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rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds

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184<br />

Volume LXIII nn. 3-4 – Luglio-Dicembre 2009<br />

quelle <strong>di</strong> povertà assoluta vi sono delle <strong>di</strong>fferenze: la prima si riferisce al livello <strong>di</strong><br />

“sopravvivenza” la seconda invece a quello <strong>di</strong> “accettabilità” 6 .<br />

Se i dati Istat non consentono <strong>di</strong> stimare l’effettiva <strong>di</strong>ffusione della povertà<br />

materiale, alcune specifiche indagini campionarie ne forniscono in ogni caso un<br />

or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza: in particolare <strong>di</strong> quattro specifici bisogni primari quali<br />

mangiare, curarsi, vestirsi e “avere un tetto”.<br />

Per quanto riguarda il primo <strong>di</strong> questi bisogni, l’Indagine Istat su “I Consumi<br />

delle Famiglie”, contenendo informazioni rappresentative a livello regionale e<br />

dettagliate per voce <strong>di</strong> spesa sui consumi alimentari, permette <strong>di</strong> identificare lo<br />

specifico sottogruppo <strong>di</strong> famiglie lombarde alimentarmente povere. Innanzitutto<br />

applicando al solo campione lombardo la metodologia ufficiale 7 , adottata da Istat<br />

nella stima della povertà relativa, è stata stimata la soglia standard <strong>di</strong> povertà<br />

relativa della Lombar<strong>di</strong>a (nel 2006 pari a 1.199,71 euro <strong>di</strong> spesa minima al mese<br />

per una famiglia <strong>di</strong> due componenti). Successivamente sulla base delle<br />

informazioni sulla spese alimentari delle famiglie lombarde è stata stimata<br />

un’ine<strong>di</strong>ta soglia <strong>di</strong> povertà alimentare (nel 2006 pari a 207,25 euro <strong>di</strong> spesa<br />

minima in alimenti al mese per una famiglia <strong>di</strong> due componenti). Le famiglie con<br />

spesa per consumi inferiore alla soglia lombarda <strong>di</strong> povertà relativa e nello stesso<br />

tempo con spesa alimentare inferiore alla soglia <strong>di</strong> povertà alimentare sono state<br />

identificate come alimentarmente povere rispetto agli standard me<strong>di</strong> regionali<br />

(Accolla, Rovati, 2009). Per l’anno 2006 si è stimato che in Lombar<strong>di</strong>a 364 mila<br />

in<strong>di</strong>vidui appartengono a famiglie alimentarmente povere con una conseguente<br />

incidenza <strong>di</strong> povertà alimentare sugli in<strong>di</strong>vidui del 3,9%.<br />

Meno oggettive sono invece le stime effettuabili sulle persone in <strong>di</strong>fficoltà<br />

economica rispetto agli altri tre bisogni considerati (curarsi, vestirsi ed avere un<br />

tetto). Per la quantificazione <strong>di</strong> questi ambiti della povertà materiale si è fatto<br />

ricorso ad alcuni specifici quesiti contenuti nell’indagine Istat “Red<strong>di</strong>to e<br />

Con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Vita”. Essi tuttavia non in<strong>di</strong>viduano tanto un effettivo stato <strong>di</strong><br />

6<br />

L’Istat considera povere in termini assoluti quelle famiglie con spesa per consumi<br />

inferiore alla “spesa minima necessaria per acquisire i beni e i servizi che (…) vengono<br />

considerati essenziali (…) a conseguire uno standard <strong>di</strong> vita minimamente accettabile”<br />

(Istat, 2009).<br />

7 L’Istat identifica come povere in termini relativi le famiglie con spesa mensile per comuni<br />

inferiore alla linea <strong>di</strong> povertà. La linea <strong>di</strong> povertà è pari alla spesa me<strong>di</strong>a mensile pro-capite<br />

degli italiani. Per il confronto <strong>di</strong> famiglie con ampiezza <strong>di</strong>fferente si ricorre all’utilizzo<br />

della scala d’equivalenza Carbonaro. La scala d’equivalenza rende la spesa delle famiglie<br />

con numero <strong>di</strong> componenti <strong>di</strong>verso da due equivalente (e quin<strong>di</strong> comparabile) a quella <strong>di</strong><br />

una famiglia con due componenti (base <strong>di</strong> riferimento per il calcolo della soglia).

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