rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds
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Volume LXIII nn. 3-4 – Luglio-Dicembre 2009<br />
secondo livello sono quelle oggetto <strong>di</strong> decisioni politiche. Abbiamo inserito la<br />
quota <strong>di</strong> PIL destinata alla spesa sociale con funzione <strong>di</strong>versa dalla vecchiaia<br />
(<strong>di</strong>retta o in<strong>di</strong>retta): l’ipotesi, ovviamente, è che dove questa sia maggiore sia più<br />
facile uscire dal rischio <strong>di</strong> povertà. Si sono inoltre utilizzate due informazioni sulla<br />
<strong>di</strong>stribuzione degli importi erogati, cioè la percentuale <strong>di</strong> famiglie che ricevono<br />
trasferimenti sociali (sul totale delle famiglie, in<strong>di</strong>pendentemente dalla loro<br />
con<strong>di</strong>zione iniziale) e la deviazione standard dei trasferimenti ricevuti dalle<br />
famiglie a rischio <strong>di</strong> povertà pre-trasferimenti; la prima può cogliere l’effetto <strong>di</strong><br />
politiche <strong>di</strong>verse, con trasferimenti più o meno estesi sulla popolazione; la seconda<br />
quanto la variabilità nei trasferimenti erogati alle famiglie a rischio <strong>di</strong> povertà<br />
possa influire sull’uscita.<br />
3. I risultati<br />
In Tabella 1 sono presenti i risultati del modello multilivello. Le coppie con tre<br />
o più figli presentano minore probabilità <strong>di</strong> uscita dal rischio <strong>di</strong> povertà. Più è alta<br />
l’intensità lavorativa della famiglia e maggiore il numero <strong>di</strong> percettori in famiglia,<br />
maggiori sono le probabilità <strong>di</strong> uscita: queste famiglie, anche se esposte a rischio <strong>di</strong><br />
povertà pre-trasferimenti, presentano generalmente con<strong>di</strong>zioni meno critiche delle<br />
altre; inoltre, è probabile che molti degli importi ricevuti siano funzione della<br />
propria con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> occupati. Viene confermata per le famiglie con red<strong>di</strong>to<br />
prevalentemente autonomo una minore probabilità <strong>di</strong> uscita rispetto a quelle con<br />
fonte principale da lavoro <strong>di</strong>pendente. I risultati del modello supportano anche<br />
l’idea che le famiglie con stranieri e quelle con basso titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o del<br />
breadwinner abbiano una più bassa probabilità <strong>di</strong> uscita, proprio per una probabile<br />
minore conoscenza delle possibilità <strong>di</strong> accesso al sussi<strong>di</strong>o. L’esplicativa <strong>di</strong><br />
maggiore interesse, l’entità dei trasferimenti ricevuti, presenta, in termini<br />
<strong>statistica</strong>mente significativi, il logico effetto positivo atteso: torneremo<br />
successivamente sugli effetti casuali <strong>di</strong> Paese relativi a questa variabile. Occorre<br />
però evidenziare che potrebbero esistere eventuali problemi <strong>di</strong> endogeneità relativi<br />
a questa variabile: ferme restando le <strong>di</strong>verse impostazioni normative, l’ammontare<br />
dei trasferimenti potrebbe infatti non essere in<strong>di</strong>pendente dalla situazione <strong>di</strong><br />
povertà nei <strong>di</strong>versi Paesi. Questo aspetto, pur tenuto in parte sotto controllo dal<br />
fatto che i trasferimenti sono espressi in percentuale delle <strong>di</strong>verse linee <strong>di</strong> povertà e<br />
dall’utilizzo <strong>di</strong> informazioni <strong>di</strong> secondo livello che tengono conto dei <strong>di</strong>versi<br />
contesti <strong>di</strong> riferimento, andrà certamente approfon<strong>di</strong>to in un’estensione successiva.<br />
Tra le variabili <strong>di</strong> secondo livello, la percentuale <strong>di</strong> PIL destinata ai<br />
trasferimenti alle famiglie e la percentuale <strong>di</strong> famiglie a rischio <strong>di</strong> povertà pretrasferimenti<br />
presentano i segni, positivo e negativo, attesi, mentre l’intensità <strong>di</strong>