la civiltà nuragica - Sardegna Cultura
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Fig. 135. Cagliari, Museo Archeologico Nazionale: matrice<br />
di fusione multip<strong>la</strong> per doppie asce, asce e scalpelli; da<br />
Belvì (NU)<br />
cis. Sino a prova contraria, pare oggi di poter<br />
scartare, sul<strong>la</strong> rocca di Antigori, <strong>la</strong> presenza’di<br />
una unità abitativa stabile e distinta<br />
micenea, poiché non basta a caratterizzar<strong>la</strong><br />
il tipo di dimora rettango<strong>la</strong>re con piccoli elementi,<br />
mentre nelle capanne indigene domina<br />
<strong>la</strong> forma rotonda a pezzame medio e<br />
grande. La esistenza di un enc<strong>la</strong>ve miceneo<br />
sul<strong>la</strong> costa cagliaritana, entro comunità indigene<br />
agguerrite, vorrebbe forme fisiche<br />
specifiche di urbanizzazione (<strong>la</strong> casa a megaron,<br />
<strong>la</strong> tomba a 1120/os), oggetti suntuari<br />
e<br />
almeno parte del patrimonio religioso e morale<br />
di coloro che si spostano radicandosi in<br />
nuove terre, dopo avere abbandonato <strong>la</strong> consuetudine<br />
dei viaggi periodici allo scopo di<br />
curare in loco gli scambi e le re<strong>la</strong>zioni con<br />
gli indigeni temporaneamente consenzienti<br />
al loro soggiorno, in quanto economicamente<br />
interessati.<br />
Invece si può immaginare una sorta di<br />
fase di precolonizzazione, contraddistinta da<br />
contatti sporadici iso<strong>la</strong>ti in pieno e dominante<br />
ambiente culturale indigeno, come<br />
elementi esotici al servizio del prestigio e<br />
del potere reale delle più alte élites sociali<br />
del luogo. Questi elementi si ripercuotono<br />
appena sul<strong>la</strong> cultura <strong>nuragica</strong> in fatto di vaori<br />
etici, ma inducono degli stimoli materiali<br />
e offrono suggerimenti e capacità tecniche,<br />
senza peraltro avere un ruolo determinante<br />
nel<strong>la</strong> società indigena. Tanto meno procurano<br />
l’inizio d’un processo di acculturazione o<br />
integrazione del patrimonio etnico delle<br />
popo<strong>la</strong>zioni residenti, le quali conservano,<br />
in tutti gli strati, <strong>la</strong> loro piena identità. Tale è<br />
l’interpretazione che si può dare, al massimo,<br />
del<strong>la</strong> presenza delle ceramiche micenee<br />
(ed anche d’una bipenne talismanica in<br />
piombo) ad Antigori, un episodio importante<br />
ma per ora assai limitato per trarne deduzioni<br />
storico-culturali. Al minimo si può ridurre<br />
questo ed altro (gli stessi pani di rame) a<br />
puro fatto di normali transazioni di commercio,<br />
nelle quali oggi non è facile distinguere<br />
ciò che si deve all’apporto diretto dei mercanti<br />
achei, al<strong>la</strong> mediazione di centri di raccolta<br />
di cose nhicenee (come ad esempio<br />
Lipari nelle Eolie) oppure anche all’intervento<br />
in prima persona di sardi che quelle<br />
cose andavano a cercare, portandosi i propri<br />
prodotti nelle proprie navi, negli empori<br />
sconc<strong>la</strong>ri siculi e dell’Italia meridionale.<br />
Che <strong>la</strong> situazione di contatto possa essere<br />
stata quel<strong>la</strong> per prima indicata, lo si può<br />
arguire anche dal fatto che non si riesce a<br />
osservare finora una forte produzione auto<br />
noma locale nel settore da supporre posto a<br />
base degli operatori tecnici esterni in <strong>Sardegna</strong>:<br />
ossia nel comparto minerario e del<strong>la</strong><br />
metallurgia. Si nota che, sino al termine del<strong>la</strong><br />
Fase 111, non cessa l’importazione di<br />
armi, utensili e oggetti suntuari di bronzo<br />
dall’Egeo, dall’Occidente e dall’area<br />
centroeuropea e peninsu<strong>la</strong>re italiana.<br />
Giungono soprattutto agli approdi del sud<br />
per risalire sporadicamente verso l’interno,<br />
spade di bronzo di tradizione tardomicenea<br />
(1230-1100 circa), e iberica (ante IX),<br />
accette a spal<strong>la</strong> e codolo, o con due sporgenze<br />
marginali, o a occhielli, a cannone con<br />
Fig. 136. Lame di pugnali da Abini, Teti (NU)<br />
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