la civiltà nuragica - Sardegna Cultura
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dei quali, a differenza dei primitivi,<br />
restano avanzi murari e elementi di industria<br />
utili per individuare l’identità di<br />
cultura e <strong>la</strong> collocazione nel tempo.<br />
Passando a considerare il genere<br />
funerario del<strong>la</strong> Fase II, è da riferirgli una<br />
parte delle 300 e più tombe di giganti<br />
sinora conosciute nell’iso<strong>la</strong>. Vi appartengono<br />
sepolcri del tipo, a strutture ortostatiche<br />
con esedra segnata da stele centinata,<br />
e a struttura a fi<strong>la</strong>ri mantenuta anche<br />
nello spazio semicirco<strong>la</strong>re antistante,<br />
privo di stele. Sono sviluppi delle tombe<br />
megalitiche del<strong>la</strong> fase precedente, in<br />
forme progredite e meglio definite, nonché<br />
più estese nel territorio in corrispondenza<br />
al inoltiplicarsi delle torri con le<br />
quali sono per lo più connesse visualmente<br />
e funzionalmente, costituendone<br />
i sepolcri degli abitanti. Vi si seppellivano<br />
anche, collettivamente e spesso<br />
coli rito « secondario » dopo <strong>la</strong> scarnificazione<br />
e scomposizione dello scheletro,<br />
i morti dei vil<strong>la</strong>ggi presso cui si situano<br />
le tombe, a qualche centinaio di metri di<br />
distanza quando non si approssimano ai<br />
limi ti. Le cataste di defunti erano<br />
accompagnate da scarsa suppellel ie per<br />
l’uso simbolico nell’aldilà. Frequenti e<br />
numerose, invece, le offerte di vasi in<br />
terracotta e altri oggetti sulle banchine o<br />
sul piano nudo dell’esedra, dove si celebravano<br />
cerimonie funebri nel<strong>la</strong> ricorrenza<br />
dei morti e forse anche si effettuava<br />
l’incubazione per guarire i mali psichici<br />
e fisici, come informa <strong>la</strong> tradizione letteraria<br />
antica.<br />
Nel tipo di tomba di giganti coli struttura<br />
ortostatica e stele centinata, sono re<strong>la</strong>tivamente<br />
significativi in senso culturale<br />
e cronologico, gli esempi di Goronna<br />
di Pau]i<strong>la</strong>tino e Tamuli di Macornér,<br />
entrambi facenti parte d’un gruppo di<br />
due sepolcri megalitici del genere, nelle<br />
condizioni di vicinanza a nuraghi e vil<strong>la</strong>ggi,<br />
sopraccennate.<br />
La maggiore delle tombe di Goronna<br />
(fig. 38), presenta un corpo rettango<strong>la</strong>re<br />
absidato a profilo concavo-convesso, di<br />
m. 24,60 di lunghezza, con emiciclo<br />
frontale di iii. lO di corda. Contiene una<br />
camera allungata per ben m. 18,25 e<br />
<strong>la</strong>rga appena m. 1,31 (superficie mq.<br />
23,90; rapporto massa-spazio 3,45),<br />
chiusa, in origine, da <strong>la</strong>stroni piani di<br />
basalto di cui se ne conserva soltanto<br />
uno, all’altezza di m. 1,40 dal suolo (mc.<br />
2,16, peso t. 6,78). Rimane un frammento<br />
del<strong>la</strong> stele arcuata, scorniciata e con<br />
listello trasversale, dell’altezza originaria<br />
calco<strong>la</strong>bile in fll. 3,20, di poco inferiore<br />
al<strong>la</strong> media m. 3,67 d’una dozzena<br />
di questo tipo evoluto di stele; (<strong>la</strong> più alta<br />
è quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> tomba di giganti di Coddu-<br />
Vecchiu-Arzachena: m 4,04, <strong>la</strong> più bassa<br />
quel<strong>la</strong> di Su Crastu CovaccaduBonorva:<br />
m. 2,60). Nell’esedra stavano betili conici<br />
in funzione semantica e simbolica.<br />
Dall’emiciclo dal<strong>la</strong> «galleria» tombale si<br />
ebbero suppellettili litiche e ceramiche:<br />
punte di freccia e schegge di ossidiana,<br />
un truogob con incavo tondeggiante<br />
(<strong>la</strong>mpada); vasi di impasto rozzo o di<br />
buona fattura di aspetto « buccheroicle »,<br />
in forma di pentole bitroncoconiche e<br />
cilindrosferiche, scodelloni troncoconici,<br />
ciotole emisferiche, piatti e tegami. Tra i<br />
manici, a lingua, ad anello, anche il tipo<br />
a gomito con appendice rialzata di<br />
Bonnànnaro, aspetto presente nel conte-<br />
Fig. 45. Betili dal<strong>la</strong> tomba di giganti di s’abbaia si<strong>la</strong>nus<br />
(NU) ed ora presso <strong>la</strong> chiesa di San Lorenzo<br />
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