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la civiltà nuragica - Sardegna Cultura

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Anche se <strong>la</strong> vita degli abitanti dei<br />

nuraghi non prende rilievo in tutte le attività<br />

materiali e spirituali, non mancano<br />

taluni elementi utili al<strong>la</strong> rappresentazione<br />

di caratteri etici. Abbiamo detto del<strong>la</strong><br />

tradizione religiosa. Circa i costumi<br />

funerari, va segnato, accanto al modo di<br />

seppellimento secondario che sembra<br />

prevalente, quello del<strong>la</strong> deposizione primaria<br />

in postura semirannicchiata. Del<br />

primo sono testimoni gli avanzi scheletrici,<br />

ritrovati sconnessi nel<strong>la</strong> tomba di<br />

Oridda, di una ventina di adulti più sei<br />

bambini e un feto. Per il secondo è indice<br />

<strong>la</strong> salma, rinvenuta in posizione anatomica<br />

su un letto di frasche, del<strong>la</strong> donna<br />

sepolta nel<strong>la</strong> grotta naturale di Sisaia<br />

(Oliena), assieme al suo povero corredo<br />

ceramico (una cioto<strong>la</strong> e un tegame), a<br />

una macina di granito e a tronchetti<br />

lignei cornbusti di foco<strong>la</strong>re: segni ideologici<br />

del<strong>la</strong> vita terrena domestica supposta<br />

continuare nell’al di là.<br />

Nell’ordine del<strong>la</strong> medicina, riservata<br />

a esperti « stregoni », continuano pratiche<br />

già conosciute dal<strong>la</strong> Fase I. Al<strong>la</strong><br />

donna di Sisaia fu praticata, con raffinata<br />

manualità chirurgica, <strong>la</strong> trapanazione<br />

in vita del cranio e, nello stesso tempo,<br />

fu eseguito un intervento craniop<strong>la</strong>stico<br />

di autotrapianto, reintegrando nel foro <strong>la</strong><br />

rondel<strong>la</strong> ossea ritagliata. La paziente<br />

sopravvisse a queste operazioni frutto di<br />

esperienza e metodo forse mutuati attraverso<br />

scambi etnoiatrici con gruppi<br />

umani europei o da questi ereditati per<br />

lunga tradizione. Sapienti nelle arti mediche,<br />

quanto lo erano nel costruire i<br />

sofisticati monumenti megalitici, i nuragici<br />

del <strong>la</strong> Fase II traevano motivi per<br />

affinare <strong>la</strong> loro specializzazione sanitaria<br />

dal complesso quadro patologico dovuto<br />

a tare ereditarie, situazioni igienicheambientali,<br />

fatti alimentari e altri fattori<br />

di debilitazione e di distruzione fisica.<br />

Soggetti del<strong>la</strong> tomba di Oridda presentano<br />

numerose alterazioni artrosiche a<br />

carico dei corpi vertebrali nelle sezioni<br />

lombare e toracica, inspessimenti del<strong>la</strong><br />

volta cranica di origine morbosa endemica,<br />

varismo omerale di tipo congenito.<br />

La donna di Sisaia era un coctail di<br />

ma<strong>la</strong>ttie: carie secondaria e incrostazioni<br />

di tartaro a carico del colletto dei denti;<br />

artrosi vertebrale (spondilite anchilosante);<br />

esostosi del sacro, neoformazione di<br />

origine neop<strong>la</strong>stica; osteoporosi; fratture<br />

al<strong>la</strong> scapo<strong>la</strong> e all’ulna dell’arto superiore<br />

sinistro per caduta o per colpo di corpo<br />

contundente; persino un dente conoide<br />

sovrannumerario. Buon ultimo, un probabile<br />

tumore al cervello, che determinò<br />

<strong>la</strong> trapanazione cranica riuscita. Per una<br />

serie di cause ereditarie e aggravanti del<br />

fisico, è breve <strong>la</strong> vita umana. Dall’esame<br />

di un cranio femminile di Oridda si desume<br />

un’età vitale non superiore ai 30<br />

anni; <strong>la</strong> donna di Sisaia finì le sue pene<br />

tra i 25 e i 30 anni.<br />

Sono sempre i reperti scheletrici di<br />

Oridda e Sisaia a fornire caratteri<br />

morfoantropologici del<strong>la</strong> gente del<strong>la</strong><br />

Fase II, anche se limitati a individui femminili<br />

(dei maschi si hanno dati molti<br />

parziali e poco significativi). Le donne di<br />

Sisaia e di Oridda hanno statura sotto <strong>la</strong><br />

media: 150,07 e 150 rispettivamente. E’<br />

un valore squisitamente sardo che si<br />

riscontra nell’attuale di cm. 149,8 di<br />

donne dell’interno dell’iso<strong>la</strong>. Ben lontano<br />

è questo indice staturale medionuragico<br />

dai cm. 156,5 di individui femminili<br />

prenuragici di cultura Ozieri di capo<br />

S. Elia (Cagliari) e dai cm. 159,2 di<br />

donne di cultura Monte C<strong>la</strong>ro di Concali<br />

Corongiu Acca (Vil<strong>la</strong>massargia). Vicina<br />

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