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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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260<br />

Francesco Sforza risponde al pavese Iacobo Zaso, che si lamenta per non avere ancora<br />

proceduto con “quelle rigitade”, richieste dal criminale tumulto citta<strong>di</strong>no, che non si può far tutto<br />

“in uno dì”, tuttavia apprezza il suo amore per lo stato.<br />

Lo assicura che stimolerà <strong>di</strong> nuovo il podestà e il capitano <strong>di</strong> giustizia ad agire e dare una<br />

punizione ai colpevoli <strong>di</strong> cui tutti prenderanno atto.<br />

67r Iacobo Zazio, civi nostro Papiensi.<br />

1453 settembre 18, “apud Gaydum”).<br />

Havemo recevuto Ie tue littere per le quale intendemo che’l non se procede in el facto<br />

de quello tumulto con quello modo se doveria, nè se gli servano quelle rigitade che<br />

rechiede tale atto, e così scandaloso, como fo quello, el quale meritaria bona et severa<br />

punitione; dele quale ve comen<strong>di</strong>amo e rengratiamo asay, comprendendo noy che ve<br />

moveti con fervente amore e desiderio del nostro bene et de quella patria. Ma non<br />

possimo credere che non se ne facia tale e tanta demonstratione con effecto che Ii<br />

cativi remarano puniti del loro errore, et Ii boni vederano piliarse forma al ben vivere per<br />

quello che havemo scripto et repplicato ali capitaneo de iusticia et podestà lì; e non<br />

I’havendo facto fin a mò, non è troppo da maravigliare, perchè non se pò fare ogni cosa<br />

in uno dì, ma novamente, per lo recordo vostro gle scrivemo e talmente gli scaldamo<br />

circha ciò che siamo certi ne vederiti bonissimo effecto. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

261<br />

Francesco Sforza informa il conestabile ducale Gaspare da Suessa che il conte Giacomo,<br />

in risposta al suo sollecito per la liberazione <strong>di</strong> suo figlio, gli ha detto che ignorava la sua cattura<br />

e che, comunque,farà del suo meglio perchè riabbia la libertà.<br />

Se ciò non avvenisse, il duca ha sempre la possibilità <strong>di</strong> mercanteggiare con i nemici,<br />

premettendo la liberazione <strong>di</strong> suo figlio a quella dei loro uomini. Ritiene, però, un’opportuna<br />

mossa che egli proceda a rilasciare le donne che egli detiene: avrà sempre la possibilità <strong>di</strong> rifarsi<br />

con <strong>di</strong>eci su una, dandone la giustificazione a or<strong>di</strong>ni superiori.<br />

Gasparri de Suessa, conestabili nostro.<br />

(1453 settembre 18, “apud Gaydum”).<br />

Here respondessemo ale tue lettere circha la captione de tuo figliolo che scrivessemo<br />

al conte Iacomo per la sua relaxatione; et così, havendoli scrito, ne ha respuosto ch’el<br />

non era informato dela sua prexa et che farà opera a relaxarlo per conservatione deIe<br />

bone usanze del mestere d’arme: e così credemo el farà con effecto. E quando pur non<br />

lo facesse, nuy havimo tanti delle suoi in possanza nostra che, inanti gli relaxamo,<br />

farimo relaxare tuo figliolo. Ma per accelerare più la sua liberatione ne pareria bene che<br />

tu facesse liberare quelle femene sostenute per ti, perchè, dappuoi che fosse relaxato<br />

tuo fiolo, sempre serà in tua possanza de piliarne per una dece, quando pur te parirà,<br />

né questo partito te pò essere vergognoso, perché sempre te potray alegare essere<br />

comandato per Ii toi superiori. Siché a noy pare che lo debbi fare. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

262<br />

Francesco Sforza prende atto <strong>di</strong> quanto il milite Morello da Parma gli scrive del pericolo che<br />

corre lo stato per le frequenti uscite dalle fortezze dei figli dei castellani. Lo ringrazia per il<br />

pensiero del figlio <strong>di</strong> Gaspare da Suessa. Lo accerta <strong>di</strong> essere intervenuto e spera in una sua<br />

prossima liberazione.<br />

(1453 settembre 18, “apud Gaydum”).

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