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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Marcus.<br />

Iohannes.<br />

1213<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na a Venturino de Brambilla, castellano della rocca <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, <strong>di</strong> liberare, a<br />

richiesta del condottiero Bartolomeo Quartieri, tal Giovanni de Morone che ha lì detenuto per<br />

trasporto contro il bando <strong>di</strong> biade.<br />

1454 aprile 5, Lo<strong>di</strong>.<br />

Venturino de Brambilla, castellano arcis nostre Laude.<br />

Ad contemplatione de domino Bartholomeo <strong>di</strong> Quarteri, nostro conductero, siamo<br />

contenti facci liberare uno Iohanne de Morone, (de) <strong>di</strong>cto signore, quale hay lì<br />

destenuto per casone de biade ha conducte contra banno. Et così liberalo subito et non<br />

manchi. Data Laude, v aprilis 1454.<br />

Andreas.<br />

1214<br />

Francesco Sforza riba<strong>di</strong>sce ai referendari Gracino da Pescarolo e a Bartolomeo da Correggio <strong>di</strong><br />

dare al suo cortigiano Giovanni Matteo Buttigella due dei cinque sandoni fatti al Tovo, riva del<br />

Po, sandoni che loro asseriscono <strong>di</strong> aver consegnati ad altri per or<strong>di</strong>ne avuto con lettere ducali..<br />

Il duca ribatte <strong>di</strong> sapere che sono rimasti due sandoni e, se pur li avessero dati in seguito a<br />

lettere ducali, egli vuole sapere a chi e come sono stati dati.<br />

1454 aprile 6, Lo<strong>di</strong>.<br />

324r Domino Gracino de Piscarolo et Bartholomeo de Corigia, referendariis nostris<br />

Papie.<br />

In questi dì passati nuy ve scripsemo che dovesti far consignare al spectabile Iohanne<br />

Matheo Buttighella, nostro cortesano, quelli duy sandoni de quelli (a) cinque forono facti<br />

al Tovo, riva del Po rippa de Po che sonno avanzati, delli quali gli ne havemo facte<br />

donatione; et già credevamo li havesse havuti; mò esso Iohanne Matheo ne ha scripto<br />

lamenta et <strong>di</strong>ce ch’el non l’ha potuti havere, et che vuy allegati sonno dati ad altri; dela<br />

qual cosa molto ne maravigliamo, perché nuy sapemo bene che ne debbano ancora<br />

essere remasti duy li quali, como havemo <strong>di</strong>cto, donassemo al <strong>di</strong>cto Iohanne Matheo et<br />

non ad altri. Et pertanto de novo ve scrivemo et volimo che ad esso Iohanne Matheo, o<br />

qualunque suo messo, gli debiati dare et consignare <strong>di</strong>cti sandoni per modo che più<br />

non ve habiamo ad scrivere per questa cosa, perché l’haveressemo molesto. Et se pur<br />

l’haveste data via per nostre lettere che nuy ve havessemo scripto, ne vogliati avisare a<br />

chi et como, perché nuy non voressemo donare una cosa ad due persone. Data Laude,<br />

vi aprilis 1454.<br />

Iohannes Antonius.<br />

Iohannes.<br />

(a) Segue duy depennato.<br />

1215<br />

Francesco Sforza vuole che l’armigero ducale Ventura da Parma convochi davanti a sé i suoi<br />

due famigli e gli altri che presero parte a derubare Perino da Chiavari e altri suoi compagni <strong>di</strong> sei<br />

“pelle” <strong>di</strong> olio e cinque “sportelli” <strong>di</strong> pesce oltre ad altre cose, come sarà pienamente informato<br />

dal cancelliere <strong>di</strong> suo fratello Corrado (cui consentirà subito <strong>di</strong> andare per i fatti suoi).<br />

Coman<strong>di</strong> ai rei <strong>di</strong> tale furto <strong>di</strong> restituire ogni cosa, lasciando a lui, duca, <strong>di</strong> intervenire contro chi<br />

fosse renitente a fare ciò.<br />

Venture de Parma, armigero nostro.<br />

(1454 aprile 6), Lo<strong>di</strong>.<br />

Siando stato robbato ali dì passati questo Perino da Chiavari et cinque altri soy<br />

compagni, et toltoli sey pelle de olio et cinque sportelli de pesce et alcune altre cose,<br />

secondo da luy intenderay per doy toy famigli et alcuni altri, secondo seray dal

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