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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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191<br />

Francesco Sforza scrive al governatore, al conte e agli uomini <strong>di</strong> Castronuovo Tortonese <strong>di</strong> aver<br />

preso atto della vertenza che hanno con gli uomini <strong>di</strong> Caseli e del furto <strong>di</strong> bestiame subito,<br />

perchè da quei <strong>di</strong> Caseli si pretende che essi contribuiscano ai loro carichi per i beni che hanno<br />

sul loro territorio. Ne ha parlato con il conte Cristoforo e gli ha or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> mandare da lui un<br />

uomo <strong>di</strong> quella terra informato della cosa. Eguale <strong>di</strong>sposizione dà a loro, in modo che, sentite<br />

ambo le parti, si decida secondo “la raxone”.<br />

1453 settembre 1, “apud Gaydum”.<br />

52r Gubernatori ac comiti et hominibus Castrinovi prope Terdonam.<br />

Havemo recevuto una vostra et inteso quanto ne scriveti dela <strong>di</strong>fferentia è fra vuy et Ii<br />

homini de Caseli, et Ie bestie ve hanno tolte <strong>di</strong>cti homini, perchè <strong>di</strong>cono doveti (a)<br />

contribuire et pagare con Ioro Ii carichi per li beni vostri haveti suI territorio de <strong>di</strong>cta terra<br />

de Caseli, al che, respondendo, ve <strong>di</strong>cemo perchè volemo che né l’una parte nè l’altra<br />

se habia ad dolerse Ii sia facto torto. Havemo parlato col magnifico conte Christoforo de<br />

questo facto et or<strong>di</strong>nato ch’el fazi venire qua da nuy uno homo de <strong>di</strong>cta terra informato<br />

dela cosa. Ne pareria che ancora voy ne mandasse un’altro delli vostri insieme con<br />

quello de Caseli per intendere el facto del’una parte et l’altra; et deinde serà proveduto<br />

opportunamente a quanto rechiderà lo dovere et la raxone. Data apud Gaydum <strong>di</strong>e<br />

primo septembris 1453.<br />

Iohannes Antonius.<br />

Iohannes.<br />

(a) doveti in interlinea.<br />

192<br />

Francesco Sforza scrive a Morello da Parma d’aver fatto bene a condurre il luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

Giovanni Caymo e Gaspare da Suessa a visionare il luogo più pericoloso per il passaggio dei<br />

nemici. Si <strong>di</strong>ce anch’egli convinto che darebbe grande sicurezza il poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> 25 o 30<br />

balestrieri e schioppettieri oppure <strong>di</strong> gente forestiera a guar<strong>di</strong>a dell’Adda, ma non essendo ciò<br />

possibile, ha proposto che a ciò provvedano gli uomini del paese, certo che i nemici, saputo <strong>di</strong><br />

tale guar<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> sicuro si guarderebbero dal passare l’Adda.<br />

Domino Morello de Parma.<br />

1453 settembre 3, “apud Gaydum”.<br />

Havemo recevute Ie vostre lettere et inteso quanto ne scriveti del’havere menato el<br />

locotenente de Lo<strong>di</strong> Iohanne Caymo et Gasparro da Suessa su lo loco più periculoso<br />

per lo passare delli inimici o dela provisione, quale gli havevati facta etian<strong>di</strong>o inanze la<br />

receputa dele nostre lettere. Ve ne comen<strong>di</strong>amo singularmente, e quanto ala parte de<br />

mandare xxv o xxx balestreri e schiopeteri per la guar<strong>di</strong>a d’Ada, comprehen<strong>di</strong>mo seria<br />

bene, et siamo certi che, quando gli potissemo e volissemo mandarli gente forastere<br />

remanerissemo securissimi del passare d’essi inimici, ma non gli possendo mandarli<br />

gente forastere, havemo scrito et sollicitato voi et Ii altri nostri che, con industria,<br />

vigilantia et sollicitu<strong>di</strong>ne e per la fede havemo in vuy, che con Ii homini del payse<br />

vogliati guardare Adda in modo che non habiamo a dubitare che passino l’inimici,<br />

rendendoce certissimi che, sentendo essi inimici la guar<strong>di</strong>a in l’aqua, may non se<br />

meterano a passare: Sichè pigliatine quella cura et sollicitu<strong>di</strong>ne como haviti facto per lo<br />

passato e che speramo in voi, dalli avisi che recordati havere dato a domino Iohanne<br />

de Amelia, ve intendemo asay et ve ne rengratiamo. Apud Gaydum, <strong>di</strong>e iii septembris<br />

1453.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.

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