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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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11<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al fratello Corrado da Fogliano <strong>di</strong> mandargli, con i loro carriaggi, due<br />

squadre che stanno a Melzo avvertendole, quando saranno giunte a Pizzighettone,<strong>di</strong> portarsi<br />

oltre Adda e, da là, lo contattino, perchè <strong>di</strong>rà loro ciò che dovranno fare, ma, già al passaggio da<br />

Lo<strong>di</strong>, lo avvisino del giorno del loro arrivo a Pizzighettone.<br />

(1453 agosto 2, “in castris nostris felicibus apud Gaydum”).<br />

Magnifico fratri nostro carissimo Conrado de Foliano.<br />

Perché havemo ad operare in certi nostri bisogni dele zente che se retrovano in<br />

Milanese, volimo che subito ne man<strong>di</strong> quelIi doi squadre che sonno a Melzo con tuti Ii<br />

carriazi loro, dandoli or<strong>di</strong>ne et comissione che quando sarano a Pizguitone se debiano<br />

demorare dellà da Adda et darne adviso a nuy, perché gli scriveremo quello che<br />

haveranno a fare; e quando passarano a Lode, vogline avisare del dì che potrano<br />

zonzere a Pizguitone. Data ut supra.<br />

Irius.<br />

Cichus.<br />

12<br />

Francesco Sforza riscrive a Gracino da Pescarolo, dei Maestri delle entrate, <strong>di</strong> consegnare a<br />

Cremona i sandoni, <strong>di</strong> cui si è fatto parola, e <strong>di</strong> consegnarli all’ingegnere Giovanni da Lo<strong>di</strong><br />

per metterli in opera.<br />

(1453 agosto 2, “in castris nostris felicibus apud Gaydum”).<br />

Nobili viro Gracino de Piscarolo, ex Magistris intratarum nostrarum <strong>di</strong>lecto nostro.<br />

Benché altre volte habiamo or<strong>di</strong>nato et scrito che quelIi sandoni, deIi quali tu ne scrive,<br />

fossero mandati a Cremona, pur non gli sono mandati; siché tu hai facto bene ad<br />

recordarcelo. Volimo adoncha che tu gli facii conducere a Cremona, e farali consignare<br />

a maystro lohanne da Lo<strong>di</strong>, inzignero, perché gli voremo far mettere in opera. Data ut<br />

supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

13<br />

Francesco Sforza scrive a Bartolomeo Colleoni che, già molti dì fa, si è portato da lui un inviato<br />

<strong>di</strong> Giaomo Pio, chiamato Enoch, con una sua (del Colleoni) lettera con cui lo si sollecitava a dar<br />

corso al pagamento della prestanza dovuta a Giacomo per consentirgli <strong>di</strong> unirsi al Colleoni, che<br />

non era, allora, in grado <strong>di</strong> aiutarlo. Avendogli Giacomo scritto <strong>di</strong> mandargli 300 ducati d’oro, lui<br />

(duca) decise <strong>di</strong> sovvenirlo. Ma il proposito ducale se n’è andato fallito per le accresciute<br />

esigenze delle sue genti. Siccome ha, ora, saputo da Milano del buon pagamento fatto a lui,<br />

Colleoni, il duca gli invia Enoch, perchè sod<strong>di</strong>sfi Giacomo <strong>di</strong> quanto gli abbisogna.<br />

6r Bartholomeo Coleono.<br />

(1453 agosto 2, “in castris nostris felicibus apud Gaydum”).<br />

Sono più et più dì che uno messo del spectabile lacomo da Pigli [alias, de Piis] ,<br />

chiamato Enoch, vene qua da nuy cum una vostra Iettera de dì viii del passato, per la<br />

quale ne confortavate a dare expe<strong>di</strong>cione al pagamento dela prestanza del <strong>di</strong>cto<br />

lacomo, acioché se potesse mettere in puncto et condurse con vuy, secundo le<br />

promesse a luy facte, attento che vuy anchora non havevate el modo de poterlo<br />

expe<strong>di</strong>re, et cetera; et ne scrive deinde el pre<strong>di</strong>cto lacomo che volessemo mandarli ccc<br />

ducati d'oro per alcuni soi bisogni. Et desiderando nuy et volendo far cosa fosse grata<br />

ala magnificentia vostra et al <strong>di</strong>cto lacomo, deliberassemo de subvenirlo deIi <strong>di</strong>cti ccc<br />

ducati, credendo de haverli presto qui. Et siandone venuto eI pensiero fallito, et<br />

cresciuto el bisogno de queste nostre gente, como potrite intendere dal <strong>di</strong>cto Enoch,

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