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la civiltà nuragica - Sardegna Cultura

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zioni e nel<strong>la</strong> ricchezza dei contenuti culturali,<br />

sacche di resistenza e di conservazione<br />

clove l’elementarietà e <strong>la</strong> rozza tecnica degli<br />

edifizi va di pari passo con <strong>la</strong> presenza di<br />

fogge arcaiche ed essenziali (si veda <strong>la</strong> mancanza<br />

di ceramiche decorate al pettine nel<br />

Peppe Gallu).<br />

In partico<strong>la</strong>re questa c<strong>la</strong>sse di ceramiche<br />

ornate, insieme a forme vasco<strong>la</strong>ri del<br />

quadro dei nuraghi esaminati, concorre a<br />

individuare l’esistenza di vil<strong>la</strong>ggi definiti in<br />

assetti ben organizzati, nel<strong>la</strong> Fase III. Questi<br />

aggregati abitativi ora sono situati su piccole<br />

rocche naturali integrate da muraglie e<br />

recinti con istanze fortificatorie, includenti<br />

poche capanne di pietra e frasche talora<br />

completate da grotte e camminamenti in’-<br />

roccia (Punta Cande<strong>la</strong> e Monte Mazzolu in<br />

Gallura, Punta Casteddu a Lu<strong>la</strong>). Ora prendono<br />

figura abbastanza razionale per i<br />

tempi, di estesi agglomerati capannicoli,<br />

non di rado compiuti urbanisticamente da<br />

nuraghi e tombe megalitiche, con ubicazione<br />

su altopiani (Serra Orrios-Dorgali,<br />

Brunku Màdugui-Gesturi) o su leggeri rilievi<br />

del terreno (Palmavera-Alghero, Elei-<br />

Olzai, Sos Cunzaos-Gavoi). In questi tessuti<br />

urbani più consistenti potremmo includere<br />

<strong>la</strong> parte più antica (ossia i livelli profondi)<br />

delle abitazioni del vil<strong>la</strong>ggio a contatto<br />

col nuraghe di Su Nuraxi-Barùmini, stratificate<br />

come in un tell (Fase del Nuragico inferiore).<br />

Si capisce che l’esistenza di migliaia di<br />

nuraghi appartenenti a questa Fase III, i<br />

quali per lo più presuppongono <strong>la</strong> presenza<br />

di altrettanti aggregati di dimora di sudditi<br />

in funzione del potere dei principi, fanno<br />

ascendere il loro numero a ben oltre quello<br />

del campionario citato. Le ristrutturazioni,<br />

avvenute in periodo di tempo successivi per<br />

cause naturali e umane, dei più antichi<br />

nuclei d’abitazione, non consentono di precisare<br />

<strong>la</strong> consistenza quantitativa delle case,<br />

le quali, nel<strong>la</strong> definitiva stesura edilizia,<br />

Fig. 78. Pianta generale del complesso nuragico di<br />

Palmavera, Alghero (SS)<br />

variano nel numero dalle 40 alle 200: ciò<br />

che fa ipotizzare una popo<strong>la</strong>zione da qualche<br />

centinaio a un migliaio e più di individui.<br />

In effetti, non c’è possibilità di verifica,<br />

come ci sfugge il calcolo dello stato demografico<br />

dell’iso<strong>la</strong> che, se fosse valida <strong>la</strong> supposizione<br />

del<strong>la</strong> presenza d’una trentina di<br />

abitanti in media sui 7.0008.000 nuraghi e<br />

dimore pertinenti, oscillerebbe tra le 200 e<br />

le 250 mi<strong>la</strong> unità. Allo stesso modo, nul<strong>la</strong><br />

sappiamo del<strong>la</strong> grandezza degli eserciti e<br />

del<strong>la</strong> forza <strong>la</strong>voro, né come i primi fossero<br />

reclutati e le seconde organizzate in una<br />

società difficile anch’essa a definire nelle<br />

sue artico<strong>la</strong>zioni professionali e produttive.<br />

A differenza dell’immagine dei centri<br />

abitati mediterranei, tortuosi, con scale e vi-<br />

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