rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds
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Rivista Italiana <strong>di</strong> Economia Demografia e Statistica Volume LXIII nn. 3-4 – Luglio-Dicembre 2009<br />
NUOVI METODI PER DETERMINARE LA SOGLIA DI<br />
POVERTA’<br />
Chiara Gigliarano<br />
1. Introduzione<br />
Nella letteratura sulla misurazione della povertà non esiste un’univoca<br />
definizione <strong>di</strong> linea <strong>di</strong> povertà. Diverse soglie sono state proposte che vengono<br />
tuttora applicate; in particolare, l’Istituto Nazionale <strong>di</strong> Statistica (ISTAT) definisce<br />
la linea <strong>di</strong> povertà per una famiglia <strong>di</strong> due componenti come la spesa me<strong>di</strong>a<br />
mensile procapite nazionale, mentre altre soglie ufficiali <strong>di</strong> povertà in<strong>di</strong>viduale<br />
sono definite come una proporzione p del red<strong>di</strong>to equivalente me<strong>di</strong>ano nazionale<br />
(p=50% per la Banca d’Italia, p=60% per Eurostat).<br />
Tuttavia, analisi basate su <strong>di</strong>verse linee <strong>di</strong> povertà conducono a conclusioni che<br />
sono spesso tra loro non confrontabili. Risulta perciò importante stabilire dei criteri<br />
oggettivi che possano aiutare a in<strong>di</strong>viduare una soglia <strong>di</strong> povertà univoca.<br />
Nel presente lavoro si propone una definizione endogena <strong>di</strong> linea <strong>di</strong> povertà,<br />
tale che sia la <strong>di</strong>stribuzione dei red<strong>di</strong>ti stessa a <strong>di</strong>stinguere opportunamente i poveri<br />
dai ricchi. Si definisce in particolare soglia <strong>di</strong> povertà quel livello <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to che<br />
<strong>di</strong>vide la popolazione in due gruppi, le cui rispettive <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to siano<br />
<strong>di</strong>fferenti in qualche senso ben specificato.<br />
Tale approccio è giustificato da stu<strong>di</strong> empirici che mostrano come la<br />
<strong>di</strong>stribuzione del red<strong>di</strong>to <strong>di</strong> una popolazione sia tipicamente caratterizzata dalla<br />
presenza <strong>di</strong> gruppi tra loro fortemente eterogenei (ad esempio Pittau e Zelli, 2006).<br />
La metodologia qui utilizzata è basata sul modello statistico del punto <strong>di</strong><br />
cambiamento, che si occupa <strong>di</strong> stabilire se una successione <strong>di</strong> dati or<strong>di</strong>nati<br />
cronologicamente possa essere considerata omogenea o piuttosto se un<br />
cambiamento sia avvenuto in un determinato istante <strong>di</strong> tempo nella <strong>di</strong>stribuzione<br />
che governa tale processo. Per maggiori dettagli su modelli <strong>di</strong> punto <strong>di</strong><br />
cambiamento si veda, ad esempio, Csörgő e Horváth (1997).<br />
L’analisi <strong>di</strong> cambiamenti improvvisi all’interno <strong>di</strong> una successione <strong>di</strong> dati è<br />
oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o nell’ambito del controllo <strong>di</strong> qualità, così come in numerose<br />
scienze sperimentali e sociali, tra cui ad esempio l’epidemiologia e la sismologia.<br />
Il primo tentativo <strong>di</strong> applicare l’analisi del punto <strong>di</strong> cambiamento alla letteratura<br />
della <strong>di</strong>stribuzione del red<strong>di</strong>to risale al lavoro <strong>di</strong> D’Ambrosio, Muliere e Secchi<br />
(2003). Essi assumono che il meccanismo che genera i red<strong>di</strong>ti dei poveri sia