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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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966<br />

Francesco Sforza, in considerazione del rincaro delle biade in città e nel vescovato, impone al<br />

luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> <strong>di</strong> non consentire alcuna, anche minima, esportazione <strong>di</strong> biade non<br />

tenendo conto <strong>di</strong> alcun tipo <strong>di</strong> precedente licenza concessa “a che se voy”.<br />

259r Locumtenenti nostro Laude.<br />

(1454 febbraio 20, Milano).<br />

Perchè sentemo essere molto incarite le biave in quella nostra cità et anche de fora nel<br />

vescovato, non intendemo nè volimo per cosa alcuna che voy lassati trare fora d’essa<br />

cità, nè del vescovato alcuna quantità de biave, nè picola nè grande, per alcuna licentia<br />

qual havessemo concessa de qui indreto a che se voy, salvo a quelli a quali<br />

concedessemo nove licentie per l’avenire. Servate aduncha questa nostra mente. Data<br />

ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

Locumtenenti Laude.<br />

Vuy vederiti per l’altre nostre lettere scripte a voy, al referentario et ali presidenti (a)<br />

(a) La missiva che così si interrompe, è depennata.<br />

967<br />

Francesco Sforza richiama al referendario e ai presidenti della città quanto ha scritto circa<br />

l’ad<strong>di</strong>zione per il nuovo sussi<strong>di</strong>o. Fa presente, con riferimento all’ultima parte delle loro lettere,<br />

che se vorrà qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso <strong>di</strong> quanto ha scritto, saranno avvisati dagli incaricati alla<br />

riscossione del danaro.<br />

Locumtenemti Laude.<br />

(1454 febbraio 20, Milano).<br />

Vuy haveriti veduto quanto scrivemo a voy, referendario et presidenti de quella nostra<br />

comunità, circ’al facto delle a<strong>di</strong>cione per el novo subsi<strong>di</strong>o; sichè circa questo non<br />

<strong>di</strong>cemo altro. Al’ultima parte delle vostre lettere, se vorimo altro da quelli ve foreno<br />

mandati in scripto, seriti avisato dali nostri qua che sonno deputati al ricato del <strong>di</strong>naro.<br />

Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Iohannes.<br />

968<br />

Francesco Sforza scrive al podestà <strong>di</strong> Vailate che non ritiene onesta la richiesta <strong>di</strong> chi è stato in<br />

campo per la rocca <strong>di</strong> Bayedo pretendendo <strong>di</strong> avere fieno e legna per tutto il tempo in cui furono<br />

assenti da lì, perchè in campo percepirono soldo e fieno.<br />

Potestati Vaylate.<br />

1454 febbraio 20, Milano.<br />

Perchè alcuni de quelli nostri homini d’arme che hanno alogiamento in quella nostra<br />

terra, et Ii quali sonno stati absenti da quella terra per lo essere stati a campo ad la<br />

rocha de Bayedo, a<strong>di</strong>mandano così fieno et legne per lo tempo sonno stati absenti,<br />

como quando hanno facto continua residentia. Et perchè <strong>di</strong>cti tali homini d’arme, che<br />

sonno stati ala <strong>di</strong>cta rocha de Bayedo, hanno havuto et strame et sol<strong>di</strong> quatro per<br />

cavallo per fino sonno stati; sichè non ne pare honesto che gli sia respuosto nì de fieno<br />

nè de Iegne per lo <strong>di</strong>cto tempo che sonno stati absenti, havendo havuto nel <strong>di</strong>cto tempo<br />

et feno et denari per lo tempo gIi sonno stati. Me<strong>di</strong>olani, xx februarii 1454.<br />

Ser Iohannes.

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