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la civiltà nuragica - Sardegna Cultura

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1227), mostrano un grande dinamismo in<br />

direzione del Mediterraneo occidentale sino<br />

in Sicilia, oltre che verso le isole dell’Egeo e<br />

l’Asia Minore.<br />

Lasciando impregiudicata <strong>la</strong> questione se<br />

costruttori di nuraghi siano stati i She<br />

rdanw o altri popoli (si ipotizzano anche<br />

Sardi asiatico-caucasici) e abbiano partecipato<br />

o meno ai movimenti e a guerre mediterranee,<br />

è certo, però, che tra protosardi e<br />

popo<strong>la</strong>zioni insu<strong>la</strong>ri o rivierasche del<br />

Mediterraneo dovettero intervenire, in questa<br />

Fase III, almeno rapporti e scambi di<br />

carattere commerciale. Lo dimostrano i<br />

pani di rame e le ceramiche micenee tarde,<br />

che arrivano probabilmente da Cipro, iso<strong>la</strong><br />

con <strong>la</strong> quale <strong>la</strong> <strong>Sardegna</strong>, per lungo tempo<br />

del<strong>la</strong> protostoria e nei tempi storici, per il<br />

tramite fenicio intrattenne non poche e non<br />

irrilevanti re<strong>la</strong>zioni, tanto da essere segnata<br />

da un certo « sigillo » ciprioto.<br />

Oggi si discute se i pani di rame che, nelle<br />

terre occidentali, si rinvengono numerosi e<br />

frequenti soltanto in <strong>Sardegna</strong>, possano esse<br />

stati prodotti, almeno in parte, localmente,<br />

benché rechino marchi di fabbrica dell’alfabeto<br />

« egeo ». Si potrebbe supporre <strong>la</strong><br />

presenza nell’iso<strong>la</strong> di gruppi di ciprioti-micenei,<br />

esperti nel<strong>la</strong> metallurgia del rame (da<br />

questo metallo prende appunto nome<br />

Cipro), venuti non di loro iniziativa come<br />

imprenditori-colonizzatori, ma chiamati dai<br />

principi nuragici per introdurre <strong>la</strong> ricerca e<br />

<strong>la</strong> metallurgia del rame e di altri metalli:<br />

forse dello stesso stagno presente, come<br />

l’argento, lo zinco e il piombo, nel sottosuolo<br />

sardo. I tempi nuovi, di grande conflittualità,<br />

esigevano e sollecitavano anche<br />

in <strong>Sardegna</strong> l’avvio di un processo di industrializzazione<br />

per lo sviluppo economico e<br />

il consenso al<strong>la</strong> politica dì potere delle<br />

signorie nuragiche. Ci pare che, proprio a<br />

questi fini egemonici a livello locale, i principi<br />

protosardi e <strong>la</strong> connessa c<strong>la</strong>sse sociale<br />

non potessero <strong>la</strong>sciare in altrui possesso e<br />

profitto risorse tanto preziose come quelle<br />

minerarie e metallurgiche, mentre sembra<br />

p<strong>la</strong>usibile l’ipotesi che essi consentissero a<br />

che le <strong>la</strong>vorassero estranei in veste di tecnici<br />

alloro servizio. I marchi « minoico-micenei<br />

» sui lingotti, caratterizzando l’origine<br />

dei metallurghi, facilitavano, insieme, <strong>la</strong><br />

commercializzazione del prodotto sardo,<br />

avendo il nome egeo-acheo <strong>la</strong>rga popo<strong>la</strong>rità<br />

e capacità e forza di introdursi nei più<br />

importanti centri del mercato mediterraneo.<br />

Questa ipotesi avrebbe senso più generale,<br />

se rapportata al fenomeno di regionalizza-<br />

Fig. 124. Pianta e sezione del tempio a megaron di Domu<br />

de Orgia in loc. Cuccureddu Esterzili (NU)<br />

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