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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Havemo recevuto le tue lettere et per quelle inteso il damno ha facto il maltempo nel<br />

nostro parco così in strepare un<strong>di</strong>ci arbori de rovere, come in fracassarne et scavezarni<br />

molti altri, che ne rencresce asay. Ma pur siando occorso, volimo che faciati recollere et<br />

reponere li <strong>di</strong>cti arbori tuti et farne havere bona cura perché gli voremo fare operare in<br />

reconzare quella casa verde lì. Ben ne piace che quello maltempo non habia damnezati<br />

li animali del <strong>di</strong>cto parco quali ve recoman<strong>di</strong>amo. Me<strong>di</strong>olani, xxv iulii 1454.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

1811<br />

Francesco Sforza scrive a Cristoforo de Nimio e Gerardo de Barba, nonché ai loro figli de<br />

Rodebio, abitanti a Sant’Angelo Lomellina che, in considerazione della richiesta del comune e<br />

degli uomini <strong>di</strong> quel territorio, li accetta nella sua grazia e concede loro la libertà <strong>di</strong> stare e <strong>di</strong><br />

muoversi ovunque in quella terra, sciolti da qualsiasi bando dei gentiluomini <strong>di</strong> Robbio, e<br />

ripristinati nel grado in cui erano prima che quel territorio passasse sotto la sua obbe<strong>di</strong>enza.<br />

1454 luglio 26, Milano.<br />

Carissimis nostris Christoforo de Nimio et Girardo de Barba ac eorum filiis de Rodebio,<br />

habitantibus in terra nostra Sancti Angeli Lomelline.<br />

A contemplaticne e rechiesta del comune et homini de quella terra de Sanctangelo ve<br />

acceptamo asieme con loro ala gratia nostra, et siamo contenti. Et per tenore della<br />

presente ve concedemo et <strong>di</strong>spensemo che possiate stare, praticare et habitare<br />

securamente in quella nostra terra con ogne proprietà et beni vostri et andare et<br />

retornare a vostro bel piacere, non obstante il bando havessevo o habiati dalli<br />

zentilhomini de Robio, né veruna altra cosa in contrario, salvo tantum semper iure tercii;<br />

et demum ve mettiamo in quello grado eravati inanti che quella nostra terra de<br />

Sanctangelo retornasse a la nostra obe<strong>di</strong>entia. Me<strong>di</strong>olani, xxvi iulii 1454.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

1812<br />

Francesco Sforza conviene con Bartolomeo da Cremona per quanto ha fatto con i “paroni” e i<br />

navaroli, dando anche loro del danaro, denaro che cercherà <strong>di</strong> procurare in qualche modo<br />

perché essi possano vivere meglio. Se abbisognasse <strong>di</strong> navaroli, se li procuri nel paese come<br />

crederà meglio.<br />

487r Bartolomeo de Cremona.<br />

1454 luglio 26, Milano.<br />

Ad quanto per toe lettere ne scrive del facto delli navaroli, te rispondemo che hay facto<br />

bene ad retenere i paroni et quelli quatro navaroli, et piacene habi così facto et che gli<br />

habbi proveduto de <strong>di</strong>nari, como ne scrive havere facto; et per l’havenire vi<strong>di</strong> havere<br />

qualche denari per qualche via et darli, aciò se possano sostentare et vivere meglio che<br />

possono finché gli faremo qualche provisione, et bisognando navaroli, potray provedere<br />

per quello paese como meglio te parerà, Me<strong>di</strong>olani, xxvi iulii 1454<br />

Ser Facinus.<br />

Iohannes.<br />

1813<br />

Francesco Sforza conferma a Tiberto Brandolini <strong>di</strong> aver inteso quello che gli ha detto Antonio<br />

da Lignana, mandato dal Consiglio del duca <strong>di</strong> Savoia. Gli é piaciuto ciò che ha risposto ad<br />

Antonio. Gli raccomanda poi <strong>di</strong> insistere con i soldati perché non facciano danno ai sud<strong>di</strong>ti<br />

sforzeschi e neppure, al <strong>di</strong>l là del saccomanno, anche a quelli del Savoiardo<br />

Domino Thiberto Brandolino.<br />

(1454 luglio 26, Milano).

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