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rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds

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180<br />

Volume LXIII nn. 3-4 – Luglio-Dicembre 2009<br />

chiamati grappoli) nelle quali trovano posto le se<strong>di</strong> dei <strong>di</strong>versi centri che offrono<br />

servizi <strong>di</strong> sostegno alla popolazione in<strong>di</strong>gente e la relativa popolazione potenziale,<br />

con lo scopo <strong>di</strong> elaborare una stima dell’incidenza della povertà a livello “locale”.<br />

La metodologia utilizzata si basa sull’in<strong>di</strong>viduazione dei comuni “primari”, cioè<br />

i comuni nei quali si osserva la presenza <strong>di</strong> almeno un centro; tali comuni si<br />

configurano come poli <strong>di</strong> attrazione per la popolazione interessata che vi risiede ma<br />

anche per quella che risiede nei comuni limitrofi che non <strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> centri <strong>di</strong><br />

assistenza 1 . A partire da ciascun comune primario i è dunque possibile costruire un<br />

grappolo <strong>di</strong> r comuni, costituito dal comune stesso e dai suoi confinanti che<br />

detengono con esso il rapporto esclusivo <strong>di</strong> massima vicinanza 2 . I grappoli<br />

vengono pertanto a configurarsi come aree “dominate” dal comune primario,<br />

rispetto alla funzione svolta dai centri; pertanto, per ciascun grappolo è possibile<br />

min<br />

costruire una stima minima dell’incidenza della povertà ( p<br />

i<br />

), nell’ipotesi che la<br />

popolazione interessata ai servizi erogati dai centri sia la popolazione residente in<br />

r<br />

max<br />

tutti i comuni del grappolo (∑ P j<br />

), ed una stima massima ( p<br />

i<br />

), nell’ipotesi che<br />

j=<br />

1<br />

la popolazione interessata sia concentrata nel solo comune in cui sono presenti i<br />

centri ( P<br />

i<br />

), essendo Ai<br />

il numero <strong>di</strong> assistiti dai centri del comune primario i:<br />

p<br />

min<br />

i<br />

= r<br />

max Ai<br />

p<br />

i<br />

=<br />

(2)<br />

Pi<br />

Infine, ad ogni comune del grappolo viene assegnato un valore (l’incidenza della<br />

povertà materiale) ottenuto me<strong>di</strong>a semplice tra i valori minimo e massimo calcolati<br />

con la (1) e con la (2).<br />

A<br />

∑<br />

j=<br />

1<br />

i<br />

P<br />

j<br />

(1)<br />

1 E’ evidente che l’ipotesi teorica <strong>di</strong> fondo è che i centri sorgano dove il bisogno si<br />

manifesta, anche se tale ipotesi è senza dubbio semplicistica, in quanto ignora il sussistere<br />

<strong>di</strong> altri elementi che ne con<strong>di</strong>zionano la logistica, come la maggiore economicità o<br />

raggiungibilità dei siti.<br />

2 Ogni comune non primario viene assegnato al grappolo del comune primario che è con lui<br />

confinante e che gli è più vicino in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza euclidea tra i centroi<strong>di</strong> dei comuni.

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