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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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(1453 settembre 29, “apud Gaydum”).<br />

Ser Bartholutio de Eugubio, commissario supra allogiamentis ultra Padum.<br />

Volimo che ali homini dela Stradella non debii dare molestia nè impazo alcuno per<br />

casone della taxa delle deci cavalle che te havevamo assignata per lo vivere tuo; et in<br />

questo non fare exceptione alcuna. Data apud Gaydum, <strong>di</strong>e xxviiii septembris 1453.<br />

Nicolaus.<br />

Iohannes.<br />

266<br />

Francesco Sforza <strong>di</strong>spone che i membri del Capitolo della chiesa <strong>di</strong> Pavia eseguano quello che<br />

nella missiva <strong>di</strong>ce d’aver scritto ad Antonello de Campagna, e cioè, <strong>di</strong> consegnare l’inventario <strong>di</strong><br />

tutto quanto spetta al locale vescovato all’economo designato dall’abbate <strong>di</strong> Rivalta e a quello<br />

in<strong>di</strong>cato da loro, in modo che entrambi siano al governo del vescovato finchè detto abbate sarà<br />

fatto vescovo, com’egli ha richiesto al papa. Vuole che l’economo, “che lui deputerà”, possa<br />

<strong>di</strong>sporre secondo la volontà dell’abbate, futuro vescovo, e tutti gli ufficiali stiano ai loro posti, così<br />

come Agostino de Conago deve mantenere la podestaria <strong>di</strong> Stradella.<br />

In simile forma si è scritto ad Antonello de Campagna.<br />

(1453 settembre 29, “apud Gaydum”).<br />

Venerabilibus religiosis dominis de Capitulo ecclesie Papiensis.<br />

Scrivemo ad Antonello de Campagna che’l consegni lo inventario et ogni cosa che<br />

specta ad quello vescovato in Ie mane del’iconomo, qual deputarà el reverendo domino<br />

abbate de Rivalta et quello haveti deputato vuy, Ii quali stiano ambiduy iconomi al<br />

governo del <strong>di</strong>cto episcopato finché’l prefato domino l’abbate sarà promoso al <strong>di</strong>cto<br />

vescovato como desideramo, et per luy havemo supplicato ad la Santità del nostro<br />

Signore. Et esso iconomo, che Iuy deputarà, ne possi <strong>di</strong>sponere et fare secundo la<br />

voluntà del prefato domino l’abbate - futuro episcopo, denique che tuti Ii officiali posti<br />

per voy stiano firmi, ma che Augustino de Conago resti ala potestaria dela Stradella;<br />

sichè vogliati retrovarve insieme et dare or<strong>di</strong>ne et forma ad tute queste cose che se<br />

exequiscano secundo la or<strong>di</strong>natione pre<strong>di</strong>cta. Data ut supra.<br />

Cristoforus de Cambiago.<br />

In simili forma scriptum fuit Antonello de Campanea.<br />

Cichus.<br />

267<br />

Francesco Sforza assicura il condottiero Moretto <strong>di</strong> Sannazzaro <strong>di</strong> non aver avuto alcuna<br />

intenzione <strong>di</strong> dargli “alcun mancamento” circa “quelli <strong>di</strong>nari de Tercha” che gli aveva assegnato<br />

delle tasse, anzi or<strong>di</strong>nò che egli fosse pienamente sod<strong>di</strong>sfatto. Le lettere, cui Moretto allude,<br />

furono motivate dalla necessità <strong>di</strong> sostituire Battista del Borgo, che attendeva “pigramente” alla<br />

esazione delle tasse del Novarese, con Carlo Cipella, anche se poi entrambi ne furono<br />

incaricati.<br />

(1453 settembre 29, “apud Gaydum”).<br />

68v Spectabili et strenuo militi domino Moreto de Sancto Nazario, armorum, et cetera.<br />

Havemo recevuto Ie vostre lettere et inteso quanto ne scrivete circa’l facto de quelli<br />

<strong>di</strong>nari de Tercha, quali ve assignassemo delle taxe, et cetera. Dicemo che nostra<br />

intentione è de tractarvi bene per Ii meriti vostri et la fede che ce portate, et che non<br />

supportate danno alcuno, anzi habiati integramente Ii vostri <strong>di</strong>nari. Et aciò non cre<strong>di</strong>ate<br />

che quelle nostre lettere siano passate per darvi alcuno mancamento, ve avisamo che<br />

fuoreno scritte perchè levassemo l’exactione de quelli <strong>di</strong>nari dele taxe del Novarese ad<br />

domino Baptista del Borgo, perché Ii attendeva molto pigramente, et comettessemo<br />

questa impresa ad Carlo Cipello che Ii attendesse con più sollicitu<strong>di</strong>ne, benchè dopoi<br />

l’havemo deputati ambidui: donde nuy gli scrivemo opportunamente per le allegate et<br />

coman<strong>di</strong>amo expressamente che ve faciano satisfare dali <strong>di</strong>cti homini de Tercha delli<br />

vostri delIa <strong>di</strong>cta vostra assignatione per ogni modo, et così sollicitareti de haverli. Sichè

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