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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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che’l vada o man<strong>di</strong> a sollicitare Ii <strong>di</strong>cti <strong>di</strong>nari. Et perché rechiedeti munitione da mettere<br />

in la rocheta de Lode verso Adda, maravigliamone che in la <strong>di</strong>cta rocheta non siano Ie<br />

<strong>di</strong>cte munitione, perché sapiamo pur nuy che Ii castellani ne havevano. Però volimo che<br />

non debbiati lassare partire Ii <strong>di</strong>cti castellani finché habiano restituite et remetuto tute Ie<br />

munitione nostre, quale havevano, como intenderiti per la lista d’esse munitione quale<br />

debe essere Iì; et essendo loro partiti, reteniti la robba soa, non relaxandola fin a tanto<br />

che le haverano integramente restituite. Et in questo non sia fallo alcuno. Data apud<br />

Gaydum, ut supra.<br />

Irius.<br />

Cichus.<br />

354<br />

Francesco Sforza vuole che il luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> rispetti i salvacondotti concessi al<br />

provve<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> Crema, come lui farà con quelli sforzeschi e, anzi, ne concederà uno per altri<br />

cinque carri.<br />

Locumtenenti Laude.<br />

1453 ottobre 9, “apud Gaydum”.<br />

Benché li salviconducti per nuy concessi ale ville de Cremascha siano revocati como<br />

intendeti, non volemo però che li salviconducti per nuy concessi al prove<strong>di</strong>tore de<br />

Crema s’intendano in questa revocatione; immo inten<strong>di</strong>amo stiano fermi como prima,<br />

perché luy anchora tenerà fermi li nostri et ne concederà salvoconducto a cinque altre<br />

carre. Vogliati aduncha provedere che li <strong>di</strong>cti salviconducti gli siano observati senza<br />

exceptione et contra<strong>di</strong>cione alcuna. Apud Gaydum, <strong>di</strong>e viiii octobris 1453.<br />

Irius.<br />

Cichus.<br />

355<br />

Francesco Sforza assicura Andrea Dandolo, provve<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> Crema, che mantiene vali<strong>di</strong> i<br />

salvacondotti personalmente a lui concessi e gli chiede <strong>di</strong> accordarne uno per cinque carri.<br />

Andree Dandulo, provisori Creme.<br />

(1453 ottobre 9, “apud Gaydum”).<br />

Quantunche habiamo revocati generalmente tuti Ii salviconducti per nuy concessi aIe<br />

ville de Cremasca per scontro deIi concessi per vuy aIe ville de Lodesana, non<strong>di</strong>meno<br />

non inten<strong>di</strong>amo siano revocati Ii salviconducti concessi a vuy in specialità, immo volimo<br />

siano vali<strong>di</strong> et fermi como erano prima, de che ve ne havemo vogliuto avisare,<br />

confortandove et pregandove che ultra el salvoconducto delle carre a nuy concesso, ve<br />

piacia concederne un altro per cinque carre. Data ut supra.<br />

Irius.<br />

Cichus.<br />

356<br />

Francesco Sforza si compiace con Giovanni de Angelellis, capitano <strong>di</strong> giustizia <strong>di</strong> Milano, per<br />

quanto gli ha scritto sul suo comportamento con i malviventi e per quelli catturati a Gropello.<br />

Non ba<strong>di</strong> a quelli che hanno perorato perchè egli soprassieda dal colpire i malfattori: agisca<br />

come giustizia esige e indaghi su correi e su quanti hanno comunque incitato a malfare, in modo<br />

che <strong>di</strong> tutti e <strong>di</strong> tutto si sappia. Gli puntualizza <strong>di</strong> essere informato che non agisce<br />

animosamente, che se la prende con i tristarelli e si lascia intimi<strong>di</strong>re dalle preghiere e istanze dei<br />

fautori degli atti criminali. Sappia che farà investigare su tutto il suo operato.<br />

1453 ottobre 10, “apud Gaydum”.<br />

104v Capitaneo iustitie Me<strong>di</strong>olani domino Iohanni de Angelellis.<br />

Havemo recevuta vostra lettera de dì vii del presente et inteso quanto scriveti de<br />

quanto haveti exequito et Ii mo<strong>di</strong> haveti servato contra quelli delinquenti et de quelli

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