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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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925<br />

Francesco Sforza ripete al podestà, comune e uomini <strong>di</strong> Treviglio quanto ha già detto ai loro<br />

ambasciatori, e, cioè, quanto allo strame, devono dare fieno finchè ne hanno e poi stobie e “altri<br />

strami”. Circa la limitazione dei cavalli, li informa che per quel che gli ha riferito in giornata il<br />

cancelliere <strong>di</strong> Colella da Napoli, li allieverà subito <strong>di</strong> loro.<br />

Li rassicura <strong>di</strong> aver rifatta la licenza per 300 some <strong>di</strong> biada.<br />

249r Potestati, comuni et hominibus Trivilii.<br />

(1454 febbraio 12, Milano).<br />

Li vostri ambassatori, quali sonno stati qui da nuy n'hanno rechiesto doe cose, l'una che<br />

aIe zente d’arme lozate Iì possati dare delle stobie et altri strami, mancandovi il feno;<br />

l'altra che vogliamo limitare quanti cavalli haveti a tenere; et quantunche habiamo<br />

resposto a loro, non<strong>di</strong>meno respenderemo ancora a vuy. Et quanto ala parte del<br />

strame, <strong>di</strong>cemo che gli debiati dare del feno finchè gli n’è, et quando non gli ne sarà<br />

più, saremo contenti gli dagati delIe stobie et delli altri strami che havereti; et comettiamo<br />

a ti, podestà, che ve<strong>di</strong> la quantità del feno che gli è et gli ne faci dare. Ad la parte de<br />

limitare Ii cavalli, <strong>di</strong>cemo che questo non bisogna, avisandove che per certe cose, quale<br />

ne <strong>di</strong>sse hozi el cancellero de Colella de Napoli, nuy ve aleviaremo subito deli <strong>di</strong>cti<br />

cavalli. La licentia de CCC somme de biade, ve I’havemo facta refare, como vederiti.<br />

Data ut supra.<br />

Irius.<br />

Cichus.<br />

926<br />

Francesco Sforza, inteso dal commissario <strong>di</strong> Geradadda quanto gli ha riferito circa i buoni<br />

comportamenti <strong>di</strong> Angelello da Lavello e <strong>di</strong> Antonello del Borgo, nonchè dei loro bisogni e della<br />

necessità <strong>di</strong> cavalli, li assicura che vi farà “suso pensiero” in modo che siano sod<strong>di</strong>sfatti <strong>di</strong> lui.<br />

Commissario nostro Glareabue.<br />

1454 febbraio 13, Milano.<br />

Inteso quanto ne scriveti delli boni portamenti deli strenuy Angelello de Lavello et<br />

Antonello del Borgo, nostri conducteri, et del bisogno suo et deli cavali, <strong>di</strong>cemo che<br />

haveti facto bene ad avisarne, perchè nuy li faremo suso pensiero et Ii provederemo<br />

per modo Ii potrano stare et poterano contentarse de nuy. Et così <strong>di</strong>reteli per nostra<br />

parte che stiano de bona voglia. Data Me<strong>di</strong>olani, xiii februarii 1454.<br />

Christoforus.<br />

Cichus.<br />

927<br />

Francesco Sforza risponde al Colleoni <strong>di</strong> non poter accordare la richiesta <strong>di</strong> una riduzione<br />

dell’onere del sale per i Bellanesi, pur se il Colleoni gli ricorda la loro “fede et devotione”, oltre<br />

l’aiuto da loro dato per la presa <strong>di</strong> quella rocca.<br />

Gli ricorda <strong>di</strong> aver preso parte con un intervento favorevole e <strong>di</strong> aver concordato con loro una<br />

composizione, come può confermare Simone Origone, autore <strong>di</strong> una promessa, a loro nome, del<br />

pagamento <strong>di</strong> un certo quid che deve ancora essere onorato. Inoltre, ogni altra concessione<br />

sarebbe un precedente per eguali pretese dei loro vicini.<br />

249v Magnifico Bartholomeo Coleono.<br />

(1454 febbraio 13), Milano.<br />

Havemo recevuto una vostra lettera per la quale ne recordati la fede et devotione verso<br />

nuy et stato nostro delli homini nostri da Bellano et del’a<strong>di</strong>uto hanno dato a quella<br />

impresa della rocha, iI perchè ne gli recomandate strectamente nel facto del sale; ala<br />

quale respondemo che dela loro fede verso nuy siamo certissimi, ma, comprendendo<br />

che non ve hanno bene informato circa’l facto del sale et se gravano et lamentano

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