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la civiltà nuragica - Sardegna Cultura

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eroico, sovrastrutturale e superiore, delle<br />

sculture.<br />

Anche il colore rosso che rimane nel busto<br />

di un arciere con difendi stomaco, ha valore<br />

descrittivo, di policromia, inteso ad ampliare<br />

ed enfatizzare <strong>la</strong> visione di primo piano,<br />

ma nul<strong>la</strong> ha a che vedere nel senso di<br />

tono usato per imitare <strong>la</strong> natura dell’opera<br />

d’arte. Infatti, <strong>la</strong> scultura <strong>nuragica</strong>, pur immersa<br />

com’è nell’ideologia religiosa naturalistica,<br />

non consente che al<strong>la</strong> natura siano<br />

sottratte le segrete forze magiche le quali sarebbero<br />

per così dire vio<strong>la</strong>te cd annul<strong>la</strong>te deli<br />

‘esteriorità del<strong>la</strong> rappresentazione formale.<br />

Lo stile geometrico dal momento che non<br />

conosce ancora l’incontro e <strong>la</strong> fusione con il<br />

modo artistico orientalizzante (verificabile<br />

nell’arte protosarc<strong>la</strong> nel<strong>la</strong> prima metà del<br />

VII), riporta <strong>la</strong> produzione statuaria di Monti<br />

Prarna, che è unitaria culturalmente, all’Vili<br />

secolo a.C. Questa cronologia rende<br />

sincrona l’origine del<strong>la</strong> grande p<strong>la</strong>stica <strong>nuragica</strong><br />

a quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> scultura greca. Ciò può<br />

apparire Strano nell’ottica clic ci si è fatta,<br />

con abito c<strong>la</strong>ssicista, dei valori e dei processi<br />

del<strong>la</strong> storia artistica occidentale volta a privilegiare<br />

e anteporre, anche nel tempo, le<br />

elevate esperienze elleniche. In realtà le nostre<br />

statue debbono essere considerate un<br />

significativo episodio d’un mondo singo<strong>la</strong>re<br />

e diverso, estraneo al greco e al c<strong>la</strong>ssico.<br />

Esse si ascrivono invece a un mondo antic<strong>la</strong>ssico<br />

(di fatto e non P intenzione polemica),<br />

periferico (e lino a un certo punto)<br />

nel senso geografico, non nel<strong>la</strong> sostanza di<br />

quanto riesce ad esprimere esteticamente.<br />

Siamo dinanzi al frutto superiore d’una condizione<br />

etnico-etico-storica nazionale protosai-da,<br />

non subalterna né dipendente, paragonabile<br />

a quel<strong>la</strong> di altre aree mediterranee<br />

circostanti e comunicanti, pienamente civili.<br />

Da questi prodotti artistici <strong>la</strong> dialettica d’una<br />

<strong>Sardegna</strong> <strong>nuragica</strong> a «storia minore», rispetto<br />

a quel<strong>la</strong> a «storia maggiore» di altri Paesi,<br />

risulta completamente rovesciata. Qui <strong>la</strong><br />

<strong>Sardegna</strong> giunge al culmine del<strong>la</strong> sua antica<br />

civiltà e raggiunge il meglio del suo assetto<br />

sociale che stimo<strong>la</strong> l’arte a manifestar<strong>la</strong> e a<br />

illustrar<strong>la</strong> con viva e convinta adesione.<br />

Il quasi mezzo migliaio di figurine, finora<br />

pervenute, indica <strong>la</strong> predilezione artigianale<br />

per <strong>la</strong> picco<strong>la</strong> p<strong>la</strong>stica in bronzo. La<br />

scultura in bronzo lion conosce appunto il<br />

modulo in grande. Non che non fosse idealmente<br />

sentito (di fatto è sotteso in molte statuette).<br />

Ma, concretamente, l’organizzazione delle<br />

officine era insufficiente a realizzare opere<br />

richiedenti una complessa attrezzatura materiale<br />

e procedimenti tecnici e<strong>la</strong>borati, costose<br />

per <strong>la</strong> quantità di metalli necessari, non<br />

richieste dai committenti e dall’uso.<br />

Si ebbe una diffusione generalizzata del<br />

prodotto, derivata dal <strong>la</strong>rgo consumo a comune<br />

fine dovuto a esigenze profonde di costume<br />

e spirituali. Il maggior numero viene<br />

dalle zone interne dell’iso<strong>la</strong>, dove <strong>la</strong> civiltà<br />

<strong>nuragica</strong> maturò più spiccate caratteristiche<br />

conservandole più a lungo clic altrove. Qui<br />

erano anche i santuari più famosi e frequentati<br />

(S. Vittoria, Abini) nei quali affluivano in<br />

gran copia gli ex-voti figurati. Qui era pure<br />

presente il metallo e non potevano mancare<br />

consistenti opifici artigianali sotto il controllo<br />

dei sacerdoti in possesso delle alchimie e<br />

delle tecniche del bronzo.<br />

« Veri bronzi » sono le statuette come dimostrano<br />

le analisi. Il rame nelle proporzioni<br />

tra 80 e 90% e lo stagno in misura da 5 a<br />

10 sono le maggiori componenti.<br />

Ovviamente non mancano differenze quantitative<br />

negli elementi metallici di contenuto,<br />

fondamentali e integrativi o residui (arsenico,<br />

piombo, zinco, ferro, nichel e cobalto).<br />

Non si possono trarre ancora precise conclusioni<br />

intorno al<strong>la</strong> natura c/o alle origini del<strong>la</strong><br />

tecnologia protosarda dei metalli.<br />

Di sicuro c’è l’uso del rame locale,<br />

estratto e ridotto dal<strong>la</strong> calcopirite di Funtana<br />

Raminosa-Gadoni, clove accanto al<strong>la</strong> miniera<br />

furono osservati resti di fonderia. E’ questa<br />

una prova del ruolo avuto dal centro<br />

iso<strong>la</strong>no nell’attività metallurgica. Si possono<br />

aggiungere gli avanzi di scorie, crogioli di<br />

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