rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds
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Rivista Italiana <strong>di</strong> Economia Demografia e Statistica 85<br />
4. Conclusioni<br />
Seppure, dunque, facendo ricorso a poche unità territoriali e a degli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong><br />
base, ci sembra <strong>di</strong> aver evidenziato, come all’interno <strong>di</strong> una stessa area urbana ci<br />
possano essere delle realtà <strong>di</strong>fferenti e, a volte, <strong>di</strong>scordanti.<br />
Per questa ragione sembra possibile avanzare l’ipotesi per cui, affinché le<br />
politiche <strong>di</strong> sviluppo si esplichino con azioni mirate <strong>di</strong> contrasto all’esclusione<br />
sociale, si debba tenere in gran conto la scala territoriale <strong>di</strong> interesse.<br />
Il primo passo che si dovrebbe fare è sicuramente quello <strong>di</strong> rafforzare la<br />
dotazione informativa: per poter pensare ad un piano <strong>di</strong> intervento, bisogna essere<br />
prima in possesso del giusto numero <strong>di</strong> informazioni per conoscere le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />
un’area; questo è possibile solo tramite l’implementazione delle banche dati<br />
esistenti a livello europeo che sono spesso carenti e incomplete 10 .<br />
Successivamente, si può pensare a politiche <strong>di</strong> lotta al <strong>di</strong>sagio sociale che<br />
prendano in considerazione le aree marginali seguendo una logica <strong>di</strong> urban welfare<br />
(così come già fa la Commissione Europea) ma che considerino, inoltre, alcuni<br />
elementi fondamentali come le reali esigenze <strong>di</strong> un’area per uscire da situazioni <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sagio o, per evitare che vi si entri. Questo potrebbe concretizzarsi con interventi<br />
mirati in termini <strong>di</strong> miglioramenti della mobilità 11 , ad esempio, e in termini <strong>di</strong><br />
servizi mirati alla fasce <strong>di</strong> popolazione che risiedono in una determinata zona.<br />
In questo modo si può realizzare quel modello <strong>di</strong> città inclusiva (Balbo, 2002),<br />
in cui il rafforzamento dell’inclusione passa attraverso le politiche urbane<br />
economiche e sociali così da se<strong>di</strong>mentare il concetto <strong>di</strong> “<strong>di</strong>ritto alla città” tramite<br />
un percorso <strong>di</strong> governance inteso come capacità (e volontà) <strong>di</strong> contribuire alla<br />
soluzione dei problemi collettivi.<br />
Riferimenti bibliografici<br />
Alesina A., Glaeser E. L. 2005, Un mondo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze. Combattere la povertà negli Stati<br />
Uniti e in Europa, E<strong>di</strong>tori Laterza, Roma-Bari.<br />
Balbo M. (a cura <strong>di</strong>), 2002, La città inclusiva, FrancoAngeli, Bologna.<br />
Becchi A., Indovina F. 1999, Caratteri delle recenti trasformazioni urbane. Osservatorio<br />
città, FrancoAngeli, Bologna.<br />
Commissione Europea 2008 La <strong>di</strong>mension urbaine es politiques communitaires pour la<br />
période 2007-2013, Bruxelles.<br />
10 È pensabile, ad esempio, adottare il metodo dello zip code, il co<strong>di</strong>ce postale, così come<br />
accade in America per <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> statistiche territoriali ad un livello piuttosto <strong>di</strong>saggregato.<br />
11 Nel senso che il miglioramento dei trasporti corrisponde ad un miglioramento <strong>di</strong><br />
produttività ed ad una maggiore efficienza (Marzano 2009).