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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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1311<br />

Francesco Sforza scrive al castellano <strong>di</strong> Vigevano <strong>di</strong> aver inteso che, dopo la ricevuta delle<br />

lettere ducali, é molto peggiorata la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Ambrogino <strong>di</strong> Magi, (segno del poco conto<br />

fatto degli scritti ducali). Gli comanda <strong>di</strong> rilasciare Ambrogino con ogni garanzia e beni tolti e<br />

sequestrati, con il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> dare molestie ad alcuno <strong>di</strong> loro, valendociò anche per delle spese<br />

fatte da un figlio <strong>di</strong> Maxono, imprigionato a Milano, e per spese nelle osterie <strong>di</strong> Gaudenzio Collo<br />

fatte da Lazzarino da Mandello e dal suo compagno; se, qualcuno si sente per ciò gravato,<br />

compaia davanti al duca che gli farà amministrare giustizia con rito sommario.<br />

Castellano nostro Viglevani.<br />

1454 maggio 1, Milano.<br />

Perché ne recor<strong>di</strong>amo l'altro dì haverne scripto circ’al facto de Ambroxino <strong>di</strong> Magi<br />

iustificatamente et inten<strong>di</strong>amo, da poy la receptione delle nostre lettere, havere peiorato<br />

molto soa con<strong>di</strong>tione dove la doveria megliorare (et questo procede per essere pocho<br />

estimato el nostro scrivere), volimo che, veduta la presente, relassi liberamente et<br />

senza alcuna exceptione esso Ambroxino <strong>di</strong> Mazi et ogne sua securtade et loro beni<br />

quolibet tolti o sequestrati; et per la <strong>di</strong>cta casone non li sii dato impazo né molestia ad<br />

alcuno <strong>di</strong> loro senza nostra special licentia; et finché te scriveremo, el simile <strong>di</strong>cemo per<br />

casone de alcune spexe fate per uno fiolo de Maxono steva in la presone in Milano et<br />

per spese facte in l’hostarie de Gaudencio Collo, hostero, per Lazarino da Mandello et<br />

suo compagno, et se nyuno se senti gravato comparano denazi a nuy, perché li faremo<br />

administrare rasone summaria et expe<strong>di</strong>ta. Data Me<strong>di</strong>olani, primo maii 1454.<br />

Iohannes Antonius.<br />

Iohannes.<br />

1312<br />

Francesco Sforza scrive al luogotenente e all’ufficiale delle munizioni <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> <strong>di</strong> consegnare<br />

a Serafino da Lo<strong>di</strong> o a un suo messo trenta punte <strong>di</strong> ferro da mettere alle colonne<br />

del ponte che fa rifare a Soncino.<br />

Locuntenenti et officiali municionum Laude.<br />

1454 maggio 2, Milano.<br />

Siamo contenti et volimo che vuy debiati dare ad Sarafino da Lode overo ad qualuncha<br />

suo messo ve mandarà xxx ponte de ferro per mettere alle colone del ponte, quale<br />

facimo refare ad Soncino; et questo exequeti senza exceptione et contra<strong>di</strong>ctione<br />

alchuna. Me<strong>di</strong>olani, ii maii 1454.<br />

Nicolaus.<br />

Iohannes.<br />

1313<br />

Francesco Sforza avverte Sagramoro da Parma che gli uomini <strong>di</strong> Covo, Antignago, Fontanella e<br />

Barbata si sono portati da lui per lamentarsi dei gravi danni che fanno i soldati con tagliare erbe<br />

dai loro prati, mentre ve ne sono molte <strong>di</strong> selvatiche. Vuole che Sagramoro li ammonisca <strong>di</strong><br />

approfittare delle sole erbe selvatiche. Siccome quelli <strong>di</strong> Fontanella e Antignate aggiungono alle<br />

lagnanze la pretesa dei soldati <strong>di</strong> alloggiare nei borghi, vuole che Sagramoro provveda perché<br />

se ne stiano nei loro alloggiamenti.<br />

354r Sagramoro de Parma.<br />

1454 maggio 2, Milano.<br />

Sonno venuti qui da nuy li homini da Covo, Antignago, Fontanella et Barbata, quali se<br />

gravano del danno insupportabile gli danno li soldati vostri nele herbe <strong>di</strong> prati loro<br />

domesteghi, <strong>di</strong>cendo loro che gle sonno dele herbe salvatiche asay, quale porriano

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