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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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<strong>16</strong>62<br />

Francesco Sforza dà atto al podestà <strong>di</strong> Piacenza <strong>di</strong> avere, in conformità a quanto or<strong>di</strong>natogli,<br />

imprigionato i bari che frodarono Giovanni da Como. Il duca vuole che il podestà renda giustizia<br />

in modo che detti bari restituiscano a Giovanni i suoi denari.<br />

Potestati Placentie.<br />

1454 luglio 2, Milano.<br />

Havemo inteso como tu hay facto substenere lì quelli barri quali abarrarono Iohanne da<br />

Como, secondo te havevamo scripto. Il perché siamo contenti et volemo ministri raxone<br />

ali <strong>di</strong>cti barri, facendo restituire subito, recevuta questa, li suy denari al pre<strong>di</strong>cto<br />

Iohanne; et questo non manchi. Data Me<strong>di</strong>olani, ii iulii 1454.<br />

Andreas Fulgineus.<br />

Cichus.<br />

<strong>16</strong>63<br />

Francesco Sforza scrive ad Angelo de Caposilvis <strong>di</strong> avere ben inteso da lui quale sia l’animo<br />

degli uomini e delle terre sotto il duca <strong>di</strong> Savoia. Gli fa sapere <strong>di</strong> aver mandato due trombettieri<br />

per avere due uomini <strong>di</strong> quelle terre, cui lui, Sforza, intende parlare e far loro intendere che se<br />

vogliono passare sotto il suo dominio, vi provvederà lui, se prima, a Dio piacendo, non vi fossero<br />

già passati. Da parte sua Angelo se ne stia quieto, perché tutto si chiarirà presto.<br />

443v Angelo de Caposilvis.<br />

1454 luglio 3, Milano.<br />

Havemo recivuto una toa lettera, data heri, et inteso ad compimento quanto tu ne scrive<br />

dell’animo et <strong>di</strong>spositione delli homini et delle terre che se tengono per lo duca de<br />

Savoya, et cetera; et cussì de quanto tu desideri essere chiarito da noy quello habbi ad<br />

fare circha quisti facti. Brevemente, respondendo, te <strong>di</strong>cemo che nuy habiamo mandato<br />

de presenti nostri trombetti ad rechiedere duy homini per ciascuna de quelle terre, ali<br />

quali noy vogliamo parlare, siché, venendo noy lì, <strong>di</strong>remo quello serà da <strong>di</strong>re, et<br />

volendo loro venire ad hobe<strong>di</strong>entia nostra, como <strong>di</strong>cono, sia col nome <strong>di</strong> Dio, se non<br />

nuy gli provederimo per altra via, perché deliberemo per ogni modo de haverle.<br />

Pertanto volemo che tu debbi temporezare et non fare più como tu hay facto fine a qui,<br />

perché questa cosa ha ad chiarisse presto; et noy te avisarimo (a) <strong>di</strong> quanto haveray a<br />

fare. Data Me<strong>di</strong>olani, iii iulii 1454.<br />

Christoforus.<br />

Iohannes.<br />

(a) In A havisarimo con h depennata.<br />

<strong>16</strong>64<br />

Francesco Sforza fa avere a Marco de Coyris la supplica dei poveri uomini <strong>di</strong> Fornovo che si<br />

lamentano per i quattro cavalli loro assegnati. Lascia a lui la libertà <strong>di</strong> prendere quel<br />

provve<strong>di</strong>mento che merita la compassionevole situazione <strong>di</strong> quella gente.<br />

Marco de Coyris.<br />

1454 luglio 2, Milano.<br />

Per parte delli poverhomini da Fornonovo ne sporto la introclusa supplicatione per la<br />

quale se gravano de quatro cavalli, quali gli sonno stati dati, como intenderay; la quale<br />

considerata, havendo compassione ala povertate soa, remettiamo a ti che gli fazi quella<br />

provisione che ti parerà expe<strong>di</strong>ente. Me<strong>di</strong>olani, ii iulii 1454.<br />

Irius.<br />

Cichus.

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