />
soprattutto del filone « geometrico «, dovrà<br />
spiegarsi con un apporto autonomo dei vari<br />
Paesi nei quali si individuano gli spunti:<br />
Urartu, Luristan, Cipro. Ho già detto che, più<br />
che pensare a contributi culturali venuti dal<br />
mercato asiatico, si potrebbe suggerire l’ipotesi<br />
di presenze nelle corti nuragiche di maestranze<br />
forestiere: appunto cipriote, urartee e<br />
luristane. Tuttavia l’arte locale egemone, al<strong>la</strong><br />
fine si imponeva sulle creazioni degli artefici<br />
delle grandi scuole metallurgiche persiane e<br />
caucasiche del IX-VIII secolo a.C. e dell’iso<strong>la</strong><br />
del rame (Cipro).<br />
Par<strong>la</strong>ndo degli scambi commerciali tra<br />
Protosardi e Protoetruschi, ho accennato a<br />
certe affinità di stilemi nelle rispettive produzioni<br />
artistiche in bronzo. Si aggiunge che<br />
nell’arte sarda si può vedere una fonte d’ispirazione<br />
dei bronzisti di Vetulonia. Nel vil<strong>la</strong>noviano<br />
I, Vetulonia e Populonia devono aver<br />
costituito, ripeto, i principali re<strong>la</strong>is nel<strong>la</strong> diffusione<br />
dei bronzi sardi lungo <strong>la</strong> costa<br />
dell’Etruria meridionale e sono gli unici centri<br />
a rie<strong>la</strong>borare i loro tipi archeologici di<br />
ascendenza <strong>nuragica</strong>. A livello più alto, non è<br />
un azzardo supporre occasionali incontri<br />
politico-diplomatici, personali e di stato, tra<br />
principi nuragici e sovrani etruschi, e anche<br />
una certa affinità o rispondenza, fra di loro,<br />
di atteggiamenti e comportamenti di c<strong>la</strong>sse<br />
se, a sentire Strabone (V, 22), i «Lucumoni »<br />
si chiamavano «sardi ». Tutto ciò poteva<br />
influire pure in fatto di corrispondeti inclinazioni<br />
culturali che l’arte in qualche modo<br />
rispecchiava dall’uno e dall’altro versante di<br />
civiltà.<br />
Quanto al<strong>la</strong> cronologia, le associazioni di<br />
bronzi sardi ed esterni delle quali ho già fatto<br />
menzione, indicano che l’attività dei calcheuti<br />
nuragici si è svolta dal<strong>la</strong> fine del IX<br />
secolo al<strong>la</strong> metà circa del VII. Per le navicelle<br />
in partico<strong>la</strong>re esiste una recenstipe con<br />
altri doni (soprattutto bronzetti). E, forse, <strong>la</strong><br />
grande quantità di questi ultimi spiega <strong>la</strong><br />
scarsezza dei primi.<br />
Nel<strong>la</strong> quasi generale sciattezza e rozzezza<br />
di esecuzione dei prodotti, in materia povera<br />
quale l’argil<strong>la</strong>, si può vedere l’intervento<br />
d’un artigianato corrivo ad uso di gente sem-<br />
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