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la civiltà nuragica - Sardegna Cultura

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figurine il collo è protetto da goliera e limitato<br />

da treccioni, il corpo difeso da spal<strong>la</strong>cci,<br />

corazza e schinieri. Armi sono <strong>la</strong> spada, o <strong>la</strong><br />

daga o lo stocco tenuti verticali o appoggiati<br />

al<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> sinistra perché <strong>la</strong> destra è impegnata<br />

nel gesto del saluto-preghiera; in più lo<br />

scudo, rotondo, proteso davanti o pendente<br />

sul dorso, liscio o rinforzato da p<strong>la</strong>cche e<br />

borchie metalliche o con strati di cuoio<br />

impresso a motivi geometrici.<br />

Nel repertorio iconografico spiccano anche<br />

gli arcieri, con una presenza corrispondente<br />

al loro peso nel<strong>la</strong> gerarchia e nel<strong>la</strong><br />

forza militare. Figurati in piedi, di fronte o di<br />

fianco, in riposo o in atto di scoccare <strong>la</strong> freccia<br />

da grandi e piccoli archi, mostrano una<br />

piastra spessa di cuoio che difende il petto o<br />

lo stomaco e, alle spalle, <strong>la</strong> faretra e altri<br />

oggetti sussidiari. Taluni esemp<strong>la</strong>ri hanno il<br />

capo protetto da elmo crestato con brevi<br />

corna o a berretta conica guernita di <strong>la</strong>rga «<br />

panache », per il resto fanno vedere gorgiera,<br />

corta corazza sopra <strong>la</strong> tunica, schinieri. Si<br />

distinguono totalmente nel<strong>la</strong> massa delle statuine,<br />

i due citati arcieri da Sárdara (fig.<br />

230). Una calottina copre <strong>la</strong> testa che è riparata,<br />

sul <strong>la</strong>to sinistro esposto e vulnerabile,<br />

da una <strong>la</strong>stra di metallo borchiata per far slittare<br />

i colpi. Al petto è calzato il giustacuore<br />

finemente inciso a denti di lupo, al<strong>la</strong> vita gira<br />

un breve gonnellino rivestito davanti da un<br />

grembiule stretto al<strong>la</strong> vita da una cintura a<br />

borchie e ornato per il rimanente da bande<br />

verticali rilevate in lustrini di partico<strong>la</strong>re efficacia<br />

decorativa. E’ un tipo di gonnellino «<br />

orientale », che trova riscontro nel « caftan »<br />

degli arcieri assiri, nel grembiule dei sagittari<br />

ciprioti, nel<strong>la</strong> veste dei guerrieri Srdn<br />

(Sherden) rappresentati nei monumenti<br />

egizi. La pesantezza del complesso bagaglio<br />

di armi portato dagli arcieri (da supporre da<br />

cerimonia) è alleggerito dal fisico esile e<br />

schematico, e ciò sta bene col tipo del loro<br />

combattimento richiedente speditezza e agilità<br />

nei movimenti.<br />

Abbiamo detto delle statuine che si proteggono<br />

<strong>la</strong> testa con lo scudo oblungo, avendo<br />

<strong>la</strong> mano destra avvolta in un guanto armato.<br />

Si tratta forse d’un corpo speciale,<br />

addetto al<strong>la</strong> sca<strong>la</strong>ta delle mura. Dell’esistenza<br />

di truppe leggere dà prova <strong>la</strong> figurina<br />

d’un fromboliere, da Uta. Capo scoperto,<br />

tunica e giaccone di cuoio al corpo, il soldato<br />

stende con ambe le mani <strong>la</strong> fonda di fune<br />

attorcigliata. I fromboleri operavano dall’alto<br />

dei nuraghi come suggeriscono i<br />

proiettili trovati in essi, ma pure in campo<br />

aperto facendo luogo, dopo una prima intensa<br />

scarica di pietre, al nerbo del<strong>la</strong> fanteria.<br />

Tra i personaggi non di rango, il repertorio<br />

dei bronzetti offre una varietà istruttiva<br />

di devoti che pregano e presentano doni al o<br />

ai numi. Più comune è l’offerta del<strong>la</strong> focaccia<br />

tenuta sul palmo del<strong>la</strong> mano sinistra protesa.<br />

Cambia <strong>la</strong> veste delle statuine, come lo<br />

stile che privilegia ora <strong>la</strong> linea, ora l’ornato e<br />

ora un certo movimento p<strong>la</strong>stico. La testa<br />

scoperta o protetta da copricapi a calotta, a<br />

turbante, a lembo o da un fazzoletto annodato<br />

sul<strong>la</strong> fronte, il corpo rivestito di tunica cui<br />

si sovrappongono giacconi o di succinto<br />

gonnellino, le gambe assai di rado protette<br />

da stivali, tutte le statuette compiono il rituale<br />

del saluto con <strong>la</strong> destra, mentre <strong>la</strong> sinistra<br />

attende a reggere l’oggetto votivo d’occasione.<br />

E’ notevole che alcuni elementi dell’acconciatura<br />

e del costume si trovino a perdurare<br />

nell’etnografia moderna del<strong>la</strong> <strong>Sardegna</strong>,<br />

sino a poco tempo fa e ancora oggi. Al berretto<br />

a lembo corrisponde <strong>la</strong> «berritta », un<br />

indumento per vero di <strong>la</strong>rgo uso mediterraneo.<br />

Al giaccone si rifà il « collettu », un<br />

capo di vestiario maschile, fatto di cuoio con<br />

cuciture <strong>la</strong>terali senza maniche, che costumaya<br />

nell’SOO e fino all’inizio di questo secolo.<br />

Il fazzoletto annodato lo portano tuttora<br />

i contadini nel<strong>la</strong> calura estiva e le trecce,<br />

ostentate da certi bronzetti, erano di ga<strong>la</strong> tra<br />

i fieri e prestigiosi uomini sardi del secolo<br />

scorso.<br />

A caratterizzare questa antica gente dei<br />

campi, pastori e contadini, così reverente<br />

verso i propri dei, stanno, oltre le vesti e l’ab-<br />

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