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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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essere trovate <strong>di</strong>cte stampe et monete false, et così ciascuno participe de tale falsitade,<br />

et sia che se voglia, et ve<strong>di</strong> de mandargli qua da nuy; et etiam mandaray tute le <strong>di</strong>cte<br />

stampe et artificii et false monete che porray retrovare, facendo descrivere, a nome<br />

della Camera nostra, tuti li beni mobili et immobili de quelli tali, et la descriptione<br />

mandaray incontinenti ali nostri Maestri del’intrate extraor<strong>di</strong>nari, metendo in ciò ogne<br />

tua <strong>di</strong>ligentia et cura per quanto hay cara la gratia nostra, avisandote che questa nostra<br />

intentione scrivemo a domino Iohanne Galeaz et al conte Honofrio Angussoli, delli<br />

deportamenti delli quali haveremo caro da ti essere avisati. Me<strong>di</strong>olani, ut supra.<br />

Marcus.<br />

Cichus.<br />

1732<br />

Francesco Sforza comunica a Francesco Capra che quelli <strong>di</strong> donna Luchina, che sono da lui, si<br />

sono accordati con i condottieri ducali, cui era stata fatta l’assegnazione dei denari che doveva<br />

pagare donna Luchina. Vuole, perciò, che, ricevuta la presente missiva, faccia in modo che le<br />

genti sforzesche che sono là, non <strong>di</strong>ano molestia né facciano danni agli uomini e ai luoghi <strong>di</strong><br />

detta donna e li metta subito in cammino secondo l’or<strong>di</strong>ne dato loro dal duca.<br />

In simile forma si é scritto a Tiberto Brandolini.<br />

Francesco Capra.<br />

(1454 luglio 8), Milano.<br />

Perché quisti sonno qua per la magnifica madona Luchina acordano questi nostri<br />

conducteri, ali quali erano facte assignatione deli denari dovia pagare la sua<br />

magnificentia, volimo, subito recevuta questa, che tegni modo che per quelle nostre<br />

gente sonno là non sia dato impatio, damno né molestia alcuna al’homini, terra et<br />

luoghi dela prefata magnifica madona; et così li faray levare subito et andare al suo<br />

camino, facendo l'or<strong>di</strong>ne ha da nuy. Et non gli perdere tempo alcuno senza mancare in<br />

niente. Me<strong>di</strong>olani, ut supra.<br />

Ser Facinus.<br />

In simili forma scriptum fuit magnifico domino Thiberto.<br />

1733<br />

Francesco Sforza scrive a Giovanni Galeazzo e al conte Onofrio de Anguissolis che entrambi o<br />

uno <strong>di</strong> loro procurino o procuri con la massima <strong>di</strong>ligenza <strong>di</strong> catturare il negro <strong>di</strong> Adavanoli da<br />

Felino e lo facciano subito sicuramente accompagnare da lui consegnandolo a Giorgio Alipran<strong>di</strong>,<br />

ufficiale dei cavallari.<br />

1454 luglio 9, Milano.<br />

459v Domino Iohanni Galeaz militi et comiti Honofrio de Angussolis.<br />

Per alcune casone importantissime al stato nostro volimo che vuy tuti duy, overo qual<br />

se sia de vuy, tegnati modo et via de fare prendere el nigro de Adavanoli da Felino<br />

della iuris<strong>di</strong>tione de Montechiaro, quale preso subito, bene acompagnato in modo non<br />

se ne possa fugire, mandereti qui da nuy et lo fariti consignare ad Georgio Aliprando,<br />

nostro officiale sopra li cavallari, quale é informato della mente nostra circa ciò; et in<br />

questo, se amati la gratia nostra et ben nostro, metteteli ogne vostra cura et <strong>di</strong>ligentia,<br />

avisandone subito dela receptione de questa nostra lettera. Me<strong>di</strong>olani, <strong>di</strong>e viiii iulii 1454.<br />

Marcus.<br />

1734<br />

Francesco Sforza scrive a Corrado da Fogliano e a Roberto, suo nipote, <strong>di</strong> non volere che<br />

domani e doman l’atro facciano guerra o novità alle terre che furono occupate e neppur vuole<br />

che spostino le loro genti <strong>di</strong> lì, ma comanda che, nel frattempo, le bombarde siano poste nel<br />

luogo designato, mentre loro, nei giorni successivi, eseguiranno l’or<strong>di</strong>ne avuto. Ha parimenti<br />

scritto ad Angelo <strong>di</strong> non spostarsi da dove si trova con i suoi uomini fin a quando Corrado e<br />

Roberto non siano là, e chiede che lo si avvisi <strong>di</strong> ogni loro progresso.<br />

1454 luglio 10, Milano.

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