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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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modo ve parerà, che quelli lochi, dove allogiano <strong>di</strong>cte nostre gente, ciaschaduno ali soi<br />

assigni qualche prati dove possano pascere li soi cavalli, como se fa altrove, il che<br />

facendo li soldati non haverano ad fare altro danno et, facendose or<strong>di</strong>natamente, cioé<br />

che ogniuno ne daghi ali soi, serà legiere cosa ad ogniuno, et nisuno se lamentarà<br />

perché havendo li soldati qualchi prati da pascere et la commo<strong>di</strong>tà delle herbe<br />

salvatiche, non volimo se impazano d'altro; pur quando facesseno danno altrove che<br />

nelle 355v prati gli serano assignati, siamo contenti conce<strong>di</strong> ali homini che gli togliano li<br />

cavalli et robbe loro. De questo nuy havemo advisato Colella et Anghelello qua; tu ne<br />

advisaray Antonello dal Borgo et li altri. Data Me<strong>di</strong>olani, iii maii 1454.<br />

Zanetus.<br />

Iohannes.<br />

1318<br />

Francesco Sforza comanda a Bertolucio da Gubbio, capitano della Campagna <strong>di</strong> Pavia, che per<br />

le bestie ammazzate a quelli <strong>di</strong> Santa Cristina, si porti con gli uomini del posto e, occorrendo,<br />

con altri, per catturare il famiglio ducale Farina, i suoi famigli e altri e portarli in prigione a Pavia.<br />

1454 maggio 3, Milano.<br />

Bartolutio de Eugubio, capitaneo campanee Papie.<br />

Perché sei informato de quelle bestie sonno state morte ali homini de Sancta Christina,<br />

volimo va<strong>di</strong> là et con quelli homini de Sancta Christina; et non bastando quelli ne habbi<br />

deli altri, siché possi pigliare el Farina, nostro fameglio et li famegli soi, et li altri che<br />

sonno stati ad quello, et così piglaray et menerali in presone ad Pavia. Et fa’ per modo<br />

che la cosa habia effecto che da ti non manchi. Data Me<strong>di</strong>olani, <strong>di</strong>e iii may 1454.<br />

Ser Facinus.<br />

Iohannes.<br />

1319<br />

Francesco Sforza vuole che Sceva de Curte, luogotenente <strong>di</strong> Piacenza, consenta a Schiavo da<br />

San Giovanni, compagno del conte Cristoforo Torello, <strong>di</strong> trasportare le biade fino a 25 sacchi<br />

che portava da Stradella a San Giovanni in Croce in virtù <strong>di</strong> una licenza che pur non portava la<br />

sottoscrizione ducale, siccome essa non é richiesta per chi conduce così poca biada per proprio<br />

uso e non fuori dal territorio ducale.<br />

(1454 maggio 3, Milano).<br />

Domino Sceve de Curte, locumtenenti Placentie.<br />

Conducendo dala Stratella a San Zohanne in Croce el Schiavo da San Zohanne,<br />

compagno del magnifico conte Christoforo Torello, certa biada con la nostra licentia,<br />

quando l’é stato lì gli é retenuta la <strong>di</strong>cta biada, perché la licentia non é sottoscripta de<br />

nostra mano secundo l’or<strong>di</strong>ne dato. Perché adunche nostra intentione non é che questo<br />

or<strong>di</strong>ne se extenda a simili homini, quali conducano così pocha biada per suo uso, ma a<br />

quelli che ne conducono in maiore quantità et fora del territorio nostro, siamo contenti et<br />

volimo che debiati lassare passare zoso el <strong>di</strong>cto Schiavo con le <strong>di</strong>cte biade fina ala<br />

quantità de sachi xxv, como se contene in la <strong>di</strong>cta licentia. Data ut supra.<br />

Irius.<br />

Cichus.<br />

1320<br />

Francesco Sforza assicura il provve<strong>di</strong>tore e podestà <strong>di</strong> Bergamo <strong>di</strong> aver scritto al commissario<br />

perché faccia restituire le quattro cavalle cariche <strong>di</strong> ferro che i dazieri <strong>di</strong> Lecco hanno tolte a<br />

Giovanni <strong>di</strong> Val Seriana. Vuole che lo si avvisi se manca qualcosa,<br />

perché si capisca che non tollera ciò.<br />

356r Provisori et potestati Pergami.<br />

1454 maggio 3, Milano.

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