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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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(a) Segue et depennato.<br />

(b) altre in interlinea.<br />

556<br />

Francesco Sforza fa presente a Gracino da Pescarolo e al referendario <strong>di</strong> Pavia la massima<br />

urgenza che si ha, in campo, <strong>di</strong> vettovaglie per poter tenere unito l’esercito. Ha l’impressione<br />

che Raffaele Pugnello, mandato per trovare frumento, venga menato per le lunghe. Siccome<br />

Raffaele gli ha scritto che si porta Oltrepo e in Lomellina, sollecita Gracino e il referendario <strong>di</strong><br />

montare imme<strong>di</strong>atamente a cavallo alla ricerca <strong>di</strong> tanto frumento, farlo macinare e mandarne<br />

subito la farina a Cremona ai commissari addetti alla preparazione del pane.<br />

(1453 novembre 24, “contra Urceas Novas”).<br />

151r Domino Gracino de Piscarolo et referendario Papie.<br />

Perchè al presente non havemo cosa che ne prema né che sia de equiparare de<br />

importantia ad alcuna altra cosa quanto è il facto delle victualie, in le quale consiste<br />

adesso tuto el facto nostro, et perchè senza victualie questo nostro exercito non se<br />

potria mantenere unito et insieme, como è nostra intentione et la importantia del facto<br />

nostro. Et havendo noy mandato là Raphaele Pugnello per recatare una notabile<br />

summa de formento, ne pare sia menato molto alla longa et in modo che ne poressemo<br />

morire de fame che stesse a sua speranza; et perchè <strong>di</strong>cto Raphaele ne ha scripto che<br />

se resta ad componere alcune terre delIà da Po et in Lomellina, volemo subito, havuta<br />

questa, debbiati montare ad cavallo et andare per tuto dove serà necessario et recatare<br />

maiore quantità et summa de fromento serà possibile potere havere. II quale, como<br />

fareti condurlo, vogliati tuto farlo macinare in farine et quelle, como se venerano<br />

macinando, inme<strong>di</strong>ate et senza per<strong>di</strong>tione alcuna de tempo le fareti condure ad<br />

Cremona; et che siano consignate ali nostri comissarii sopra la fabrica del pane. Et in<br />

questo non gli perdere una hora de tempo, postponendo ogne altra cosa da canto,<br />

perchè ogni hora importa adesso al facto nostro uno mese. Data ut supra.<br />

Zaninus.<br />

Cichus.<br />

557<br />

Francesco Sforza scrive al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> <strong>di</strong> non molestare il fratello del suo cameriere<br />

Franceso da Lampugnano con la richiesta <strong>di</strong> biada per cavalli, perchè quella poca ch’era rimasta<br />

fu data ai Francesi quando alloggiarono lì.<br />

Locumtenenti nostro Laude.<br />

(1453 novembre 24, “contra Urceas Novas”).<br />

Ne ha significato Francesco da Lampugnano, nostro camerero, che volite artare suo<br />

fratello a casa ad cundure qua al nostro felice exercito una quantità de biava da cavalli,<br />

ala quale non seria sufficiente, perchè non gli n’è : quella pocha, che gli era, fo<br />

consumata per Ie gente Franzose, quaIi a questi dì passati se allogioreno lì. Per la qual<br />

cosa non voleno che lo debbiati artare, sia gravare a quello che’l non possa fare, ma<br />

solamente a mandare de quelle cose che’l pò. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

558<br />

Francesco Sforza comanda al podestà <strong>di</strong> Piacenza <strong>di</strong> procedere legalmente contro gli uomini del<br />

conte Onofrio Anguissola e lo stesso conte per aver sottratto al suo cavaliere il ban<strong>di</strong>to.<br />

Potestati nostro Placentie.<br />

(1453 novembre 24, “contra Urceas Novas”).<br />

Inteso quanto ne scriveti per el excesso comisso per el conte Honofrio Anghixola et li<br />

suoi in tolere dale mane al vostro cavalero quello ban<strong>di</strong>to, non potrissemo <strong>di</strong>re quanto

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