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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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170<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al podestà <strong>di</strong> Pavia <strong>di</strong> riconsegnare a Tommaso, o a un suo inviato, un<br />

suo barbiere che se n’è fuggito da lui ed è riparato lì.<br />

Potestati Papie.<br />

(1453 agosto 28, “in castris nostris apud Gaydum”).<br />

AlIi dì passati s’è fugite dal spectabile meser Thomaso da Riete uno suo barbero che<br />

se domanda Bartholomeo de quella nostra cità, qual è capitato lì. Pertanto 47r volemo<br />

che lo astringate, sia lo consignate in Ie mano d’esso meser Thomaso, o ad qualuncha<br />

suo messo, ulla absque exceptione. Data ut supra.<br />

Zanetus.<br />

Cichus.<br />

171<br />

Francesco Sforza, in risposta a quanto gli hanno scritto e fatto anche sapere tramite il nunzio e<br />

oratore ducale Pietro da Erba, comunica ai consoli, al comune e agli uomini <strong>di</strong> Salle <strong>di</strong> essere<br />

<strong>di</strong>spiaciuto per tanto loro carico, ma fa loro presente che altrettante gravezze sopportano gli altri<br />

sud<strong>di</strong>ti. Li esorta, comunque, a sperare in un migliore avvenire <strong>di</strong> prosperità e pace. Non<br />

capendo bene quanto essi gli scrivono in merito alla tassa del sale da pagarsi nel mese in corso,<br />

li avverte che scriverà al Consiglio segreto in merito al loro aumento e, comunque, vi man<strong>di</strong>no<br />

un loro uomo. Circa la esenzione degli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Urbano de Santolox, li assicura che da parte sua<br />

non v’è nessuna intenzione <strong>di</strong> concedere esenzioni <strong>di</strong> sorta ad alcuno.<br />

(1453 agosto 28, “in castrum apud Gaydum”).<br />

Consulibus, comuni et homi(ni)bus terre nostre Sallarum.<br />

Inteso quanto ne scrivite e quanto ne ha facto <strong>di</strong>re Petro da Herba, nostro nuntio et<br />

oratore, ve respondemo, quanto ala parte delle graveze, quale recordate havere<br />

supportate questo presente anno, che a noy dole et rincresce de ogni vostre graveze,<br />

recordandove che Ii altri nostri fideli sub<strong>di</strong>ti hanno facto el simile per Ie con<strong>di</strong>tione <strong>di</strong><br />

tempi, né se è potuto fare altramente, co(n)fortandove a stare de bona voglia, perchè Ie<br />

cose nostre passeno così fatamente e con tale prosperità che per l’avenire ve<br />

restaurarimo d’ogni danno e faremove gode(re) in pace. Quantum vero ala parte dela<br />

tassa del sale da essere pagata questo mese presente, ve <strong>di</strong>cemo che non intendemo<br />

bene questa facenda, siando nuy qua occupato in altro, ma scrivemo al nostro<br />

Conseglio secreto che intenda la cagione del vostro agravemente e Ii provedano como<br />

se convenne; sichè mandariti a loro. Ala parte de non fare exempti Ii here<strong>di</strong> de<br />

quondam Urbano de Sanctolox, nè altri, perchè seria contra Ii capituli per nuy a vuy<br />

concessi, ve <strong>di</strong>cemo che I’è molto bene ragione et anche ne pare convenevole che<br />

qualunque supporta la rata sua delli carichi. Et cosi ve promettimo che per quello<br />

specta a nuy non faremo exempto alcuno. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

172<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al referendario <strong>di</strong> Pavia <strong>di</strong> dare a maestro Cristoforo da Lanta,<br />

ingegnere, tre o quattro lire perchè possa portarsi in campo da lui.<br />

47v Referendario Papie.<br />

1453 agosto 28, “apud Gaydum”.<br />

Aciochè maestro Christoforo da Lanta, inzignero, possa venire qua in campo da nuy,<br />

como havimo or<strong>di</strong>nato, volimo che gli facii dare, o numerare, tre o quatro Iibre imperiali;<br />

et non sia faIIo. Data apud Gaydum, <strong>di</strong>e xxviii augusti 1443.

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