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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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811<br />

Francesco Sforza ricorda a donna Luchina <strong>di</strong> averle or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> restituire tutte le loro cose agli<br />

uomini d’armi che fuggirono da Taddeo, ora che si sono riconciliati con lui. Faccia, perciò, in<br />

modo che il villano da Pinarolo riabbia tutto quello che era suo.<br />

Magnifice domine Luchine de Verme.<br />

1454 gennaio 23, Marcaria.<br />

Per altre nostre lettere se recor<strong>di</strong>amo (havere) scripto che ve piacesse fare restituire<br />

al’homini d’arme che se fugireno da Tadeo tute le cose et robbe loro, quale se<br />

retrovavano in le terre nostre, perché essi erano retornati et havemoli reconciliati con<br />

esso; hora è da nuy il vilano da Pinarolo, qual ne ha <strong>di</strong>cto che non ha potuto havere le<br />

cose soe che gli foreno tolte in Voghera. Per la qual cosa confortiamove et stringemove<br />

vogliati subito, recevuta questa, farli restituire <strong>di</strong>cte soe cose integramente poste<br />

apresso de che se voglia, ita ch’el <strong>di</strong>cto vilano più non habia ad venire con simile<br />

lamenta. Data Marcarie, xxiii ianuarii 1454.<br />

Bonifacius.<br />

Cichus.<br />

812<br />

Francesco Sforza vuole che Pietro Francesco Visconti lasci liberamente in libertà Martino del<br />

Miglio da Treviglio, da lui preso con Martino Bassano mentre portava lettere a Bergamo: Pietro<br />

si giustifica <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong> non sapere che portava lettere, non a Bergamo, ma in un luogo vicino.<br />

Si è scritto a Francesco de Bagarotis e a Pietro Vianino <strong>di</strong> portarsi, via Cremona, dal duca<br />

221v 24 ianuarii.<br />

Petro Francisco Vicecomiti.<br />

(1454) gennaio 24, (Marcaria).<br />

Martino del Meglio da Trivì è stato da nuy <strong>di</strong>cendone che tu lo vole constringere a fare<br />

la taglia et rescotere, quale prendesti con quello Martino Bassano che portava lettere a<br />

Pergamo sul principio che nuy havessemo el dominio della <strong>di</strong>cta terra de Trivì; il quale<br />

<strong>di</strong>ce non sapeva puncto ch’el <strong>di</strong>cto Martino portasse lettere, ma che a bono fine et<br />

sinceramente andava de compagnia con luy et non miga per andare a Bergamo, ma ad<br />

uno loco lì circonvicinato. Pertanto, parendone cosa honesta che per così pocha cosa<br />

non debia essere posto a taglia, te confortiamo e stringemo quanto possiamo che al<br />

<strong>di</strong>cto Martino del Meglio per questa casone non daghi molestia, nì affanno veruno,<br />

facendo in modo che de questo non sentiamo più querella. Data ut supra.<br />

Leonardus.<br />

Iohannes.<br />

Die suprascripto. Scriptum fuit Francisco de Bagarotis et Petro Vianino quod veniant ad<br />

dominium per viam Cremone.<br />

Bonifacius.<br />

Cichus.<br />

813<br />

Francesco Sforza scrive al podestà <strong>di</strong> Corno Giovane che, accertata la verità <strong>di</strong> quanto riven<strong>di</strong>ca<br />

lo squadrero ducale Scarioto, gli renda giustizia sommaria contro coloro che gli hanno recato<br />

danni con tagli nei suoi boschi e contro i debitori.<br />

Potestati Cornu Iuvenis.<br />

(1454) gennaio 24, (Marcaria).<br />

Scarioto, nostro squadrero, n’ha <strong>di</strong>cto che alcuni homini de quello loco gli tagliano li<br />

suoy boschi et de questo ne farà fede, et alcuni altri gle sonno debitori per <strong>di</strong>verse

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