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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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supra, senza alcuna <strong>di</strong>fficultà et exceptione, sichè presto habia el debito suo, como è<br />

nostra intentione, sì che'l possa satisfare ala subventione, quale gli havemo facta<br />

rechiedere novamente, munstrandogli in questo, et in ogni altra cosa soa havesse<br />

Salamone in essa terra ad agitare, ragione summaria et expe<strong>di</strong>tissima, senza litigio<br />

alcuno et cum ogni celerità possibile sì ch’el non habia iusta casone de lamentarsi,<br />

como intendemo se facia Data in castris nostris felicibus apud Urceasnovas, xxvi<br />

novembris 1453.<br />

Advena.<br />

Cichus.<br />

(a) Segue che depennato.<br />

(b) In inizio carta: primo decembris 1453; segue quali ripetuto.<br />

588<br />

Francesco Sforza informa Bolognino de Attendolis <strong>di</strong> avere “fornito quella terra” e <strong>di</strong> avere<br />

mandato alcune squadre <strong>di</strong> cavalli e fanti a Romanengo per la sua conquista in modo che, ciò<br />

avvenuto, <strong>di</strong> qua i nemici non avranno che Bergamo e Crema. Con il favore del tempo spera in<br />

altri successi.<br />

In simile forma scrive a donna Agnese Visconti e a Corrado da Fogliano.<br />

Magnifico domino Bolognino de Attendolis.<br />

(1453 novembre 26, “apud Urceasnovas”).<br />

Per continuare l'aviso delli successi nostri, ve notificamo che havemo fornito questa<br />

terra et havemo mandate alcune squadre de cavalli et fanti a Romanengo per tolire<br />

quella terra, quale speramo obtenere in breve, da poi non se tenerà de qua altro che<br />

Bergamo et Crema per li inimici nostri et, havuta la terra de Romanengo et a<strong>di</strong>utandone<br />

el tempo, andarimo in loco dove speramo farve sentire (a) novelle meliore ogni <strong>di</strong>. Data<br />

ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

In simili forma scriptum fuit magnifice domine Agneti Vicecomiti et magnifico Conrado<br />

de Foliano.<br />

(a) Segue bone depennato.<br />

589<br />

Francesco Sforza in parziale adesione a quanto richiesto dai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, fa sapere al locale<br />

luogotenente che se le cose procederanno, come “votivamente” vanno, è d’accordo che si<br />

tolgano delle guar<strong>di</strong>e “de bastione”, purchè si sorvegli sempre accuratamente il revellino.<br />

Si possono ridurre quelle del borgo e anche quelle della piazza, ma si ba<strong>di</strong> bene <strong>di</strong> non<br />

sguarnire del tutto <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>e il borgo. Lo assicura <strong>di</strong> tenere sempre in considerazione Paolo<br />

Braco per la sua sufficienza. Circa la carenza <strong>di</strong> sale denunciatagli da quel fante <strong>di</strong> Crema e<br />

delle vie praticate da Bergamo per fornire i Cremaschi, gli fa presente che parlerebbe volentieri<br />

con quel fante, ma lo avverte <strong>di</strong> curare nel frattempo che, nè da Pan<strong>di</strong>no, nè da Milano nè<br />

d’altrove filtri in Crema un granello <strong>di</strong> sale. Non è del parere che si proceda a condanne contro<br />

chi è restio a fornire vettovaglie, si usino solo mo<strong>di</strong> intimidatori e cerchi <strong>di</strong> mandare una persona<br />

capace da luoigo a luogo a sollecitare la fornitura <strong>di</strong> vettovaglie e constati chi può e chi non può<br />

dare: ciò vale in particolare per quelli <strong>di</strong> Maleo che gli hanno assicurato che in quella terra non si<br />

troverebbe <strong>di</strong> che riempire neppur quattro sacchi: se così fosse, li si lasci in pace.<br />

Locumtenenti Laude.<br />

(1453 novembre 26, “apud Urceasnovas”).<br />

Respondendo a più vostre lettere, et primo, ala parte delle guar<strong>di</strong>e, quali doman<strong>di</strong>no<br />

quelli nostri cita<strong>di</strong>nii se toliano via et moderano per manco loro graveza, <strong>di</strong>cemo ohe a<br />

nuy pare, procedendo le cose nostre votivamente como fanno per la Dio gratia, che se<br />

possano tolere via quelle de bastione, purchè sopratuto se guar<strong>di</strong> bene el revelino; et a<br />

questo metiti ogni vostra cura et <strong>di</strong>ligentia. Quelle del borgo et anche delIa piaza, se<br />

pono etiam<strong>di</strong>o moderare per più aleviazione delli nostri cita<strong>di</strong>nii, ma non ne pare bene<br />

che quelle 157v del borgo se toliano via in tuto ch’el non ce ne sia alcune, et circha

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