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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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lì. Il duca lo esorta, se ancora, deprecatamente si ripetessero tali inconvenienti, <strong>di</strong> scrivere<br />

<strong>di</strong>rettamente ai suoi ufficiali.<br />

Andrea Dandolo, provisori Creme.<br />

(1454 maggio <strong>16</strong>, Milano).<br />

Havemo veduto uno memoriale portato per uno delli vostri ad Angelo Simoneta, nostro<br />

consigliere, de alcuna lamente faceti de Gasparro da Sessa, nostro console, o <strong>di</strong> suoi<br />

per certa robbaria facta ad Bartolomeo Albergon de quella vostra terra de uno paro de<br />

bovi et una vaca, et ch’el <strong>di</strong>cto Gasparro non vole restituire li soldati fugitivi et cetera.<br />

Apresso de quelli nostri da Casteliono per uno puto tolto ad Iacomo da Sandro et uno<br />

manzo et uno ducato ad uno Maffio, et denique delle deshonestate facte per quelli de<br />

domino Segramoro, le quali cose certamente ne sonno rencrescìute et rencrescono, et<br />

ne despìaceno ultramodo et sonno al tuto contra la mente et <strong>di</strong>spositione nostra; donde<br />

per satisfatione de quanto rechiede la spectabile vostra signoria l’avisamo che,<br />

retroavandose qui li pre<strong>di</strong>cti 378r Gasparre et domino Segramoro et Donato, nostro<br />

camerero, col nostro podestate (a) da Castiglione gli havemo <strong>di</strong>cto quello n’é parso et<br />

factoli admonitione et castigatione che da hora inante siamo certi non sentireti simili<br />

rechiami, et comessoli ad bocha al <strong>di</strong>cto Gasparro, che subito fazi restituire et relaxare<br />

le pre<strong>di</strong>cte cose, et così ha mandato uno <strong>di</strong> suoy per exequire, et similiter commisso al<br />

<strong>di</strong>cto potestate de Castellione et Donato, como da loro intendereti nel passare che<br />

faranno per lì. Si per lo advenire accadesse simile inconveniente, che credemo però<br />

non accaderà, vogliati pur scrivere vuy stesso ad quelli nostri officiali et sub<strong>di</strong>ti perché<br />

gli havemo commesso che in similibus exequiscano quanto se nuy proprii li<br />

scrivessemo. Data ut supra.<br />

Christoforus.<br />

Iohannes.<br />

(a) podesta scritto su altra parola.<br />

1410<br />

Francesco Sforza scrive al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> che, dovendo servirsi per Cremona del galeone<br />

che é lì, vuole che domattina, 17 maggio, porti marinai sufficienti con il conestabile del galeone<br />

per arrivare a Pizzighettone, ove i marinai <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> ritorneranno a casa, e il commissario del posto<br />

farà trovare altrettanti marinai e un conestabile per condurre l’imbarcazione a Cremona, che<br />

verrà consegnata a Filippo degli Eustachi e a Biagio Pugnello.<br />

Locumtenenti Laude.<br />

(1454 maggio <strong>16</strong>, Milano).<br />

Havendo nuy adoperare là de sotto verso Cremona quello galeone che é li, volemo et<br />

ve comettemo che domane a matina, che serà a xvii del presente, recare tanti navaroli<br />

che siano sufficienti asieme col conestabile d’esso galeone ad condure il galeone ad<br />

Pizghitone; et quando seranno lì presentano le alligate lettere al commissario de<br />

Pizghitone al quale scriveremo che retrova lì altrettanti navaroli asieme al conestabile<br />

che conducano el galeone ad Cremona, et li navaroli da Lode potranno retornare a<br />

Lode quando haveranno conducto il galeone a Pizghitone, admonendo voi et<br />

instruendo bene el <strong>di</strong>cto consestabile che, quando haverà conducto il <strong>di</strong>cto galeone a<br />

Cremona, lo debia consignare ad Philippo de Eustachio et Biasio Pugnello, quali hanno<br />

comissione da nuy de quanto debano fare. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

1411<br />

Francesco Sforza vuole che il podestà <strong>di</strong> Pavia convochi il pavese Giovanni Antonio<br />

Mezzabarba e faccia restituire all’uomo d’arme ducale Ronzinante il ragazzo, che era stato con<br />

Seco e poi con Ronzinante ed era fuggito fin dai tempi <strong>di</strong> Ghe<strong>di</strong> ed era ora presso Giovanni<br />

Antonio.<br />

1454 maggio <strong>16</strong>, Milano.

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