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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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vuy che l'inimici non possano andare in Valle Camonica; al che non accade altra<br />

respuosta, perché’l magnifico domino Tiberto s’è retrovato de là, et luy insieme con li<br />

nostri haverano facto provisione a quanto bisogna. Ben ve comen<strong>di</strong>amo et rengratiamo<br />

de quanto haveti facto et fati in benefitio nostro; de che, prosperando le cose nostre<br />

como speramo, ve remuneraremo in modo che restareti ben contenti. Al’altre parte<br />

delle vostre lettere non accade respuosta. Data ut supra.<br />

Irius.<br />

Cichus.<br />

(a) Precede Iohanni depennato.<br />

976<br />

Francesco Sforza esprime a Giuliano da Calvisano, podestà <strong>di</strong> Sarinco, il suo stupore per il fatto<br />

che, a causa sua, i suoi uomini sono stati gli unici a rispondere negativamente alla richiesta<br />

<strong>di</strong> navi fatta dal podestà <strong>di</strong> Lovere. Si comporti <strong>di</strong>versamente quando si tratta del bene dello<br />

stato e non si lasci subornare da nessuno.<br />

Iuliano de Calvisano, potestati Sarinci.<br />

(1454 febbraio 21, Milano).<br />

Havemo inteso che quando il nostro potestà de Luere ha vogliuto delle nave ali nostri<br />

bisogni, l'ha havute tute se non quella delli homini de quella terra, et che tu sii casone<br />

de questo; del che molto ce maravigliamo, se così è, et apena non lo possemo credere.<br />

Pertanto volemo et te coman<strong>di</strong>amo che in quelle cose che concernano il bene del stato<br />

nostro, debii havere altra advertentia et non lassarti imbarchare d'alcuna persona, sia<br />

che se voglia. Data ut supra.<br />

Irius.<br />

Cichus.<br />

977<br />

Francesco Sforza scrive a Francesco Giorgio e ai deputati al rinnovo delle tasse del vescovato<br />

<strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> <strong>di</strong> non dar modo al locale commendatore <strong>di</strong> Sant’Antonio <strong>di</strong> giustamente lamentarsi per<br />

l’onere delle tasse dei cavalli, mai precedentemente sopportato dai suoi massari <strong>di</strong> Trebbiano.<br />

Se così non fosse, l’avvertano per poter intervenire con qualche provve<strong>di</strong>mento.<br />

1454 febbraio 21, Milano.<br />

261r Francisco Georgio et deputatis refectioni tassarum episcopatus Laude.<br />

Se è doluto con nuy el reverendo comandatore de Sancto Antonio de questa nostra<br />

inclita cità che agravati li suoy massarii da Trebiano per lo carigo delle tasse de cavalli<br />

contra l'usato, alegando che (a) per li anni passati non sonno stati astrecti a simile<br />

contributione. Pertanto, se così è, non volemo che gli artati a questo, salvo che se<br />

fossero descriti nel quaterneto; volimo che ce avisati per vostre lettere, acioché Ii<br />

possiamo fare quella provisione che ne parirà. Data Me<strong>di</strong>olani, xxi februarii 1454.<br />

Ser lacobus.<br />

Cichus.<br />

(a) Segue contr depennato.

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