la civiltà nuragica - Sardegna Cultura
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Fig. 180. Cagliari, Museo Archeologico Nazionale: specchio<br />
bronzeo, dal<strong>la</strong> grotta-santuario di Pirosu Su Benatzu,<br />
Santadi (CA)<br />
tanto da poterlo chiamare « nazionale », rappresentando<br />
per così dire fisicamente il cemento<br />
religioso dell’unità morale dei sardi<br />
del tempo.<br />
Le caverne sacre e i santuari ipogeici rive<strong>la</strong>no<br />
un <strong>la</strong>to del<strong>la</strong> religione naturalistica<br />
collegato col culto ctonio, reso alle divinità<br />
degli inferi.<br />
Più di tutti è nota <strong>la</strong> caverna-santuario di<br />
Pirosu-Su Benatzu (Santadi), scavata al<strong>la</strong><br />
base d’una cresta di rocce calcari. Si penetra<br />
in essa per parecchie vie d’accesso, incassate<br />
fra le pareti naturali, a tratti murate. Il ramo<br />
principale, tortuoso, si sviluppa per circa 180<br />
metri sino al<strong>la</strong> profondità di 150. Si diramano<br />
dal principale rami e concamerazioni<br />
secondarie fra le quali spicca quel<strong>la</strong> del santuario,<br />
distante 120 metri dall’imboccatura<br />
dell’antro, al<strong>la</strong> profondità di 95 metri. Una<br />
vasta camera, ricca di pozze d’acqua e di formazioni<br />
sta<strong>la</strong>ttitiche, precede, con altri<br />
ambienti, il vano del recesso sacro. E’ questo<br />
di contorno tondeggiante, delimitato da<br />
colonne di sta<strong>la</strong>gmiti, del diametro di m.<br />
10/15 con altezza variabile dal pavimento (da<br />
m. 4 al centro a 2,50 davanti all’ingresso).<br />
Sul<strong>la</strong> parete di fondo sta una sta<strong>la</strong>gmite fungente<br />
da “altare”, di m. 1,80 d’altezza, con ai<br />
piedi, seminascosto, un pozzetto d’acqua,<br />
rotondo, <strong>la</strong>rgo m. 0,40 e profondo 0,22, supposto<br />
di carattere lustrale. Verso <strong>la</strong> parete<br />
destra, accanto all’altare, c’era il “foco<strong>la</strong>re”,<br />
ottenuto da un rilievo cupoliforme formatosi<br />
fra due sta<strong>la</strong>ttiti, sopraelevato dal pavimento<br />
m. 0,50. Il foco<strong>la</strong>re aveva annerito <strong>la</strong> volta e<br />
le prossime formazioni sta<strong>la</strong>ttitiche, per<br />
lungo uso.<br />
Dinanzi al foco<strong>la</strong>re stava una quantità<br />
notevole di carbone e cenere, costituente un<br />
deposito stratificato di 50 cm. d’altezza. Seminascosti<br />
dalle ceneri dei foco<strong>la</strong>ri, erano<br />
deposti numerosi reperti fittili, accatastati in<br />
tre cumuli. Un’urna conteneva resti ossei<br />
Fig. 181. Cagliari, Museo Archeologico Nazionale: tripodeo<br />
bronzeo, dal<strong>la</strong> grotta-santuario di Pirosu Su Benatzu,<br />
Santadi (CA)<br />
Fig. 182. Abini, Teti: impugnatura di specchio con lucerto<strong>la</strong><br />
e ranocchio in rilievo (a sinistra) ed elsa di pugnale con<br />
figura di guerriero (a destra)<br />
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