rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds
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Volume LXIII nn. 3-4 – Luglio-Dicembre 2009<br />
Quando il turismo genera flussi consistenti, infatti, esso è in grado <strong>di</strong> creare<br />
ricchezza nell’area e tutto ciò che coinvolge il territorio interessato. Un turismo <strong>di</strong><br />
qualità può contribuire allo sviluppo sostenibile dell’aree urbane, migliorando la<br />
competitività delle imprese, rispondendo alle aspirazioni sociali e preservando<br />
l’ambiente culturale e naturale 1 .<br />
La relazione che intercorre tra turismo e territorio appare quin<strong>di</strong> facilmente<br />
spiegata, nel senso che appare semplice intuire come uno sviluppo significativo<br />
dell’<strong>economia</strong> turistica possa coinvolgere e arricchire il tessuto <strong>di</strong> un territorio per<br />
intero.<br />
Molto più <strong>di</strong>fficile invece è spiegare e cogliere con esattezza quale siano gli<br />
elementi che descrivano al meglio il benessere sociale. Quest’ultimo infatti è un<br />
concetto più sfuggente: sono molte le variabili che concorrono insieme a<br />
caratterizzare un elevato standar <strong>di</strong> vita, e vari gli aspetti che per essere “misurati”<br />
devono essere necessariamente collegati ad una serie <strong>di</strong> variabili valutabili<br />
quantitativamente e <strong>statistica</strong>mente.<br />
L’in<strong>di</strong>catore più utilizzato per stabilire una soglia <strong>di</strong> benessere è stato, sin dagli<br />
anni ’50, il Pil: la crescita sostenuta dalle potenzialità economiche occidentali nel<br />
secolo scorso e la trasformazione <strong>di</strong> queste in miglioramenti concreti del benessere<br />
delle rispettive popolazioni hanno rafforzato l’idea che esiste un solido legame fra<br />
il prodotto interno lordo e il benessere. Nel tempo però si è intuito che esso da solo<br />
non bastava a cogliere l’insieme degli aspetti che caratterizzano la visione<br />
“multi<strong>di</strong>mensionale” del benessere umano, in cui, non solo il red<strong>di</strong>to e il<br />
patrimonio, ma anche caratteristiche non economiche quali lo stato <strong>di</strong> salute, le<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro e quelle dei rapporti interpersonali entrano nella nozione <strong>di</strong><br />
benessere 2 .<br />
Posto che (Cristopher, 1999. Ryan and<br />
Deci, 2001), rimane anche <strong>di</strong>fficile stabilire quali siano gli in<strong>di</strong>catori che possono<br />
completare in maniera esauriente la descrizione <strong>di</strong> benessere; ma sulla base della<br />
letteratura <strong>di</strong> riferimento (Sharpe, 1999; Shifini D’Andrea, 2001; Brandolini, 2008)<br />
le variabili che sono state scelte per costruire un in<strong>di</strong>catore sintetico che<br />
rappresentasse la con<strong>di</strong>zione del well-being sono le seguenti 3 :<br />
1 E. Liikanen, Per un turismo urbano <strong>di</strong> qualità, Direzione generale Imprese Unità Turismo,<br />
Commissione Europea, Bruxelles, 2000.<br />
2 A. Brandolini, Sull’applicazioni degli in<strong>di</strong>ci sintetici <strong>di</strong> benessere multi<strong>di</strong>mensionale:<br />
<strong>di</strong>suguaglianze <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e salute in alcuni paesi europei, Banca d’Italia, 2008.<br />
3 I dati utilizzati sono acquisiti da fonti quali l’Istat, Banca d’Italia, Istituto G. Tagliacarne.