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rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds

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Rivista Italiana <strong>di</strong> Economia Demografia e Statistica 181<br />

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1.2 Risultati e riflessioni critiche<br />

La costruzione dei grappoli ha consentito <strong>di</strong> classificare ben l’85% dei comuni<br />

ed il 97% della popolazione residente, ma l’esame dei dati declinati secondo alcune<br />

caratteristiche territoriali permette riflessioni più precise. Si nota, infatti, come i<br />

tassi <strong>di</strong> copertura siano più elevati in corrispondenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni demografiche<br />

maggiori (pari al 100% nei comuni con almeno 20.000 residenti), <strong>di</strong> più alti livelli<br />

<strong>di</strong> urbanizzazione (99,4% per i comuni ad alta urbanizzazione) e, infine, <strong>di</strong> una<br />

inferiore altimetria (la Pianura ha il 98,4% <strong>di</strong> copertura).<br />

La caratteristica urbana del territorio emerge evidentemente come una chiave <strong>di</strong><br />

lettura importante del fenomeno della povertà materiale: nelle aree urbane, infatti,<br />

l’emarginazione, la debolezza delle reti sociali, l’esclusione dai circuiti produttivi e<br />

<strong>di</strong> consumo rendono il fenomeno della povertà materiale più evidente. D’altro<br />

canto, i contesti urbani offrono migliori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> accessibilità ai servizi offerti<br />

dai centri (i centri sono raggiungibili, gli approvvigionamenti più rapi<strong>di</strong> e meno<br />

costosi). Il fenomeno della povertà, usualmente descritto in termini <strong>di</strong> confini, <strong>di</strong><br />

estremi, <strong>di</strong> marginalità, dal punto <strong>di</strong> vista territoriale assume invece connotazioni <strong>di</strong><br />

centralità. E ciò emerge sia osservando il netto <strong>di</strong>radarsi dei centri nelle aree<br />

periferiche della regione (in particolare, le aree <strong>di</strong> montagna e le province<br />

meri<strong>di</strong>onali) sia, e con maggior chiarezza, considerando il valore me<strong>di</strong>ano dei tassi<br />

<strong>di</strong> povertà materiale, più alto in corrispondenza delle classi con ampiezza<br />

demografica maggiore.<br />

Sul fronte della domanda, tuttavia, la lettura del fenomeno può apparire<br />

controversa: l’incidenza della povertà materiale, calcolata con la (3), risulta più<br />

elevata nelle aree meno urbanizzate e periferiche della regione (il valore me<strong>di</strong>ano<br />

del tasso <strong>di</strong> povertà è pari a 1,9% nei comuni a bassa urbanizzazione e a 3,2% nella<br />

provincia <strong>di</strong> Sondrio, cfr. tabella 1). L’apparente maggiore aggressività della<br />

povertà materiale in questi contesti, potrebbe derivare da un elemento <strong>di</strong> debolezza<br />

contenuto nel metodo adottato per il calcolo del tasso <strong>di</strong> povertà materiale nei<br />

grappoli: la <strong>di</strong>mensione demografica dei comuni, ma anche l’ampiezza della loro<br />

superficie territoriale, si configurano come fattori <strong>di</strong> gravità (nel primo caso) e <strong>di</strong><br />

frizione (nel secondo) nell’in<strong>di</strong>viduazione della popolazione potenziale <strong>di</strong> ciascun<br />

grappolo, pertanto, una misura corretta del tasso <strong>di</strong> povertà deve tenerne conto.

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