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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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<strong>16</strong>12<br />

Francesco Sforza scrive al capitano della cittadella <strong>di</strong> Piacenza che si é presentato da lui il<br />

Matto, uomo d’arme ducale, con una lettera circa il danno fatto al mulino <strong>di</strong> Niccolò Arcimbol<strong>di</strong>.<br />

Lui si <strong>di</strong>scolpa da tale atto ed é pronto a riferire al capitano nomi e luoghi ove si trovano gli<br />

autori del misfatto. Se il capitano acciuffa i malfattori, che risarciranno appieno Niccolò, vuole<br />

che annulli ogni garanzia del Matto e lo rimetta nella sua precedente con<strong>di</strong>zione.<br />

430r Capitraneo citadelle Placentie.<br />

1454 giugno 26, Milano.<br />

S’é presentato a nuy con una toa lettera il Matto, nostro homo d’arme, per casone del<br />

damno facto al molino de domino Nicolò Arcimboldo; et inteso quanto tu ne scrive della<br />

securitete gli hay facto dare, <strong>di</strong>cemo hay facto bene. Ma perché il <strong>di</strong>cto Matto (a) se<br />

scusa et <strong>di</strong>ce che non é stato luy et che sonno stati alcuni altri, delli quali esso ve<br />

informarà <strong>di</strong>l nome et dove stanno, <strong>di</strong>cemo che, dandote luy per nome li malfacori, et<br />

che con veritate tu trovi et sii certisimo ch’el <strong>di</strong>cto Matto non sia stato colpevole, né se<br />

sia impazato per alcuno modo in questa cosa, et che tu habii in tua possanza li<br />

malfactori pre<strong>di</strong>cti, alhora siamo contenti debii fare cassare et tore via <strong>di</strong>cta securtade et<br />

remetterlo al suo primo grado, studendo et sforzandote con ogne <strong>di</strong>ligentia, stu<strong>di</strong>o et<br />

sagacità de trovare et havere in le mane toe li malfactori de questo tale damno ita ch’el<br />

<strong>di</strong>cto Nicolò sia restaurato et satisfacto fino ad uno solo punctale de stringa. Me<strong>di</strong>olani,<br />

xxvi iunii 1454.<br />

Zaninus.<br />

Iohannes.<br />

(a) In A Mathto con h depennata.<br />

<strong>16</strong>13<br />

Francesco Sforza vuole che il capitano <strong>di</strong> Casteggio, se Lorenzo <strong>di</strong> Pavia, da lui detenuto per<br />

una cavalla e una puledra portate via da un suo famiglio, gli <strong>di</strong>mostrerà che lui é innocente,<br />

rimetta Lorenzo, dopo data idonea garanzia, in libertà, amministrando poi giustizia in modo che il<br />

derubato e Lorenzo non possano lamentarsi.<br />

Capitaneo Clastigii.<br />

1454 giugno 26, Milano.<br />

Perché per parte de Lorenzo da Pavia, quale hay lì destenuto per casone dela cavalla<br />

et polledra, quale ha menato via uno suo famiglio, come tu sii informato, ne é stato<br />

<strong>di</strong>cto luy volere <strong>di</strong>monstrare essere inociente et senza colpa dela imputatione contra luy<br />

facta, te <strong>di</strong>cemo, et cossì remaniamo contenti che, dando luy idonea securtate de stare<br />

ad rasone, debii lassarlo de presone. Et deinde volimo inten<strong>di</strong> la cosa <strong>di</strong>ligentemente,<br />

ministrando dappoy iusticia et rasone ita ch’el povero homo a che sono tolti le <strong>di</strong>cte<br />

bestie et anche il <strong>di</strong>cto Lorenzo non habiano ad podersi <strong>di</strong>gnamente lamentare.<br />

Me<strong>di</strong>olani, xxvi iunii 1454.<br />

Bonifacius.<br />

Iohannes.<br />

<strong>16</strong>14<br />

Francesco Sforza si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong>spiaciuto con Andrea Dandolo perché i suoi ufficiali non gli hanno<br />

fatto avere i ragazzi ricercati. Ciò é <strong>di</strong>peso dal fatto che i suoi ufficiali non hanno agito in<br />

conformità alla volontà ducale, che non <strong>di</strong>fferisce dalla sua. Volontà quella <strong>di</strong> Dandolo <strong>di</strong> cui gli<br />

ha dato una testimonianza rendendo a Maletta il suo ragazzo. Lo assicura, però, che se si<br />

portassero ancora dei ragazzi nel suo stato, egli li farebbe ritornare con quel che hanno portato<br />

via. Gli fa presente il caso <strong>di</strong> Matteo da Capua: egli ha scritto ovunque per fargli riavere i suoi<br />

ragazzi.<br />

1454 giugno 26, Milano.

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