rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds
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Rivista Italiana <strong>di</strong> Economia Demografia e Statistica 161<br />
3. Spunti <strong>di</strong> riflessione per i Paesi sviluppati<br />
A partire dalla considerazione sull’esistenza <strong>di</strong> una certa relazione tra<br />
produttività e povertà nei Paesi più poveri, ci si chiede se nei Paesi già sviluppati<br />
(Europa, Stati Uniti, Giappone) questa relazione esista.<br />
Si è effettuata, dunque, una prima analisi, analoga a quella realizzata per i Paesi<br />
in via <strong>di</strong> sviluppo, condotta su 18 Paesi sviluppati, utilizzando dati EUROSTAT-<br />
OECD. Gli in<strong>di</strong>catori usati sono: la produttività del lavoro misurata come GDP per<br />
hours worked (variazioni e livello) e il tasso <strong>di</strong> povertà relativa: Relative poverty<br />
rates for 60% of me<strong>di</strong>an income thresholds (è sembrato più logico usare questa<br />
soglia <strong>di</strong> povertà per Paesi “ricchi” piuttosto che quelle <strong>di</strong> 1$ o 2$). Da sottolineare<br />
che si sono riscontrati alcuni problemi nella <strong>di</strong>sponibilità dei dati per quanto<br />
riguarda la povertà; infatti, l’OECD fornisce questa informazione aggregata per<br />
anni (quin<strong>di</strong>, non si ha una serie storica sufficientemente lunga), mentre<br />
l’EUROSTAT non fornisce dati comparabili per USA e Giappone.<br />
Comunque, già dalla prima ispezione grafica dei dati (che per mancanza <strong>di</strong><br />
spazio non possiamo riportare) si può affermare che la relazione tra le variabili<br />
sembra non esserci: ciò sembra avvalorare l’ipotesi per cui produttività e povertà<br />
siano legate in modo più stretto nei Paesi a più basso red<strong>di</strong>to.<br />
Sappiamo, però, che produttività e red<strong>di</strong>ti sono fortemente legati e alcuni stu<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>mostrano anche che le due variabili hanno percorsi nel tempo perfettamente<br />
coincidenti.<br />
La conclusione, allora, sembra essere che, nei Paesi “ricchi” i guadagni <strong>di</strong><br />
produttività non vanno a influire sui red<strong>di</strong>ti più bassi tanto da riuscire a mo<strong>di</strong>ficare<br />
i tassi <strong>di</strong> povertà.<br />
Questa è solo una considerazione intuitiva: per cercare evidenza empirica <strong>di</strong><br />
questa ipotesi si procederà ad una analisi della produttività e dei salari reali nei<br />
Paesi sviluppati per in<strong>di</strong>viduare i loro andamenti nel tempo e per definire, poi, dei<br />
profili in modo da determinare fino a quale livello <strong>di</strong> salario il guadagno <strong>di</strong><br />
produttività influisca. Capire questo aspetto, servirebbe ad avere una più chiara<br />
visione sulla problematica della produttività e a suggerire possibili nuovi spunti a<br />
livello <strong>di</strong> policy.<br />
Comunque, è certo che un incremento della produttività in un Paese sia da<br />
perseguire; infatti, una maggiore produttività non aumenta solo gli standard<br />
materiali <strong>di</strong> vita, ma allarga anche lo spettro delle possibilità: un incremento <strong>di</strong><br />
produttività dà alla società la facoltà <strong>di</strong> scegliere se aumentare il benessere<br />
economico attraverso un maggiore consumo <strong>di</strong> beni privati, <strong>di</strong> beni pubblici o <strong>di</strong><br />
pubblici trasferimenti per la sicurezza o l’uguaglianza. Di certo, un aumento <strong>di</strong><br />
produttività non incrementa da solo e automaticamente il benessere sociale, ma<br />
riduce la possibilità <strong>di</strong> fallimento delle decisioni e rende più semplice raggiungere<br />
obiettivi politici e sociali per migliorare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> tutti i citta<strong>di</strong>ni.