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rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds

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Rivista Italiana <strong>di</strong> Economia Demografia e Statistica 91<br />

occupati, che percepiscono come adeguate le risorse economiche familiari, che si<br />

sentono sempre o quasi sempre tristi e che si sentono quasi mai o mai felici. E’<br />

ipotizzabile un rapporto <strong>di</strong> causalità tra la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità e talune<br />

caratteristiche quali l’istruzione, la con<strong>di</strong>zione occupazionale e, ovviamente, lo<br />

stato d’animo. Infine è da sottolineare il grado <strong>di</strong> associazione particolarmente<br />

elevato per taluni fattori: passando dai soggetti meno istruiti a quelli più istruiti, da<br />

quelli non occupati a quelli occupati, da quelli che si sentono a quelli che non si<br />

sentono felici la probabilità relativa <strong>di</strong> trovarsi in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità<br />

scende da 1 a 0,22, da 1 a 0,11 e da 1 a 0,17.<br />

3. Le famiglie dei <strong>di</strong>sabili<br />

Un documento pubblicato dal governo inglese nel 2008 sul Caring system 2<br />

inizia così “Carers are the heart of 21 st -century families and communities” e, poche<br />

pagine più avanti così continua “the tra<strong>di</strong>tional source of care and support for those<br />

without full independence has historically been, and continues to be, the family<br />

....however, family life has changed over the last 50 or so years. The move to<br />

smaller nuclear families means that it is no longer as easy to share the caring role<br />

as widely as in the past. More families rely on two incomes, or longer working<br />

hours, to maintain an adequate standard of living. Many families find it <strong>di</strong>fficult to<br />

balance work with the care needs of friends and relatives without significantly<br />

impacting on their own standard of living, esteem and independence – the lifestyle<br />

to which the family has become accustomed”.<br />

D’altra parte l’onere <strong>di</strong> conciliare gli impegni familiari e/o <strong>di</strong> lavoro con quelli<br />

<strong>di</strong> assistenza, spesso costituisce uno dei fattori che contribuiscono al <strong>di</strong>sgregarsi<br />

della serenità in<strong>di</strong>viduale e familiare o, comunque, a peggiorare la qualità della<br />

vita. In sostanza, mentre la fragilità si trasferisce dalla persona alla famiglia,<br />

l’irrobustimento della rete <strong>di</strong> sostegno, pubblica e privata, ai singoli “soggetti”<br />

bisognosi <strong>di</strong> cure non è stato accompagnato dalla creazione <strong>di</strong> una parallela rete <strong>di</strong><br />

sostegno alle famiglie in cui tali soggetti vivono.<br />

La letteratura reperibile sulla qualità della vita <strong>di</strong> genitori <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabili, non<br />

copiosa e sicuramente meno copiosa <strong>di</strong> quella sulla qualità della vita <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabili<br />

medesimi, mette abbastanza in evidenza le caratteristiche della problematica. Da<br />

una ricerca condotta nel 1990 da tre psicologi dell’università del Wisconsin (Van<br />

Riper, Ryff, Pridham, 1992) su una ottantina <strong>di</strong> famiglie con simili caratteristiche,<br />

parte delle quali con figli e parte senza figli con sindrome <strong>di</strong> Down, è emerso che la<br />

qualità della vita dei componenti dei due gruppi non <strong>di</strong>fferiva. Viceversa, in una<br />

2 Carers at the heart of 21st-century families and communities, HM Government, pag. 8 e<br />

pag. 36. http://www.dh.gov.uk/en/

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