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la civiltà nuragica - Sardegna Cultura

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ti in misura, per definirsi su piani di posa<br />

orizzontali sotto <strong>la</strong> sommità in leggero<br />

aggetto. La “galleria” interna, di pianta<br />

rettango<strong>la</strong>re con i <strong>la</strong>ti lunghi un po’ concavi<br />

(tendenzialmente “navetoide”),<br />

lunga m. 7,80 e <strong>la</strong>rga a metà 1,30, sul<br />

fondo mostra un bancone per offerte,<br />

come le « naus » di Es Tudons e Rafal<br />

Rubi, a Minorca. L’apparecchio murario<br />

ripete il tipo dell’esterno, con grandi<br />

massi di piede di m. 1,10 di altezza, sui<br />

quali salgono minori blocchi e <strong>la</strong>stre di<br />

granito e porfido dalle facce a vista piane<br />

od oblique, rincalzati da zeppe, disposti a<br />

fi<strong>la</strong>ri discontinui aggettanti e convergenti<br />

verso <strong>la</strong> chiusura del so<strong>la</strong>io. La linea<br />

longitudinale del soffitto declina leggermente<br />

dal<strong>la</strong> parete interna dell’ingresso a<br />

struttura gradonata in forte aggetto, al<br />

muro verticale di fondo, da m. 2,10 a<br />

1,70. La sezione trasversale del vano<br />

muta nel percorso: ango<strong>la</strong>re verso <strong>la</strong><br />

porta, troncoogivale nel mezzo, ogivale<br />

in prossimità del bancone. Ciò dimostra<br />

arte costruttiva non perfetta anche se<br />

dotata di capacità tecniche apprezzabili,<br />

dovuta al materiale usato di non facile<br />

impiego in strutture nate per definirsi<br />

nell’ordine geometrico dei fi<strong>la</strong>ri composti<br />

in determinate linee e pendenze tanto<br />

più realizzabili nei moduli stabiliti quanto<br />

più <strong>la</strong> pietra si <strong>la</strong>scia <strong>la</strong>vorare e adattare<br />

all’opera muraria. Sul <strong>la</strong>to sinistro dell’esedra,<br />

si eleva un betilo troncoconico,<br />

dal<strong>la</strong> parte destra sono praticati nel<strong>la</strong> roccia<br />

tre pozzetti d’offerta funeraria, circondati<br />

da un doppio giro di medie e piccole<br />

pietre (diam. m. 2,15 x 0,60 di<br />

profondità), di cui uno conteneva un<br />

resto ceramico.<br />

Dall’interno e dall’esterno del<strong>la</strong><br />

tomba provengono piccole schegge<br />

amorfe di ossidiana. Poche ceramiche<br />

frammentarie furono raccolte nell’esedra,<br />

di più, ma non numerose, dentro <strong>la</strong><br />

camera, in vicinanza di disordinati pezzi<br />

di ossa lunghe umane. Si riconoscono<br />

forme di ciotole emisferiche ad orlo semplice<br />

ed ingrossato a cordone arrotondato,<br />

olle a bocca rientrante con orlo<br />

a spigolo dal dorso piano o convesso,<br />

vasi globu<strong>la</strong>ri a colletto. Appare superata<br />

<strong>la</strong> tradizione vasco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> cultura di<br />

Bonnánnaro, così che i materiali, se non<br />

<strong>la</strong> costruzione del<strong>la</strong> tomba che li conteneva<br />

forse nel momento finale d’uso,<br />

sono da riferire al<strong>la</strong> Fase <strong>nuragica</strong> III. In<br />

verità, il tipo di sepolcro nuragico, a<br />

ordine di fi<strong>la</strong>ri, quale mostrano gli esempi<br />

di Siddi e Quartucciu (ma se ne<br />

potrebbero citare tanti altri del<strong>la</strong> Marmil<strong>la</strong>,<br />

del<strong>la</strong> Trexerita e del Sulcis-<br />

Iglesiente) dà l’idea di essere posteriore<br />

nel tempo al tipo con struttura ortostatica<br />

di tradizione dolmenica, e di averlo soppiantato<br />

nell’uso almeno nel<strong>la</strong> <strong>Sardegna</strong><br />

meridionale, mentre nel<strong>la</strong> parte centrosettentrionale<br />

dell’iso<strong>la</strong> <strong>la</strong> tomba di<br />

giganti “dolmenica” sembra subire una<br />

evoluzione tecnica verso un tipo ortostatico<br />

in opera “quadrata” nel quale <strong>la</strong> stele<br />

centinata viene sostituita dal<strong>la</strong> stele o da<br />

un fregio « a dentelli ».<br />

Sul<strong>la</strong> nascita e sull’evoluzione del<br />

tipo di tomba ordinata a fi<strong>la</strong>ri, ha certamente<br />

e direttamente influito l’architettura<br />

del nuraghe a torre, date le comuni<br />

caratteristiche costruttive dei due generi<br />

di edifizi nel disporsi dei paramenti<br />

esterni, in coerenti soluzioni d’impianto<br />

e di sezioni di vani, e nel gusto semplice<br />

delle linee nonché nel<strong>la</strong> tecnica d’impiego<br />

dei materiali conveniente a norme e<br />

calcoli obbligati nell’una e nell’altra<br />

forma monumentale di simili stile e cultura<br />

artistica. Anche <strong>la</strong> svolta estetica-<br />

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