rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds
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Volume LXIII nn. 3-4 – Luglio-Dicembre 2009<br />
vivere bene o il riuscire coincida con la felicità, anche se non può <strong>di</strong>sconoscersi che<br />
per ciascuno la felicità cambia significato in relazione alla situazione in cui ci si<br />
trova. Qualsiasi sia il significato attribuitole, il suo perseguimento implica il poter<br />
<strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> beni esteriori, anche se Aristotele ritiene che la vita tesa alla ricerca<br />
del guadagno è <strong>di</strong> un genere contro natura, e, conseguentemente, la ricchezza non<br />
è il bene supremo cui tendere.<br />
Se, in epoca romana, viene riba<strong>di</strong>ta la volontarietà dell’atto <strong>di</strong> scambio, il<br />
<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ogni coercizione, che rende nulla la transazione, e si condanna il mero<br />
commercio <strong>di</strong> denaro e la riscossione dell’interesse, in epoca me<strong>di</strong>evale si cerca <strong>di</strong><br />
conciliare il fiorire delle attività commerciali e, quin<strong>di</strong>, l’affermazione del ruolo del<br />
mercato nell’allocazione <strong>di</strong> risorse e beni, nell’ambito delle riflessioni sull’agire<br />
economico elaborate dagli stu<strong>di</strong>osi cristiani.<br />
Tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo, si fa sempre più forte la<br />
convinzione che l’azione dell’uomo deve essere libera e che ogni restrizione delle<br />
attività economiche vada contro l’interesse della collettività, tanto che si ritiene che<br />
l’interesse personale e i comportamenti acquisitivi tendono a creare una società<br />
industriosa, sempre alla ricerca del meglio. Si riconosce nel fattore lavoro, o quanto<br />
meno nella sua gestione, il mezzo per realizzare profitti. Il lavoro comincia ad<br />
essere sud<strong>di</strong>viso e lo scambio <strong>di</strong> merci può essere visto come scambio <strong>di</strong> lavoro più<br />
o meno specializzato in esse incorporato.<br />
Adam Smith fonda la sua teoria sulla spiegazione newtoniana dell’universo,<br />
come macchina autopropulsiva, che consente l’affermazione dell’in<strong>di</strong>vidualismo<br />
come virtù etica. Esiste una legge naturale regolatrice: l’interesse personale, la<br />
conoscenza dei consumatori dei prezzi e della qualità delle merci, la mobilità delle<br />
risorse produttive, limitano la capacità <strong>di</strong> ogni agente <strong>di</strong> manovrare il prezzo a<br />
proprio piacimento e, quin<strong>di</strong>, il mercato è il guar<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> se stesso, in grado <strong>di</strong><br />
autoregolarsi, nel senso che ciascuno dei suoi operatori è governato da una mano<br />
invisibile a perseguire e promuovere un fine che non era nelle sue intenzioni.<br />
Il legame tra etica ed <strong>economia</strong>, costituito proprio dall’esistenza <strong>di</strong> questa mano<br />
invisibile in grado <strong>di</strong> conciliare l’interesse personale e l’utilità sociale, <strong>di</strong>viene<br />
meno intenso nell’architettura logica dei marginalisti, che si sviluppa e come<br />
risposta all’attacco <strong>di</strong> Marx al funzionamento del sistema economico elaborato da<br />
Smith e Ricardo, e come conseguenza dell’affermarsi del positivismo. Il ban<strong>di</strong>tore<br />
sostituisce la mano invisibile e l’equilibrio generale (Walras, 1974) è raggiunto<br />
attraverso un sistema <strong>di</strong> equazioni che consentono la simultanea interazione <strong>di</strong> tutti<br />
gli elementi che costituiscono il sistema.<br />
“L’<strong>economia</strong> positiva… ha avuto l’effetto <strong>di</strong> far ignorare una gamma <strong>di</strong><br />
complesse considerazioni etiche…è <strong>di</strong>fficile non accorgersi <strong>di</strong> quanto venga elusa<br />
l’analisi normativa a livello profondo e <strong>di</strong> quanto sia trascurata l’influenza delle<br />
considerazioni <strong>di</strong> natura etica nella caratterizzazione del comportamento effettivo”