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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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1737<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> che, siccome il suo balestriere lo<strong>di</strong>giano<br />

Rosseto ha rubato due cavalli al latore della presente missiva, lo arresti e in ogni modo gli si<br />

faccia risarcire il furto commesso.<br />

460v Locumtenenti Laude.<br />

1454 luglio 10, Milano.<br />

Havendo nuy informatione che Rosseto, nostro balestrero, habitante in quella nostra<br />

cità, ha furato duy cavalli al portatore della presente, volimo che subito ala receputa de<br />

questa con bono modo debiate far pigliare <strong>di</strong>cto Rosseto da non essere relaxato senza<br />

licentia; et in quanto <strong>di</strong>cto Rosseto non se trovasse lì, habiati bona informatione se l'ha<br />

alcuna robba o tanta facultà che potesse restaurare li <strong>di</strong>cti duy cavalli o il pretio d’essi.<br />

Et de quanto farite avisatine per vostre lettere. Me<strong>di</strong>olani, x iulii 1454.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

1738<br />

Francesco Sforza ricorda a Pietro e fratelli de Bagarotis e a Pietro de Vianino <strong>di</strong> averli sollecitati<br />

a indurre, perché a lui così piaceva, la vedova e la figlia <strong>di</strong> Bartolomeo Cirasola a imparentarsi<br />

con il suo condottiero Donino da Parma e ricorda pure <strong>di</strong> aver detto loro, tramite il suo<br />

consigliere Angelo Simonetta, che se non garbava quel partito, inducessero le donne a<br />

imparentarsi con il nipote <strong>di</strong> Fiasco. Li sollecita a promuovere l’unione con l’uno o con l’altro dei<br />

personaggi in<strong>di</strong>cati, comunque, non cerchino <strong>di</strong> maritarle se non accordandosi con lui non<br />

scordando che senza il suo assenso alcun matrimionio non s’ha da fare.<br />

In simile modo si é scritto al podestà <strong>di</strong> Fiorenzuola.<br />

1454 luglio 11, Milano.<br />

Petro et fratribus de Bagarotis, et Petro de Vianino.<br />

Se recor<strong>di</strong>amo per dupplicate nostre lettere haverve scripto confortandove che volesti<br />

indure quella che fu donna et anche la figliola de Bartolomeo Ciresola ad fare<br />

parenteza con il strenuo Donino da Parma, nostro conductero, perché a nuy saria<br />

piaciuto; poi ancora per la mezanità de Angelo Simonetta, nostro consigliero, ve<br />

havemo facto <strong>di</strong>re che non volendo o non parendone fare parentato con esso domino,<br />

volesti indure le <strong>di</strong>cte done ad fare parenteza con il nepote del strenuo Fiasco, perché<br />

simelmente assay piaceria a nuy. In che de novo ve confortiamo ad fare <strong>di</strong>cta<br />

parenteza o in l'uno o in l'altro delli prenominati, quale più ve piacerà, perché et del’uno<br />

et del'altro nuy ne restaremo contenti; ma, se pur finaliter non ve delectasse la amititia,<br />

del'uno né del'altro, ve <strong>di</strong>cemo così, et anche ve coman<strong>di</strong>amo che non vogliati maritare<br />

le <strong>di</strong>cte done ad veruna 461r persona senza nostra speciale licentia, perché circaremo<br />

nuy con vuy insieme a trovare cosa che sarà grata ad vuy et ale pre<strong>di</strong>cte done. Et<br />

questo nostro comandamento guardatilo et non lo preterite per quanto havete cara la<br />

gratia nostra. Me<strong>di</strong>olani, xi iulii 1454.<br />

Bonifacius.<br />

Cichus.<br />

In simili materia scriptum fuit potestati Florenzole.

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