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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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omnino, et fazi con effecto che subito et senza piu <strong>di</strong>latione de tempo, che essi homini<br />

paghano integramente el debito loro, certificandolo che se’l non farà ne scorozaremo in<br />

modo con luy che’l conoscerà ne sia rencresciuto. Et se maravigliamo bene che luy<br />

habia comportato tanto a <strong>di</strong>cti suoi homini che siano stati renitenti fino a questo dì,<br />

perchè Iuy per dare bono exemplo alIi altri doveva fare che loro fosseno li primi a fare el<br />

debito suo. AlIa parte de quelli da Pontecurono e Viguzolo et de Antonio da Cassano,<br />

<strong>di</strong>cimo che senza ne scrivi più a nuy cosa alcuna debbe providere e fare che ciascuna<br />

altra terra e lochi che restano dare <strong>di</strong>nari alcuni ali <strong>di</strong>cti nostri soldati fazano el debito<br />

subito subito integramente per Ii <strong>di</strong>cti respecti. Et circa ciò voglili mettere ogni tua<br />

sollicitu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong>ligentia et ingegnio, perchè qui consiste el bene et salute del stato nostro<br />

a fare che se possiamo valere de presenti delle <strong>di</strong>cte nostre gente. Data in castris<br />

nostris apud Gaydum, <strong>di</strong>e xxx augusti 1453.<br />

Leonardus.<br />

Iohannes.<br />

181<br />

Francesco Sforza esprime il suo rammarico nel constatare la “lenteza et negligentia” dei<br />

presidenti agli affari <strong>di</strong> Pavia nel pagamento del carriaggio per il castello <strong>di</strong> Milano e,<br />

conseguentemente, li incita a saldarne gli arretrati e a mostrare”<strong>di</strong>ligentia per l’avenire”.<br />

(1453 agosto 30, “apud Gaydum”).<br />

Spectabilibus viris presidentibus negociis comunitatis civitatis nostre Papie, nostris<br />

<strong>di</strong>lectis.<br />

Considerando nuy quanto importa el pagamento del nostro carezo del nostro castello<br />

de Porta Zobia de Milano, non possemo fare che non se maravigliamo, et anche<br />

dogliamo dela lenteza et negligentia haviti usata al <strong>di</strong>cto pagamento. Pertanto, ultra<br />

quello che ve havemo scripto per lo passato, ve caricamo et stringemo, per quanto haviti<br />

caro el stato nostro, quale doveti reputare vostro, che subito debiati havere pagato<br />

quanto restate a pagare per lo passato et usare tale <strong>di</strong>ligentia per l’avenire in li<br />

pagamenti che cognoseramo voi non essere mancho avi<strong>di</strong> del nostro bene che nuy<br />

siamo del vostro. Et circa ciò portateve talmente che non habiamo ogni dì stimularve<br />

per nostre lettere. Data ut supra<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

182<br />

Francesco Sforza informa il podestà <strong>di</strong> Mortara <strong>di</strong> essere riuscito a comporre la vertenza tra il<br />

cremonese Guglielmo Riparo e Ambrogio Trumbeta, uomo del conte Giacomo Picinino. Vuole<br />

che sia annullata qualsiasi scrittura relativa a tale vertenza in modo che mai, nè Trumbeta nè<br />

alcuno dei suoi parenti ne vengano più molestati.<br />

49v Potestati Mortarii.<br />

(1453 agosto 30, “apud Gaydum”).<br />

Havendo nuy facto componere et accordare Guiglielmo Riparo, nostro cita<strong>di</strong>no<br />

Cremonese, et Ambroxo Trumbeta del magnifico conte Iacomo Picinino per la<br />

<strong>di</strong>fferentia havevano insieme, dela quale te scrissemo per nostre lettere, date apud<br />

Senigam <strong>di</strong>e xxviii iunii proxime decursi, siamo contenti e volemo et anche te<br />

comettemo che tu debbii canzellare, irritare et anullare ogni segurtà et promissione et<br />

obligatione quale havesse dato o facto el padre o fradello o parente del <strong>di</strong>cto Ambroxo<br />

Trumbeta per casone dela <strong>di</strong>cta <strong>di</strong>fferentia, ita et taliter che per el presente, nì per<br />

l’avenire <strong>di</strong>cto Ambroxo, nè alcuno per luy may possa essere inquietato, molestato nè<br />

dannezato per <strong>di</strong>cta <strong>di</strong>fferentia, nè per cosa che dependa da quella. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.

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