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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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384<br />

Francesco Sforza chiede al governatore <strong>di</strong> Valenza <strong>di</strong> intervenire perchè il maestro pavese<br />

Giacomo Magnano ottenga dai valenzani Antonio Ungaresco e da suo fratello i denari dovutigli.<br />

1453 ottobre 19, “contra Pontevichum”.<br />

Egregio amico nostro carissimo ducali gubernatori Valentie.<br />

Lo egregio doctore maestro Iacomo Magnano, nostro citta<strong>di</strong>no Pavese <strong>di</strong>lectissimo,<br />

debbe havere da Antonio Ungarisio et suo fratello, habitatore de quella terra, certa<br />

quantità de <strong>di</strong>nari, como ve farà, o per suo mandato, fare bona prova et fede; et perchè<br />

esso maestro Iacomo è persona dabene et virtuosa et a nuy affectionata et cara, ve lo<br />

recomman<strong>di</strong>amo a rasone, pregandovi che per nostro respecto gli prestati, facendoli<br />

rasone, tali honesti et iuri<strong>di</strong>chi favori ita ch’el possa conseguire el dovere suo; in la<br />

quale cosa, ultra che cosi rechieda l'honesto, a nuy compiaceriti asay. Data contra<br />

Pontevicum, <strong>di</strong>e xviiii octobris 1453.<br />

Marcus.<br />

Cichus.<br />

385<br />

Francesco Sforza impone nuovamente al podestà, al comune e agli uomini <strong>di</strong> Vigevano <strong>di</strong><br />

osservare, in conformità a quanto aveva loro comandato, cioè, “sicut iacet ad litteram”, la<br />

esenzione concessa al vigevanese Giacomo degli Ar<strong>di</strong>zi, anche se, a causa dei servizi ducali,<br />

egli non ha ancora potuto consegnare le lettere del duca.<br />

1453 ottobre 19, “contra Pontevichum”.<br />

Potestati, comuni et hominibus terre nostre Viglevani.<br />

Iacomo deIi Ar<strong>di</strong>tii <strong>di</strong> quella nostra terra ne ha significato con querella che gli haviti<br />

violata la exemptione quale gli havemo concessa et fatogli novità contra essa; del che<br />

ne siamo maravigliati, maxime recordandoci nuy haverve altra volta scrito che ge la<br />

dovessero observare sicuti iacet ad litteram. Pertanto iterato ve <strong>di</strong>cemo che ge la<br />

debbiati observare senza mancamento alcuno, revocando ogni novità la quale gli<br />

havessevo facta fare. Et hoc non 112r obstante alcuno termine, qual luy havesse tolto<br />

da voy de portarve nostre lettere, perchè è stato occupato in Ii nostri servicii; et si per<br />

l'avenire sentiamo che gli faciati alcuna altra novità, ne turbaremo con voy.Data ut<br />

supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

386<br />

Francesco Sforza impone a Gaspare da Suessa <strong>di</strong> indurre i suoi uomini alla restituzione degli<br />

uomini presi e del bestiame razziato <strong>di</strong> Cavragnadecca. Ciò è avvenuto nonostante che detti<br />

abitanti fossero tutelati dal salvacondotto ducale, legittimando in tal modo la rappresaglia del<br />

governatore <strong>di</strong> Crema che ha fatto fare altrettanto, incurante del salvacondotto governatoriale,<br />

nelle ville ducali <strong>di</strong> Salvarolo e <strong>di</strong> Fiesco. Siccome in questo spregio del salvacondotto del duca<br />

ne va anche <strong>di</strong> mezzo lo stesso suo onore, lo Sforza ribasce a Gaspare l’intimazione <strong>di</strong> far<br />

restituire subito dai suoi soldati tutto quanto, <strong>di</strong> uomini e bestie, hanno catturato.<br />

Gaspari de Suessa.<br />

1453 ottobre 19, “contra Pontevichum”).<br />

Siamo informati como tu hay mandato ad torrere aIa villa de Cavragnadecha et pigliato<br />

molto bestiame et presoni, la quale villa et loco havea da noy salvoconducto et<br />

secureza ; et siamone molto maravegliati che tu haby consentito ad fare <strong>di</strong>cta correria,<br />

perchè say bene ch’el nostro salvoconducto sia inviolabiliter observato; et per <strong>di</strong>cta<br />

correria,che hay facta fare ad Cavragnadecha, il governatore de Crema ha mandato ad

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