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rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds

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Rivista Italiana <strong>di</strong> Economia Demografia e Statistica Volume LXIII nn. 3-4 – Luglio-Dicembre 2009<br />

HOT SPOT DI POVERTÁ URBANA: ALCUNE REALTÁ A<br />

CONFRONTO<br />

Silvestro Montrone, Massimo Bilancia, Paola Perchinunno 1<br />

1. Introduzione<br />

Le profonde trasformazioni economiche e sociali avvenute negli ultimi anni<br />

pongono il problema della povertà al centro <strong>di</strong> un ampio <strong>di</strong>battito scientifico. La<br />

povertà connota un <strong>di</strong>sagio che non necessariamente si esaurisce nella carenza <strong>di</strong><br />

risorse monetarie, ma che coinvolge una pluralità <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> natura sociale e<br />

culturale, come l’istruzione, la salute, l’abitazione e qualsiasi altro servizio erogato<br />

dalla Amministrazione Pubblica. Ne deriva che lo stu<strong>di</strong>o del fenomeno comporta la<br />

necessità <strong>di</strong> ricorrere alla sintesi <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori utili per la definizione<br />

delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita dei <strong>di</strong>versi soggetti. In particolare, l’approccio fuzzy,<br />

consente <strong>di</strong> rinunciare alla logica <strong>di</strong>cotomica poveri - non poveri, per spingersi sino<br />

a classificazioni <strong>di</strong> tipo sfocato (Cerioli, Zani, 1990). In questa ottica,<br />

particolarmente interessante risulta essere l’approccio Totalmente Sfocato e<br />

Relativo per ottenere una misura <strong>di</strong> povertà relativa a partire dall’informazione<br />

<strong>statistica</strong> fornita da una pluralità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori (Cheli e Lemmi, 1995) e in questo<br />

stu<strong>di</strong>o è stata posta l’attenzione su in<strong>di</strong>catori tipici del <strong>di</strong>sagio sociale e abitativo<br />

riferiti a livello <strong>di</strong> sezione <strong>di</strong> censimento.<br />

La problematica da cui si muove il nostro lavoro deriva dalla necessità <strong>di</strong><br />

denotare delle aree territoriali e/o sottogruppi <strong>di</strong> popolazione caratterizzati da<br />

situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio o <strong>di</strong> forte esclusione sociale. Si tratta, allora, <strong>di</strong> impiegare<br />

meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> raggruppamento <strong>di</strong> unità territoriali per ottenere aree ad alta (o bassa)<br />

intensità del fenomeno analizzato.<br />

Diversi istituti <strong>di</strong> ricerca, specie quelli per la sorveglianza epidemiologica,<br />

hanno messo a punto software per la realizzazione <strong>di</strong> questi obiettivi. Tra i meto<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> formazione delle zone vanno citati il SaTScan (Kulldorf, 1997), il FlexScan<br />

(Takahashi e altri, 2004), il metodo ULS (Patil e Taillie, 2004) e il metodo<br />

AMOEBA (Aldstadt e Getis, 2006). Per il problema trattato, si è preso in esame il<br />

metodo SatScan che, tenuto conto della forma delle città italiane analizzate, ha<br />

1 Il contributo è frutto <strong>di</strong> riflessioni comuni degli autori, pur dovendosi attribuire Silvestro<br />

Montrone i paragrafi 1 e 4, a Massimo Bilancia il paragrafo 2, a Paola Perchinunno il<br />

paragrafo 3.

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